Radja Nainggolan è tornato a parlare dell'arresto in Belgio del 27 gennaio scorso, che lo ha visto coinvolto nell'ambito di un'indagine sul traffico internazionale di droga dal Sud America all'Europa. L'ex centrocampista della Roma, oggi in forza KSC Lokeren-Temse, ha partecipato al programma Bar Goens in onda su VTM. "Non erano loro ad aver bisogno di soldi, ero io. La gente crede a quello che legge sul giornale, ovvero che io sia il perno in un caso di droga. Ma non mi è stata fatta una sola domanda sulla droga durante il mio interrogatorio", la confessione del Ninja. Nainggolan ha ammesso di aver avuto bisogno di soldi perché i suoi conti bancari erano stati congelati a causa del suo divorzio e l'ex centrocampista giallorosso li ha chiesti in prestito a diverse persone tra cui Nasr-Eddine Sekkaki, volto noto alle autorità belga con molteplici condanne a carico (coinvolto in rapine, scippi, evasioni e traffico di droga nel paese) e fratello minore del criminale Ashraf Sekkaki. Il Ninja nel gennaio scorso venne rilasciato dopo un interrogatorio di tre ore, ma le indagini stanno andando avanti e sta lavorando con i suoi avvocati per dimostrare la sua totale estraneità alla vicenda.
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Nainggolan sull’arresto: “Avevo bisogno di soldi, non c’entro nulla con la droga”
L'ex centrocampista giallorosso torna a parlare di quanto accaduto a gennaio: "La gente crede a quello che legge sul giornale, ma non mi è stata fatta neanche una domanda sulla droga durante l'interrogatorio"
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