Pesante, a dir poco, è l'eredità che Josè Mourinho lascia in dote al neo allenatore della Roma Daniele De Rossi. Non che il portoghese avesse questa intenzione ma i Friedkin hanno deciso e tocca a chi i colori giallorossi li ha nel sangue provare a dare una svolta a questa stagione. Quarto esonero negli ultimi 10 anni per Mou che, come successo già al Manchester United, stecca al terzo anno non riuscendo, in questo caso, a portare a termine il suo contratto in scadenza a giugno 2024. I licenziamenti subiti dallo Special One relativi all'ultima decade partono da Londra, in particolare dal Chelsea nella stagione 2015/2016. L'anno della magica impresa del Leicester di Ranieri, per intenderci, e proprio contro le Foxies, si interrompe la stagione ai Blues del portoghese, in quel caso rimpiazzato dal cosiddetto "stregone olandese", Guus Hiddink. La situazione dei londinesi all'epoca era ben peggiore di quella affrontata ad oggi dai giallorossi. Il periodo di riferimento era simile, infatti l'esonero arrivò a metà dicembre con una classifica da brividi che recitava Chelsea al sedicesimo posto. Il tecnico olandese non cambiò le carte in tavola adottando lo stesso assetto fino a quel momento adoperato da Mou, con risultati ottimi che, tuttavia, non diedero la svolta necessaria alla stagione. Hiddink mise in fila 15 risultati utili consecutivi in Premier League, di cui però 9 pareggi. La classifica certamente migliorò ma i risultati ottenuti furono praticamente nulli con la sola decima posizione conquistata al termine della stagione, accompagnata da delusioni nelle varie coppe nazionali inglesi.
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Mourinho, quarto esonero per cercare la svolta. Ma non è andata bene nei precedenti
Cronologicamente ci si sposta all'esperienza che Mou fece al Manchester United. Anche stavolta dicembre non porta fortuna al tecnico lusitano che dopo una brutta sconfitta con il Liverpool viene esonerato a favore di Ole Gunnar Solskjaer. Il tecnico norvegese arrivava in club di grandissimo blasone dopo una lunga esperienza al Molde, da qui seguirono numerose critiche per l'ingaggio dell'allenatore che venne incaricato in un primo momento ad interim per poi essere confermato. In termini di classifica non ci fu la svolta sperata ma il rendimento del norvegese sulla panchina dei Red Devils fu di pregevole fattura. Collezionò 14 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte con una media punti di 2,32. Un cammino invidiabile che venne rovinato sul finale di stagione: nelle ultime 6 lo United conquistò solo 5 punti vanificando l'ottimo lavoro svolto e terminando il campionato in sesta posizione. In Champions Solskjaer riuscì a superare gli ottavi ma si fermò ai quarti contro il Barcellona. L'ultima esperienza riguarda un ritorno a Londra ma non al Chelsea bensì al Tottenham. La decisione in questo caso arrivò nel finale di stagione scatenando l'ira di Josè che lasciò la panchina a Ryan Mason per sole 5 giornate di campionato. Sicuramente troppo poco per giudicare l'operato del tecnico inglese che collezionò tre vittorie e due sconfitte lasciando invariata la classifica costruita di fatto da Mourinho che quell'anno conquistò anche la finale di Carabao Cup, persa poi dal subentrato Mason.
Lorenzo Scattareggia
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