(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Era una fredda mattina di fine inverno. Il Sole aveva da poco fatto capolino all’orizzonte, quando un uomo di mezza età, con indosso un improbabile maglione color salmone e dei pantaloni blu
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Mr.Tom? a me…me piace
(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Era una fredda mattina di fine inverno. Il Sole aveva da poco fatto capolino all’orizzonte, quando un uomo di mezza età, con indosso un improbabile maglione color salmone e dei pantaloni blu
, cercava a stento di farsi strada verso l’uscita del Terminal 3 dell’Aeroporto Leonardo da Vinci. La sua fatica nel prendere l’uscio era dovuta al mare magnum di giornalisti e fotografi che lo circondavano. Quello uomo, infatti, era il futuro, oggi presidente eletto, della Roma, Thomas Richard Di Benedetto, che era appena sbarcato a Roma, con un volo proveniente da Boston, per il primo match della trattativa in esclusiva con Unicredit per l’acquisizione delle quote di maggioranza della Magica.
La maggior parte dei commenti fu di questo tenore: “Se non ha i soldi per la business class, come farà a far grande la Roma?” “Dove ha preso quel ridicolo maglione?” “Finiremo dalla padella (i Sensi) alla brace (Di Benedetto&Co)” Praticamente ci fu un massacro preventivo della persona, senza nemmeno sapere chi fosse costui. Nel senso che il 99% delle persone, addette ai lavori e non, ignorava completamente il passato di TRDB, chi rappresentasse e, soprattutto, le sue capacità manageriali. Presto si venne a sapere che “quel maglione arancione” non era un maglione qualsiasi ma aveva un importante significato dirigenziale per i Red Sox, una dei più importanti Club di baseball del mondo.
Skill professionali che sono venute fuori sia in sede di trattativa – se non ci credete chiedete alla controparte bancaria, per delucidazioni in merito – che da quando ha preso possesso dello scranno più importante di Trigoria: la Presidenza.
Nel momento in cui divenne proprietario effettivo dell’AS Roma – ovviamente insieme ai suoi partner – il mercato giallorosso subì quell’accelerazione, che consentì a Walter Sabatini di portare a casa gente del calibro di Pjanic, Gago e Borini. Da quando, invece, è stato eletto presidente della gloriosa società giallorossa, non ha perso tempo in chiacchiere, ma ha avuto una serie d’incontri ad altissimo livello e riunioni infinite per pianificare e dare il via al nuovo futuro romanista a Stelle e Strisce. In primis il briefing in Campidoglio con il Sindaco Alemanno per affrontare immediatamente il tema più caro al cuore degli americani: lo Stadio.
Di Benedetto ha voluto far capire all’attuale amministrazione cittadina, che la Roma vuole farsi uno stadio il prima possibile e che si aspetta la fattiva collaborazione delle istituzioni; non a livello monetario, ovviamente, ma dal punto di vista di velocizzazione della burocrazia. Oltretutto, dopo aver lasciato la Piazza con il Marc’Aurelio, Di Benedetto è andato a visionare potenziali zone per la costruzione della nuova casa dei romanisti.
Dopo il meeting con il Primo Cittadino, è stata la volta di quello con il Presidente del Coni, Gianni Petrucci. Con il quale non è che i rapporti fossero iniziati nel migliore dei modi, visto che l’Uomo più importante dello Sport italiano aveva accolto Tom in maniera piuttosto gelida, a causa delle sue dichiarazioni sull’Olimpico. Al Bostoniano poco è importato di questo algido saluto, ma, essendo uno che bada al concreto, ha voluto incontrare Petrucci per mettere in piedi una joint-venture con il Comitato Olimpico per lo sfruttamento commerciale dell’Area antistante lo Stadio e per chiedere il permesso di spostare alcuni uffici di rappresentanza da Trigoria all’interno di uno degli edifici del complesso del Foro Italico. Precisamente, presso l’ex Ostello della gioventù. Il Coni s’è dimostrato entusiasta della cosa e il buon Tom se n’è tornato a casa con un bel comunicato stampa congiunto – AS Roma-CONI – in cui si dava annuncio di questa nuova partenship commerciale.
Anche quando avrebbe potuto tranquillamente rilassarsi e godersi da Presidente-Spettatore la partita della Roma, TRDB ha approfittato per verificare il funzionamento del sistema di sorveglianza e sicurezza dell’olimpico durante le partite. Il tutto è avvenuto sotto la sapiente guida del Questore di Roma, Francesco Tagliente, che l’ha accompagnato in questo suo tour tra i computer e gli addetti ai lavori, che ogni settimana si prodigano affinché il pre-durante e post match fili liscio come l’olio.
Incassati i tre punti contro l’Atalanta e concessosi una domenica da turista a Roma, ieri Mr. Presidente è rimasto a Trigoria per una serie di brainstorming con i suoi consulenti marketing – Mark Pannes e Sean Barros i due manager della Raptor di Pallotta – e quelli per il web- con in testa Shergul Arshad – per il planning di operazioni di merchandising e comunicazione. Non per niente, nella serata di ieri, la Roma ha effettuato il suo sbarco su Facebook, con tanto di ventimila richieste di amicizia in appena 4 ore. “Libro delle Facce” che a stretto giro di posta è stato raggiunto dal suo amico/nemico“Uccellino”. Stamattina la società giallorossa ha aperto il suo account anche su Twitter.
Stamane, alla vigilia della sua partenza destinazione Londra per un convegno sul Fair Play finanziario, TRDB ha chiuso il suo giro d’incontri istituzionale, recandosi a Palazzo Chigi per una riunione informale con il Sottosegretario con delega alla Sport, Rosso Crimi. Al quale avrà anche fatto presente che dovrebbe essere data un’accelerata alla legge sugli stadi.
Mi domando; vi sembra poco quello che “l’uomo dal maglione color salmone” ha fatto in questo suo primo periodo da Presidente/proprietario della Roma? Ogni risposta sarebbe superflua. Sta facendo quello che un vero presidente deve fare, ma soprattutto sta agendo con la sapienza e il know-how di sa cosa vuol dire gestire un club sportivo professionistico di alto livello. Per questo, Complimenti Mr. President. Senza contare, inoltre, la battaglia che si sta portando avanti per consentire ai non possessori della Tessera del Tifoso di fare dei mini abbonamenti e il suo comportarsi da tifoso sfegatato durante le partite della Magica. Come direbbe Proetti: “A me, me piace!”
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