(Il Romanista - D.Giannini) Una discussione, qualche scintilla, una bottiglietta lanciata, un colpo al volto rifilato da Osvaldo ad Erik Lamela.
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Osvaldo, pugno a Lamela: sospeso
(Il Romanista – D.Giannini) Una discussione, qualche scintilla, una bottiglietta lanciata, un colpo al volto rifilato da Osvaldo ad Erik Lamela.
E successo tutto negli spogliatoi del Friuli dopo la fine dalla partita persa dalla Roma contro l’Udinese. Un gesto che Luis Enrique non ha voluto ignorare, tanto da chiedere che il bomber argentino venisse punito. Come? Con una sanzione economica, della cui entità si occuperà la società (potrebbe essere del 30% del compenso mensile), e con una probabile sospensione. Quest’ultima dipenderà invece dall’allenatore che quasi certamente lo lascerà fuori per la partita di domenica prossima contro la Fiorentina. Su questa questione, ma anche su quelle legate ai rapporti tra Luis Enrique e Sabatini e sulla sua firma ha fatto chiarezza il direttore generale giallorosso Franco Baldini nel corso di una intervista a Roma Channel nella quale ha spiegato: «Il gesto di Osvaldo verrà sanzionato». Sul possibile confronto/scontro tra i giocatori più anziani e quelli più giovani della rosa Baldini è stato categorico: «Non esiste assolutamernte una divisione tra quello che è stato definito sulla stampa il gruppo dei senatori e quello dei più giovani. Non c’è stato assultamente niente di tutto questo. Quello che c’è stato, questo sì, è stato un gesto di mancanza di rispetto di Osvaldo nei confronti di un compagno e, su richiesta dell’allenatore, questo gesto verrà sanzionato ».
Poi sulla diversità di vedute tra Luis Enrique e Sabatini: «Ovviamente deve esserci una diversità di punti di vista. Anche perché uno le partite le guarda dalla tribuna e l’altro dal campo e quindi anche soltanto per una ragione di luogo geografico deve essere diversa per forza. E poi sinceramente non ci vedo un gran problema anche se due persone hanno due opinioni diverse. Due persone che tra l’altro hanno lo stessso comune obiettivo. Il fatto che ci sia una diversità di opinioni è soltanto spunto per una riflessione, per un confronto, che solitamente è più foriero nel cercare le soluzioni rispetto ad un appiattimento su un unico punto di vista condiviso semplicemente per ossequio alle cariche che ognuno riveste. Che il direttore sportivo possa avere, o aver avuto, una visione leggermente diversa della stessa partita rispetto al tecnico lo farei rientrare nella normalità delle cose. Ripeto, perfino auspicabile in qualche verso". Quindi Baldini si è soffermato sulla firma sul suo contratto che non è ancora arrivata: «Se ne parla molto e anche a sproposito. Perché non si fa riferimento al fatto che questa è una società che è stata costituita soltanto il 18 agosto e che quindi aveva delle tappe successive da dover percorrere per forza. Anche perché era una società, quella costituita da Unicredit e dagli investitori americani, che doveva porre mano a una situazione che ci vedeva sofferenti in passato. Quindi è stata già pensata, condivisa fra le parti e comunicata anche al mercato, tutta una serie di step successivi che potessero portare, anche con ricapitalizzazioni successive, ad una situazione finanziaria in cui sarebbero stati garantiti non solo quelli che erano i fabbisogni di questa stagione ma anche quelli delle prossime. Ora in questa riorganizzazione c’erano anche allo studio tutta una serie di sistemazioni dell’organigramma delle varie competenze e deleghe che i dirigenti e qualuno in particolare avrebbe dovuto avere e questo ha portato alcuni ritardi. Ma ritardi assolutamente funzionali. Non si è mai derogati da quella che era la traccia segnata a suo tempo. E’ chiaro che questo, proprio per il fatto di essere una società quotata in borsa, comporta dei tecnicismi che a volte sono un po’ più lunghi rispetto ai tempi normali. E a volte costringono, perché è questa la parola da usare, anche la società ad avere qualche giorno di ritardo sugli stipendi».
Già, gli stipendi. Anche su quello Baldini ha fatto chiarezza: «Questa è un’altra cosa che si paventava come grande problema sulla stampa ipotizzando diversità di vedute fra Unicredit e gli americani, che invece sono assolutamente condivise e già pianificate. Questo non è assolutamente un problema. E comunque se il problema alla fine è quello di qualche giorno di ritardo nel pagamento degli stipendi, quando prima si parlava di qualche mese, beh, insomma che ben vengano questo tipo di problemi».
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