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Scontri Liverpool, Pallotta: “Tifosi in piazza come per la strage del ’93. Questi imbecilli sono una vergogna per Roma”

Il presidente giallorosso: "La gara coi Reds non mi interessa, il risultato passa in secondo piano: conta solo la salute di Sean Cox. La Sud è straordinaria, ma purtroppo una piccolissima minoranza, di solito al di fuori degli stadi, rovina tutto"

Redazione

James Pallotta non ci sta: il presidente della Roma torna a parlare dopo gli scontri di Liverpool che hanno ridotto in fin di vita Sean Cox, tifoso 53enne dei Reds. Ecco le parole del numero uno giallorosso dopo la vittoria sul Chievo Verona.

PALLOTTA IN MIXED ZONE

"Non voglio parlare della partita col Liverpool. Quelle sono delle partite bellissime, straordinarie. Sono grandissimi eventi sportivi, ma non sono questione di vita o di morte. Questione di vita e di morte è la condizione in cui versa attualmente il tifoso del Liverpool, Sean Cox. Il risultato passa in secondo piano e non mi interessa, non voglio manco parlarne. Sono molto triste per Roma e la Roma, che a causa di pochi individui vedono la propria immagine rovinata e calpestata in questo modo. Non so come siano andati i fatti, semplicemente ho visto le immagini e i video. Vedere Sean giacere a terra è stato orribile. E' l'espressione della massima stupidità degli uomini, dell'essere umano. I miei pensieri vanno alla famiglia di Sean.

E' assolutamente deprimente che pochi elementi, che qualche mese fa ho etichettato con un epiteto che tutti conoscete, rovinino l'immagine di tutti. I nostri sono tifosi straordinari, la Curva Sud ha dei tifosi straordinari e se è stata possibile una rimonta come quella col Barcellona è grazie al contributo del 99.9% dei tifosi della Curva Sud. Purtroppo, una piccolissima minoranza, di solito al di fuori degli stadi, rovina tutto.

E' tempo che le cose cambino, nel mondo e a Roma. Queste cose stanno succedendo sempre più spesso. Vi racconto un episodio che mi ha riguardato nel 1993: ero a Firenze, ho visitato il museo che tutti conoscete, sono andato a cena. Il giorno dopo sono partito per Parigi, avevo sentito qualcosa ma non sapevo cosa fosse successo. Ho chiesto al concierge cosa fosse successo e lui mi ha parlato di bombe. Non capivo a cosa si riferisse, stavo ancora facendo il check-in con un amico e stavo prendendo una birra. Mi sono accorto, scorrendo i notiziari, che il 20% del museo era stato fatto saltare in aria. Quella volta gli italiani scesero in strada e protestarono contro la criminalità organizzata. Ecco, vorrei che si inizi a prendere posizione in questo senso. Il calcio italiano e la Roma hanno, purtroppo, questa storia che continua ad andare avanti da troppo tempo. Questo è un problema non solo per Roma, ma per l'Italia in generale e questo ci porta una reputazione immeritata. I nostri tifosi sono fantastici, i migliori del mondo, e per colpa di pochi imbecilli rischiano di rovinare il nostro patrimonio culturale".