Per la Roma, la chiave per formare il proprio futuro sta nel non dimenticare il passato. Inizia così un lungo articolo pubblicato dalla CNN in cui il sito della nota emittente statunitense intervista Darcy Norman, preparatore atletico canadese sbarcato alla Roma nell’estate del 2015. Un passato che da pochi giorni include anche Francesco Totti: le sue 25 stagioni in giallorosso sono diventate un caso di studio interessante per lo stesso Norman.
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Norman: “Il successo di un calciatore nasce fuori dal campo. Imparate da Totti”
Le regole del preparatore atletico: niente alcol, 8-10 ore di sonno a notte e anche meditazione. Le sue parole alla CNN: “La chiave è la moderazione. I segreti di Francesco? Una buona genetica e uno stile di vita equilibrato”
“Ci sono tante cose da imparare da Totti”, parola di Norman, il cui approccio si basa su un’idea: ogni azione dà vita ad una catena di eventi che influenzano le prestazioni in campo. Per quanto riguarda Totti, Norman parla di “un sistema complesso che include una buona genetica e uno stile di vita equilibrato. La sua capacità di leggere il gioco e quella di essere al posto giusto nel momento giusto hanno compensato l’inferiore esplosività o il fatto che fosse un centesimo di secondo più lento. Nello sport succede questo: le abilità fisiche sono al massimo quando si è più giovani, mentre quelle tecniche devono crescere ancora. Invecchiando, le capacità tecniche e quelle di lettura del gioco crescono, mentre quelle fisiche diminuiscono. Si arriva ad un punto in cui queste abilità sono allo stesso livello: quello è il picco di un atleta”.
“Nel calcio moderno, le attività di un calciatore fuori dal campo possono essere cruciali quanto quelle sul terreno di gioco per il suo successo e quello della squadra”, parola di Norman. “Abbiamo i calciatori a disposizione per 2 o 3 ore al giorno – afferma il preparatore atletico -. Cosa fanno nelle altre 21 ore per migliorare od ostacolare le proprie prestazioni? C’è il nostro piccolo ecosistema, quello della squadra e del centro sportivo, ma poi ogni calciatore ha il suo sistema al di fuori. La famiglia, gli amici, gli agenti: tutte cose che impattano sul loro stile di vita”.
Norman ha adottato una metodologia di "motivazione attraverso l'istruzione" acquisita ai tempi di EXOS, chiamato da MLB.com (il sito della lega di baseball statunitense) "un campo di allenamento ad alta tecnologia per professionisti". Una metodologia che si basa su un semplice fatto: ‘predicare’ abitudini e regole che permettano al calciatore di migliorare le proprie prestazioni in campo e di difendersi dal pericolo infortuni. Eccone alcune: astenersi dall’alcool, dormire dalle 8 alle 10 ore a notte, fissare obiettivi giornalieri al mattino e svolgere sedute di meditazione prima di addormentarsi o dopo essersi svegliati. L’obiettivo principale di Norman è quello di “far arrivare i ragazzi alla loro miglior forma possibile, così come quello di farli recuperare in fretta”. Facile a dirsi, meno a farsi. I match in trasferta, ad esempio, portano ad una nuova serie di sfide che il preparatore canadese descrive come “un costante processo dinamico. Ognuno ha diverse caratteristiche. Ad alcuni non piace giocare quando piove, ad altri quando fa caldo. A dei calciatori piace dormire con un determinato cuscino, altri preferiscono un materasso più duro”.
Non tutti, però, sono pronti ad accettare certe regole. Nell’intervista, Norman ammette di aver trovato resistenza in alcuni casi: “Bere alcolici fa parte di un rito sociale, quindi non sono totalmente contrario. La chiave di tutto è l’equilibrio e la moderazione. Magari evitando i superalcolici. Non bisogna bere durante il recupero da un infortunio perché potrebbe rallentarlo, così come si aumenterebbe il rischio di strappi muscolari”. Il giornalista della CNN sottolinea come in alcuni campionati – come l’NBA – gli atleti abbiano ridotto il consumo di alcolici e la vita notturna per non inficiare sulle prestazioni in campo e sul proprio guadagno potenziale. Secondo Norman, in Europa la situazione è diversa: “In alcune culture la mentalità di guadagno è diversa. Per quello che ho visto, ci sono giocatori che non hanno questa attitudine, mantenendo quindi uno stile di vita spensierato. Succede soprattutto nei giovani, si sentono invincibili. Non sono abbastanza aperti nel cercare di essere al meglio, si accontentano di essere abbastanza bravi”.
Da preparatore atletico, Norman si sofferma a parlare anche di Salah, calciatore musulmano alle prese con il digiuno del mese del Ramadan: “Mohamed è l’espressione della professionalità. Dovrà lavorare al massimo per recuperare la massa muscolare che perderà in questo mese”. Inevitabile chiosa sul capitolo infortuni: “In genere un infortunio, soprattutto serio, può far cambiare i calciatori. Si rendono conto di non essere più invincibili, devono prestare più attenzione ai dettagli”.
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