La stagione Nba deve ancora entrare nel meglio, ma tutto il mondo del basket già si interroga sul futuro di Lebron James. Nel 2010 il suo passaggio ai Miami Heat è stato un evento nazionale. In diretta tv è andato in onda il suo “the decision”, il resto è storia. Quest’estate potrebbe succedere di nuovo, ma Dan Gilbert, il proprietario dei Cleveland Cavaliers, la squadra di cui Lebron è capitano e simbolo, è pronto a tutto pur di farlo restare. Anche cedergli le quote della franchigia e renderlo azionista.
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NBA, pazza idea Cavs: Lebron azionista per convincerlo a restare. Ma Pallotta “dice” no
L’idea di Dan Gilbert ha un precedente negativo. Nel 2012 Pallotta ha provato a far entrare nel board della Roma Kevin Garnett, ma l’NBA si è opposta
IL CASO PALLOTTA – Vi immaginate se Sensi, per convincere Totti a restare di fronte all’offerta del Real Madrid, gli avesse offerto la presidenza della Roma? Per fortuna dei giallorossi non ce n’è stato bisogno. L’ambizione di Lebron però, a differenza di Totti, va oltre il sentimento di appartenenza. Ma Dan Gilbert dovrà studiare qualcosa di diverso se l’anno prossimo vorrà ancora vedere il 23 dominare con la maglia wine & gold. Il motivo? Può spiegarlo Pallotta. Nel 2012 Kevin Garnett è stato ad un passo dal diventare azionista della Roma. L’allora giocatore dei Celtics, convinto proprio da Pallotta (che detiene tuttora una quota della squadra di Boston), avrebbe comprato una fetta del pacchetto Roma entrando nell’organigramma giallorosso. A stoppare tutto ci ha pensato la NBA. Il contratto collettivo firmato da giocatori e franchigie (CBA) infatti vieta nella maniera più assoluta un qualsiasi rapporto commerciale con i proprietari, che vada al di fuori del contratto stesso, “anche se, come in questo caso, possa sembrare del tutto casuale” si legge nella nota pubblicata dalla stessa NBA. Garnett ci ha provato anche usando il suo avvocato come prestanome, ma non se n’è fatto più nulla. A differenza sua, proprio Lebron è diventato azionista delLiverpool, entrando in affari con il Fenway Group, che detiene la proprietà dei Reds.
LA ROMA SUL MODELLO CELTICS – La voglia di Pallotta di trasferire un respiro Nba nella Roma non si è fermata a Garnett. Nella programmazione tecnica ed economica dei giallorossi c’è l’idea di fondo dalla quale sono stati ricostruiti i Celtics. Quando un po’ di anni fa il board esecutivo si è trovato a decidere il futuro della franchigia al termine del ciclo vincente, l’indirizzo è stato chiaro: via i senatori che formavano il nucleo del roster, taglio al monte ingaggi e dentro tanti giovani. Un’aria nuova, che ha portato a tanti anni di transizione, prima di tornare a essere competitivi (quest’anno per la prima volta dal 2010 puntano davvero al titolo). La stessa strategia che Pallotta ha trasferito nella Roma e che Sabatini prima, e Monchi ora, hanno cercato e stanno cercando di attuare. Le lunghe trattative per il rinnovo di Totti e lo stop deciso l’anno scorso dalla società di cui lo storico capitano non era convinto, sono dovuti ad un piano ben preciso. E’ facilmente ipotizzabile che quando scadrà il contratto di De Rossi (2019),la sua avventura nella Roma sarà finita. Ma questa volta probabilmente ci sarà anche il benestare del giocatore.
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