Il mercato di gennaio non è ancora ufficialmente partito, ma c'è già almeno un colpo importante da registrare tra le big. Come già era nell'aria da qualche tempo, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha annunciato l'acquisto dal Genoa di Leonardo Pavoletti: "Ho firmato ieri i documenti col Genoa, stiamo aspettando che passi le visitemediche, visto che è un passaggio dovuto anche questo, poi dovrebbe cominciare ad allenarsi con la squadra - ha detto a Radio Kiss Kiss il patron azzurro -. L'ufficializzazione in Lega per legge deve avvenire il 3 gennaio, ma già dal 27 sarà al lavoro con Sarri in modo tale da permettergli di apprendere il tipo di calcio unico in Europa che sa fare il nostro maestro".
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Napoli, De Laurentiis annuncia Pavoletti: “Da martedì al lavoro con Sarri”
L'attaccante ormai ex Genoa sarà il vice-Milik, con il polacco che intanto corre verso il rientro: "Sarà pronto ad inizio febbraio". Poi il patron parla anche della Juve: "La loro forza è la convinzione di essere la Juve"
Il vulcanico presidente napoletano ha rilasciato anche un'intervista a Sky Sport parlando di diversi temi tra cui il ritorno di Milik e il lavoro di Sarri: "Il polacco sta facendo allenamenti fantastici e calcia già con entrambi i piedi: non voglio fare false previsioni, ma sono certo che lo vedremo in campo dall'1 febbraio, prontissimo per la sfida al Santiago Bernabeu col Real Madrid. Sarri? E' un grandissimo allenatore ma come tutti i toscani è molto attento, furbo, guida la squadra per la società ma anche per se stesso. Gli allenatori devono prendere la consapevolezza che non sono creature insostituibili. Quando leggo i giornali vedo sempre questa paura di dover poi essere esonerati, invece l'allenatore deve essere la parte forte di un gruppo di una società, la società deve continuamente rapportarsi con lui in un percorso di crescita. Poi ci sono allenatori che chiedono giocatori e altri che lasciano fare".
Sulla Juventus: "Noi a Doha l'abbiamo battuta come ha fatto il Milan, ieri mi sono divertito ma il nostro è stato un 2-2 più spettacolare. Il Milan mi è piaciuto, ha dimostrato di saper stare in campo e sentiva la partita. Hanno due-tre giocatori che mi piacciono moltissimo e farebbero anche al caso nostro, sono ben allenati e vuol dire che anche l'allenatore sta facendo bene. Higuain voleva andare alla Juve per vincere? Bene, ma ieri ha perso. Il gap con la Juve c'è soltanto societariamente, loro hanno una storia immensa perché è immensa la storia della loro famiglia. Sono stati i re d'Italia, gli hanno creato un impero, è una goccia nell'oceano del mondo della famiglia Fiat, Alfa Romeo, Ferrari. Da un punto di vista economico non ce n'è per le big d'Europa, è il top del top, ma per me così forte non è. La loro forza è la continuità e la convinzione di essere la Juventus. Nel momento in cui il Napoli farà capire ai suoi tanti stranieri che cosa vuol dire il Napoli..."
Sullo stadio: "Per quanto riguarda lo stadio dobbiamo ringraziare i ministri degli interni che ci sono stati e che non ci hanno permesso di creare quella situazione corretta per impostare una situazione del genere. Con Malagò dovremo ragionare per buttare a mare tutto quello che di vecchio c'è, incontrare anche il presidente dell'Uefa per capire cosa si può fare di intelligente perché ormai i ragionamenti europei e non traslazionali non servono più. Entrare in politica per cambiare? No, questa politica del non fare non mi interessa".
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