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Non lasciamo solo “Iron Man”

(di Claudio Urbani – ForzaRoma Stadio) Domandina facile facile: quando mai, anche nelle gloriose annate capelliane (soprattutto) e spallettiane la Roma ha finito la gara contro l’Inter a San Siro con questo score: 55,3% di possesso palla e...

Redazione

(di Claudio Urbani - ForzaRoma Stadio) Domandina facile facile: quando mai, anche nelle gloriose annate capelliane (soprattutto) e spallettiane la Roma ha finito la gara contro l’Inter a San Siro con questo score: 55,3% di possesso palla e 455 passaggi utili? No, non lo sapete con certezza, bisogna impolverarsi compulsando avidamente i faldoni dell’archivio?

Va bene, diciamo che quasi mai la Roma ha potuto esibire questi dati estremamente positivi al cospetto dei nerazzurri. Come dite, bisogna anche dire che non si fa gol neanche con le mani? È vero, è incontestabile: i giallorossi sembrano quegli studenti che hanno la testa piena di nozioni, sanno tutto di tutto ma quando vanno davanti al professore farfugliano per l’emozione e il timore di sbagliare.

La cosa che ci stupisce (oseremmo quasi dire indigna) è che, sull’onda emotiva della disfatta di Catania che chiuse la porta a Montella (ironia del caso oggi al Massimino) e adepti per la Champions,tutti, insistiamo TUTTI usammo la stessa, inequivocabile, perentoria affermazione: a Trigoria è indispensabile fare piazza pulita e ricominciare daccapo con un nuovo progetto.

Ora, molti errori sono stati commessi nella difficile opera di ricostruzione, e ampiamente sviscerati da massmedia e tifosi; ma iniziare a storcere la bocca sino quasi al punto di allestire sommari processi al New Deal giallorosso, ci sembra, francamente inconcepibile. Era di tutta evidenza che Dibenedetto e soci non potevano spendere centinaia di milioni per la campagna acquisti – ammesso che questo sia sinonimo di vittoria: la prima Inter di Moratti, il Real faraonico e il Manchester City di Mancini dimostrano il contrario – dovendo ripianare perdite e passività che la precedente gestione (da noi valutata, complessivamente, in modo positivo) aveva accumulato. Si possono discutere le scelte operate: noi stessi guardiamo qualche innesto (Gago, Osvaldo, la folla di terzini destri non proprio eccelsi, lo stesso Bojan non foss’altro per la nebulosa formula d’acquisto) con sovrano scetticismo, e lo stesso “Iron Man” sulla panchina, a nostro avviso estremamente intelligente e capace, necessita del confronto, che può diventare terribile, con la realtà italiana.

Ma questi dubbi e incertezze non possono spazzare via una idea di squadra appena nata. Diamoci, tutti quanti, almeno un girone per leggere e interpretare il mondo giallorosso.