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No curve no party: e alla fine via di corsa

Un derby spettacolare e pieno di colpi di scena si è svolto ieri all'Olimpico in un clima particolare, senza il supporto dei tifosi che protestavano contro le barriere nelle curve non sembra neanche una stracittadina

Redazione

I tifosi della sud hanno cantato e sostenuto la loro squadra ma, come riporta Chiara Zucchelli de La Gazzetta dello Sport, lo hanno fatto la mattina davanti all'hotel dei giallorossi prima di disertare la stracittadina per protesta.

Non è sembrato un derby a Richard, il giornalista di Al Jaazera, che anni fa fece la telecronaca della partita del 2011 decisa da una doppietta di Totti. Non era derby vero, niente coreografie, nei primi minuti sembrava di giocare in un teatro, tanto che si sentiva persino il tocco degli scarpini sul pallone. Il rigore di Dzeko ha scaldato gli animi dei tifosi romanisti mentre quelli della Lazio se la prendevano con Tagliavento e ad ogni intervento falloso della propria squadra invocavano il rigore ma rimane il fatto che le curve erano quasi deserte.

Nonostante gli ampi spazi vuoti i presenti hanno provato comunque a farsi sentire e a tratti ci sono riusciti, senza, mascherare, però, una triste anomalia. Perchè se per alcuni tratti l’atmosfera da derby è tornata, poi al fischio finale si è ritornati a quello che diceva Richard: «Non sembra Roma-Lazio». Vero. Non era mai successo di vedere pochi secondi dopo il fischio finale la squadra vincente rientrare subito negli spogliatoi. Non era neanche terminata «Grazie Roma», quando in campo è rimasto solo Florenzi. Per le interviste.