Radja Nainggolan racconta la sua vita al di fuori del campo da calcio. Il centrocampista belga è intervenuto ai microfoni della rubrica 'Roma Magazine' di asroma.com direttamente dal suo negozio romano, il 'No name store'. Ecco le dichiarazioni del giallorosso:
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Nainggolan: “Orgoglioso di far parte della Roma. Vivo il mio miglior momento calcistico”
Il belga racconta il suo rapporto con la moda e non solo: "Non mi sento romano, ma ormai so cosa vuol dire giocare per questi colori. Nella capitale vivo benissimo"
Vedo che il negozio comunque ha carattere e rispecchia anche il tuo di carattere: come ti vesti, tutti questi tatuaggi...
Sì è il mio genere di vestirmi. E' un genere che è un po' più sportivo, a volte abbinato a qualcosa di un po' più moderno, da donna. Ma diciamo che è lo stile che piace a me. Questo posto che non riguarda soltanto i vestiti, perché per noi un aspetto che può essere importante è come la gente si sente quando entra, la particolarità del posto. Quindi ci abbiamo lavorato un po'. Come vedi ci sono dischi e fogli vecchi, giusto per dare un'impressione un po' più particolare al negozio, che non è il classico negozio che ha soltanto abbigliamento con i muri bianchi, perché non hai tutto questo calore quando entri in un negozio.
E la tendenza dei vestiti? Perché vedo che avete dei vestiti che seguono il tuo stile...
Diciamo che lo stile dei vestiti è un po' più fashion, un po' più street, un po' più verso la larghezza. Più che altro per la comodità, perché oggi come oggi i ragazzini più giovani si vestono in questo modo qua. Per cui cerchiamo di seguire la moda del momento e di accontentare chi viene.
La moda è una passione per te?
Sì, diciamo che è una cosa iniziata da giovane, sono un paio d'anni che la seguo e adesso abbiamo avuto l'idea di iniziare con un negozio, quindi ci stiamo divertendo.
E' sempre stato così il tuo stile?
Sì, soprattutto negli ultimi anni. Anche perché ho le gambe un po' larghe, quindi con un pantalone stretto mi si vedono e per questo è meglio avere tutto un po' largo.
E i capelli...?
Non mi ricordo dove ho iniziato, credo a Cagliari. Ho iniziato a fare la cresta, poi dopo rasarli e ricominciare con un'altra capigliatura sarebbe stato difficile, quindi sono rimasto sempre con quella e vedo tante persone che apprezzano. Ad alcuni magari non piace, ma a me non interessa. L'importante è che mi sento bene io.
Comunque complimenti perché hai uno stile davvero inconfondibile.
Meglio, la moda è anche questo no? Essere diverso dagli altri.
Ma come è iniziata la tua carriera calcistica?
Diciamo che ho iniziato a 4/5 ann. Ho iniziato a giocare on mio nonno che era delegato di una squadra giovanile, e mi è piaciuto. Oggi ho 29 anni, quindi non sono giovanissimo calcisticamente parlando, ma sono nel mio momento migliore perché sono più maturo e perché le cose vanno bene. Ormai un po' di esperienza ce l'ho, e adesso è importante adesso.
Ma Nainggolan è un cognome che non mi sembra tanto belga...
No, è un cognome indonesiano. Io sono nato in Belgio ma mio papà è indonesiano. Alla fine questo cognome lo porto con tanto orgoglio, perché si vede che non sono un belga puro e quindi lo porto per dimostrare le mie origini. Volendo avrei anche potuto cambiarlo, non avendo conosciuto mio padre da piccolo, ma sono comunque fiero di portarlo.
Ma ci sei mai stato in Indonesia?
Ci sono stato per vedere un po' com'era la vita là e perché sono sempre stato curioso. Quindi, avendone la possibilità, ci sono andato ed è stata una bellissima esperienza. Sicuramente ci tornerò.
Ormai però sono tanti anni che tu vivi a Roma. Ti senti un po' romano?
Non mi sento romano, ma mi sento un po' italiano in generale, perché sono 12 anni che sto qua e conosco tanti posti in Italia, perché mi piace scoprire. Ma a Roma sto vivendo benissimo, sono felice, so ormai cosa vuol dire giocare per i colori della Roma e sono molto felice ed orgoglioso di poter far parte di questa squadra.
Oltre alla passione per il calcio, per la moda e per i motori, io vedo, credo, che sei anche uno sfegatato di tatuaggi, perché ne hai veramente tanti!
Sì anche quella è una passione. Ho iniziato con tatuaggi che avevano un significato, e poi dopo, visto che mi piace l'arte, è diventata un po' una malattia, esattamente come quella per i vestiti e per le macchine. Li provo un po' sulla mia pelle, li ho fatti in momenti importanti della mia vita e hanno anche significati importanti.
Quindi i tuoi tatuaggi raccontano anche una storia? Hanno un significato?
Non raccontano per forza una storia, ma comunque ho tatuaggi come il mio numero preferito, la data del mio matrimonio, il nome di mia madre, il Buddha indonesiano che è come un tornare alle origini, il ninja...
Di questo volevo parlare: ho visto che hai il ninja...
C'è il ninja che è il mio soprannome. Se mi hanno dato un soprannome secondo me è perché vuol dire che qualcosa di importante e di buono l'ho fatto, quindi sono soddisfatto per questo.
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