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Okaka: “Ero vicino al Milan, ma la Roma è la mia famiglia. Spalletti secondo padre”

Okaka: “Ero vicino al Milan, ma la Roma è la mia famiglia. Spalletti secondo padre” - immagine 1
Le sue parole: "Ero affezionato a Totti e De Rossi. A Trigoria sono cresciuto, l’esperienza in giallorosso resterà una parte fondamentale della mia vita"
Redazione

Stefano Okaka, ex attaccante della Roma oggi in forza al Ravenna e reduce dal suo primo gol dopo 962 giorni, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco uno stralcio delle sue parole:

Mamma Doris e papà Austin le sono sempre stati accanto, fin dai tempi della Roma. “Sognavo di diventare un calciatore, ma il mio obiettivo era regalare un futuro migliore ai miei genitori. Facevano tre lavori per mantenere noi figli. Sono arrivato alla Roma a 14 anni, ero giovanissimo. Devo ringraziare il presidente Franco Sensi, mi ha accolto a Trigoria dandomi la possibilità di vivere nel centro sportivo insieme a loro”.

La sua carriera però poteva cominciare al Milan. “Stavo firmando per i rossoneri, poi Bruno Conti portò me e mio padre a Trigoria. Rimasi impressionato dal centro sportivo, così ho scelto i giallorossi”.

Il primo a darle fiducia è stato Luciano Spalletti. “È come un secondo padre. A 16 anni, nel 2005, mi ha voluto in prima squadra e ho subito segnato in Coppa Italia contro il Napoli. Da lì è iniziato tutto. Nel 2007 giocavo poco, Spalletti mi mandò in campo negli ultimi minuti contro l’Atalanta. Entrai tutt’altro che ispirato. Al primo sguardo verso la panchina mi disse: ‘Ci vediamo dopo’. Se n’era accorto. A fine partita corsi negli spogliatoi, lui mi inseguiva. Mi ha salvato l’antidoping: sono rimasto chiuso oltre tre ore in quella stanza per non farmi beccare. Com’è finita? Il giorno dopo ho preso una multa. Meglio quella che un’altra sgridata del mister”.

È arrivato in un gruppo di campioni: da Totti a De Rossi, passando per Panucci, Perrotta, Chivu e tanti altri. “Ero affezionato a Francesco e a Daniele. A Trigoria sono cresciuto, la Roma è sempre stata la mia famiglia. L’esperienza in giallorosso resterà una parte fondamentale della mia vita. Con loro ci sentiamo spesso, il nostro rapporto va oltre l’amicizia. È quasi un bene fraterno”.

Un altro ex compagno con cui è rimasto legatissimo è Antonio Cassano.Mi ha scritto subito dopo il gol per farmi i complimenti. Mi è stato vicino in un periodo complicato della carriera, quando al Parma litigai con la società perché volevano cedermi. Grazie ad Antonio tornai ad allenarmi con la squadra e a dare il 100%”.

I gol da giovanissimo, la fama, le aspettative dei tifosi. Come ha vissuto quegli anni?Non è stato facile reggere la pressione. Devi sempre dimostrare di essere più maturo dell’età che hai, anche se sei appena maggiorenne. Ero il ragazzino talentuoso che viveva a Trigoria con i genitori, tutti parlavano di me. Ancora oggi, in giallorosso, tanti giocatori più esperti fanno fatica a ingranare subito”.

Dalla A alla Premier, passando per Champions ed Europa League. Ha giocato ovunque, ma questa è la sua prima volta in Serie C.In estate ero all’estero, continuavo ad allenarmi. Mio fratello Carlo mi ha chiamato parlandomi del progetto Ravenna. Ho incontrato il presidente Cipriani e il ds Davide Mandorlini, insieme abbiamo scelto di avviare la preparazione per provare a rientrare. Direi che è andata bene. Ora da neopromossi siamo terzi nel girone B a -1 dall’Arezzo in vetta”.

Le mancava il calcio?È la mia vita da quando sono nato. Negli ultimi due anni ho continuato a tenermi in forma e a guardare partite in tv. Godermi i momenti insieme alle persone che amo mi ha aiutato a ricaricare le energie per tornare al lavoro con passione e costanza”.