Niente salto di qualità, solo tanta delusione per quello che poteva essere e non è stato. Per dirla alla Gaber, «anche per oggi non si vola».
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Passo falso in Coppa e riaffiorano i problemi della Roma
Niente salto di qualità, solo tanta delusione per quello che poteva essere e non è stato. Per dirla alla Gaber, «anche per oggi non si vola».
La Roma esce dal confronto di Coppa Italia contro la Juventus col morale a terra, sconfitta sul piano del gioco e del punteggio. Il 3-0 di Torino ha messo a nudo i limiti della formazione di Luis Enrique, ancora troppo inesperta, vista la giovane età media del gruppo, per potersela giocare alla pari coi bianconeri. D'altronde, alla vigilia della partita, lo stesso Luis Enrique aveva ammesso di invidiare alla Juventus, oltre all'intensità del gioco, anche la capacità di mantenere una velocità di crociera costante dall'inizio della stagione.
Una regolarità di risultati che i giallorossi speravano di possedere, e che invece si sono accorti di non avere. Soprattutto, la sconfitta con la 'Vecchia Signorà ha confermato le difficoltà della Roma contro quelle formazioni che la precedono in classifica. Nelle sei partite giocate finora contro Juventus, Milan, Udinese, Inter e Lazio, Totti e compagni hanno raccolto appena due pareggi, incassando la bellezza di 11 reti a fronte di soli 4 gol realizzati.
Numeri che a Trigoria non sono passati inosservati. «Non è una partita andata male che ci deve far perdere sicurezza, ma con le grandi ci manca sempre qualcosa - l'ammissione dopo la trasferta di Torino -. Ieri ci è mancata la convinzione di poter fare la partita e qualche soluzione individuale».
In effetti, rispetto alla gara di campionato, hanno pesato le assenze di De Rossi e Osvaldo, sostituiti non al meglio da Gago e Bojan. Quest'ultimo soprattutto, assieme a Kjaer, è risultato tra i peggiori in campo, e ancora una volta non è riuscito a ripagare la fiducia riposta in lui da Luis Enrique. L'attaccante arrivato in estate dal Barcellona finora non ha saputo sfruttare lo spazio lasciato libero dall'infortunio di Osvaldo e sembra patire non poco l'astinenza da gol.
Diverso invece il problema di Lamela, costretto a fare i conti con marcature sempre più dure e asfissianti da parte dei difensori avversari. Quella di Chiellini, ad esempio, lo ha spinto a scalciare dopo una trattenuta e un atterramento di troppo. La reazione è costata il cartellino rosso e solo domani, alla ripresa degli allenamenti, i dirigenti parleranno col ragazzo per decidere se multarlo o meno. Il faccia a faccia servirà anche per far sapere a Lamela che la reazione è stata archiviata come gesto di frustrazione, nè violento nè vigliacco, ma che questo comunque non lo giustifica. «Devi imparare a gestire le situazioni, adesso ti cominciano a conoscere, devi prendere atto di un nuovo status» il senso del discorso che sarà fatto a Lamela per fargli capire che d'ora in avanti tutti gli avversari lo provocheranno per limitarne l'estro. (ANSA)
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