Stringere la cinghia per altri 3 anni e mezzo e restare competitivi. Il programma esposto ieri da Tiago Pinto è chiaro. Molto meno chiaro è il futuro di Josè Mourinho. Il General manager ieri in conferenza stampa ha lasciato aperte tutte le porte limitandosi solo a commentare la decisione da parte del tecnico di rifiutare Portogallo e Brasile a Natale: “Siamo consapevoli, siamo felici sia rimasto. Si vede che crede nel progetto”. O forse crede nel rispetto. Quello di una piazza che lo ha accolto come un Re e di una squadra che nonostante i problemi è al terzo posto a -3 dall’Inter. Per la prossima stagione, però, non basterà la riconoscenza. “Quando la proprietà vorrà parlare del futuro, io sono qui”. Il 28 gennaio, nella conferenza prima di Napoli-Roma, Mourinho era stato chiaro. Netto. Il tecnico si aspetta una chiamata dai Friedkin che, al contrario di Pinto, di certo non pranzano tutti i giorni con Josè. Tiago ha aggirato la domanda: “Non so se Mou abbia chiesto un incontro con la proprietà, so che ci parliamo spesso. Sia lui sia io quanto sia diverso andare in Champions o non andarci”.
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Mourinho, zona Champions e progetti chiari: ecco i modi per non dirsi addio
La zona Champions (e non solo) per allontanare la Premier
—Appunto la Champions. Arrivare tra le prime 4 rappresenterebbe di certo un incentivo in più per restare anche perché la Roma potrebbe avere maggiore respiro sul mercato. Più che per disponibilità economiche (ricavi e premi andrebbero a bilancio successivo, lo ha fatto capire lo stesso Pinto) per la possibilità di convincere più facilmente quei giocatori a parametro zero che faranno la parte dei leoni nel prossimo mercato italiano. Basta il quarto posto quindi? No. Mourinho vuole chiarezza. Non tanto sui paletti Uefa che conosce ormai bene. Ma sulla gestione di alcune dinamiche. Il caso Zaniolo ha portato un danno in primis proprio al lavoro dell’allenatore che si ritrova un uomo in meno in rosa e il mercato chiuso. Le scelte fatte da Mou finora sono state tutte azzeccate: da Abraham a Dybala passando per Matic e (speriamo) Wijnaldum. Meno lo sono state le necessità che l’hanno portato ad avallare acquisti non da Mou: da Vina a Solbakken passando per Camara e Shomurodov. “Colpa mia”, ha detto Pinto ieri. Ma Mourinho non vuole scuse e soprattutto non è Pinto il suo obiettivo. Vorrebbe piani chiari per il futuro anche sulla permanenza di giocatori come Smalling o Dybala. E al contrario di quanto avvenuto con Dzeko e Mkhitaryan. Quindi resta medio-alta la possibilità che a fine anno Mou possa decidere di interrompere il suo rapporto con la Roma magari per tornare nella sua Premier. Il Chelsea è un sogno mai sopito, ma dietro ci sono minacce come il Newcastle. Al contrario, di fronte a chiarezza e obiettivi comuni, il tecnico potrebbe anche essere disposto a rinnovare perché a Roma si trova benissimo. Marzo in questo potrebbe essere un mese chiave. Voi direte: avete detto tutto e il suo contrario. Ma questo in fondo è il mercato, anche quello degli allenatori.
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