Se qualcuno ha storto il naso per l'arrivo di Leandro Paredes alla Roma dopo una stagione pessima alla Juventus e una parabola discendente negli ultimi anni di PSG, è costretto a ricredersi. Anche se l'argentino non è proprio il giocatore che in queste prime 19 partite ha rubato di più l'occhio. Ma i numeri parlano chiaro e con loro pure Mourinho, che dopo Ginevra ha messo più o meno tutti nel calderone della superficialità. In una serata in cui non poteva esserci spazio per nessun elogio. Per nessuno, tranne che per lui. Nella Roma, Paredes è il calciatore che completa il maggior numero di passaggi, ben l'87,9%, ma anche quello più cercato dai compagni dopo Mancini. Non solo precisione e pulizia tecnica col pallone, ma anche quella sanissima 'garra' che in quel ruolo è necessaria: la percentuale di tackle vinti è la più alta di tutti. E col Sassuolo Leo ha giocato probabilmente una delle sue migliori partite in giallorosso, ma forse anche degli ultimi mesi di carriera. Al Mapei di tackle ne ha vinti in media 8 su 10, quindi l'80%. Abbinando a questo dato ovviamente 102 tocchi, il 92% in precisione passaggi e il 100% di dribbling riusciti. Non è per niente un caso che Mourinho abbia scelto lui dopo Ginevra per spendere l'unico elogio di quella sera: "Ha fatto un’altra partita molto seria. È un campione del mondo che ha fatto partite di livello, ma gioca senza superficialità".
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Paredes, l’insostituibile di Mou: ecco i numeri che danno ragione al tecnico
Paredes si è preso la Roma: possesso palla, precisione, tackle e quel senso di 'posto giusto'
E non è stata la prima volta che lo Special One lo ha citato esponendosi in lodi sperticate, come un paio di mesi fa proprio alla vigilia di Roma-Servette:"È un prodotto finito, un giocatore fatto, in fase offensiva mi è sempre piaciuto e adesso posso dire che lo amo. La squadra con lui ha sempre il possesso palla, spesso più dell'avversario". Ed è qui che i giallorossi sono cambiati rispetto allo scorso anno, che giocano oggettivamente meglio, che il pallone gira in una certa maniera. Merito, oltre ad avere Lukaku lì davanti che fa tutta la differenza del mondo in coppia con Dybala, è anche della presenza di un altro campione del mondo. La percentuale di possesso palla è passata dal 48,1 del 2o22/23 al 55,4, con la Roma terza in questa speciale classifica dopo Napoli e Fiorentina: un bel balzo. Così anche la precisione passaggi è passata dall'81,3% all'84,5. Ma soprattutto Paredes è "al centro del progetto", come ha sottolineato lui nella stessa conferenza stampa: "Qui l'allenatore mi ha dato tanta fiducia, per me conta questo e la fiducia dei compagni".
Una fiducia sottolineata dai minuti trascorsi in campo, che sono 1358: a centrocampo nessuno come lui. Cristante è sì a 1665 totali ma di questi 450 li ha giocati da difensore centrale. Un altro elemento che smentisce chi pensava a inizio stagione che l'argentino fosse un altro Sanches, finito, fisicamente e non solo. Invece l'ex Juve e PSG ha saltato solamente una partita in tutta la stagione, contro il Lecce ma per squalifica. Per il resto 18 partite giocate su 19 totali di cui 16 da titolare: solo contro Slavia Praga (all'andata) e Salernitana è partito dalla panchina. E in Serie A dalla seconda giornata in poi ha sempre giocato titolare: 12 su 12, non uscendo mai prima del 70'. Roma è l'ambiente perfetto per lui, in campo è evidente e anche nello spogliatoio è già integratissimo. Per non parlare della profonda amicizia che lo lega a Dybala, con cui si allena anche fuori da Trigoria e con cui ha condiviso anche il momento della proposta di matrimonio della Joya a Fontana di Trevi. La pesantissima maglia numero 16 ad ora è in buone mani.
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