Mapou Yanga Mbiwa, il protagonista che non t’aspetti. Come Federico Balzaretti, come Marco Cassetti. Si dice che quando è così, ci sia più gusto. E questo devono aver pensato oggi i tifosi romanisti, che si sono risvegliati sulle note di un esilarante “parlami d’amore, Mapou” , cover del più noto motivetto “parlami d’amore Mariù”, reso celebre negli anni trenta dal grande Vittorio De Sica. La canzone viaggia forte nell’etere romano, le radio romaniste sono scatenate nell’elogio canoro del grande Mapou. Professionista esemplare e, da oggi, simbolo di tutti i romanisti. Una faccia da derby che non t’aspetti. Tanto che, per un attimo, è sembrato di rivedere Aldair. Forse non un campione, non un fuoriclasse come il grande “Pluto”, Mapou Yanga Mbiwa. Ma certamente un giocatore dalla mentalità vincente: “Qui tutti mi continuano a ripetere che sono entrato per sempre nella storia della Roma –ha detto ieri a fine partita il nostro eroe- ma per me è stato molto più importante aver centrato l’obiettivo della Champions League”. Che flemma, che classe. Il pupillo di Rudi Garcia ha la testa e la maturità del giocatore vero. Uno che ragiona in grande, senza troppi fronzoli. E sono proprio questi i giocatori che servono alla Roma. Perché un gol alla Lazio deve essere solo un dettaglio. Un punto di partenza. Una gioia grande certo, ma i veri derby la Roma li deve giocare contro le grandi d’Europa. E così, in quella terrificante capocciata di Mapou che ha spedito all’inferno Marchetti, c’è tutta la tigna di un giocatore che, per la sua Roma, sogna palcoscenici importanti. Ci sarà anche lui nella Roma del futuro. E sarà un futuro da protagonista. Intanto, parlami d’amore, Mapou: il tuo gol è già musica.
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Parlami d’amore, Mapou
Sono proprio questi i giocatori che servono alla Roma. Perché un gol alla Lazio deve essere solo un dettaglio. Un punto di partenza
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