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Pallotta: “L'obiettivo è vincere lo scudetto. A fine maggio sarò a Roma”

«La nostra speranza e il nostro obbiettivo è creare una squadra campione». All’indomani della storica firma che ha sancito la cessione della Roma a Thomas DiBenedetto, parla James Pallotta, uno dei soci di maggior rilievo della cordata...

Redazione

«La nostra speranza e il nostro obbiettivo è creare una squadra campione». All'indomani della storica firma che ha sancito la cessione della Roma a Thomas DiBenedetto, parla James Pallotta, uno dei soci di maggior rilievo della cordata americana.

«Io sono un italoamericano, ma mi considero molto italiano. Mio padre - aggiunge l'imprenditore che ha riportato al successo i Boston Celtics di Basket - mi ha sempre detto 'tu sei prima di tutto italianò. Mia nonna poi è nata a Roma. In più tutta la mia famiglia ha sempre amato il calcio, anche se sino a una settimana fa non sapeva di questo mio impegno a favore della Roma».

 

Pallotta, conferma che in passato, ai tempi del tentativo poi fallito di Soros, si occupò dell'affare. «Così stavolta - prosegue sorridendo - appena Tom Dibenedetto mi ha parlato della sua proposta ho deciso di fare la mia parte».

I suoi Celtics hanno quattro supercampioni, come Garnett, Pearce, Allen e Rondo. Così i cronisti gli chiedono quasi siano, a suo giudizio i 'big four' della Roma: «Non voglio fare favoritismi, non ne ho mai fatti tra i Celtics e non intendo farli tra i calciatori della Roma. Per me tutti i giocatori sono uguali, anche se ovviamente ognuno ha i suoi beniamini». E mentre parla, Pallotta stringe con affetto tra le mani una maglia di capitan Totti. E poi chiarisce: «Guardate, Tom è il titolare, io e gli altri siamo partner del Comitato Esecutivo. Insomma, alla fine dei giochi, è lui che prende le decisioni finali. Tutti noi ci conosciamo da una vita, siamo cresciuti assieme, e il nostro obbiettivo è far tornare la Roma a vincere lo scudetto. Quando Tom s'e unito al gruppo dei proprietari dei Red Sox di Baseball, il suo obbiettivo era vincere. Lo stesso con me con i Caltics: dicemmo che puntavamo a vincere il campionato Nba entro cinque anni. E l'abbiamo fatto al quinto anno. La Roma ha vinto l'ultima volta nel 2001, lavoriamo per far tornare la squadra alla gloria di quei giorni».

James Pallotta ribadisce infine l'importanza che il brand della città ha avuto in questa lunga e difficile trattativa: «Negli ultimi 3 giorni ho ricevuto tantissime telefonate da gente coinvolta nel calcio, qui negli States, gente che vuole dare una mano e organizzare un tour qui della squadra giallorossa. C'e grande interesse a Boston, come a New York, Chicago, e la passione tra gli italoamericani sta esplodendo».

«Roma poi - prosegue - è un nome riconosciuto in tutto il mondo, con una storia antica di 3000 anni. Cosa volere di più?». Pallotta infine racconta un aneddoto simpatico che sta coinvolgendo la sua famiglia: «Da ieri, cioè da quando si parla chiaramente dell'affare, mia sorella Carla ha oltre 600 amici in più al giorno su Facebook. E c'è chi ha messo su Fb un mio falso profilo. Vorrei dire a tutti che il mio cantante preferito non è Bruce Springsteen, e che non ho mai letto un libro dal titolo 'The Secret'. Si tratta di un profilo che ha conquistato oltre 1000 amici, ma vi garantisco che non c'entro niente». Pallotta saluta tutti e promette: «A fine maggio sarò a Roma, magari all'Olimpico per vedere l'ultima di campionato».

Ansa