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Mourinho: “Mai avuto un pubblico così straordinario”

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Le parole dello Special One: "Paulo non ha tirato il rigore perché non voleva tirare da fermo, il suo legamento soffre un po’ con la palla ferma"
Redazione

José Mourinho ha parlato ai microfoni di Dazn al termine del match vinto contro il Lecce. Queste le sue parole:

Partiamo dall'esultanza. È entrato quasi in campo. Esultanza liberatoria? "Velocissima perché dopo volevo parlare con i giocatori perché la partita non era finita. La squadra era sbilanciata. Oggi abbiamo preso la vecchia di filosofia che perdere di uno o di 10 è uguale però abbiamo vinto. Abbiamo finito con Belotti quinto di destra. Ragazzi e pubblico straordinari perché di solito in casa quando perdi 1-0 non è normale questa passione fra tifosi e giocatori. Hanno meritato sia i giocatori che i tifosi. Nel primo tempo la partita poteva stare dalla nostra parte. Meritano anche per il finale perché hanno avuto cuore. Loro non hanno tradito quello che ho detto ieri cioè che sono ben organizzati e ben allenati. Hanno tre attaccanti super veloci in contropiede. Dispiace per loro e per Falcone perché dice che è un grande romanista ma quando gioca contro di noi para tutto".

Sui gol bel finale. "La descrivo come cuore e mentalità principalmente in casa. Ho allenato 6 o 7 squadre ma in nessuna quando perdi in casa la gente continua a giocare con te. Avevamo in campo gente che può segnare con tanti attaccanti. Qualche volta porti caos e crei caos a loro. Loro potevano fare il 2-0. Partita pazza e tre punti importanti".

Dybala alla fine ha giocato 90 minuti. “Non me lo aspettavo. Ha fatto cose bellissime nel primo tempo. È importante per noi ma quello che abbiamo visto in questi minuti in campo sono la verità di Paulo. Ha il sapore dell’emozione. Lui ha fatto troppo. Per sorpresa mia, ci ho parlato a fine partita e gli ho detto che forse è meglio non venire a Praga e lui mi ha detto di no e che vuole giocare”. 

Quanto è importante questa vittoria prima del derby? “Non penso che il problema è essere davanti. Penso che non è normale che nello stesso weekend tutte le big perdono punti. Abbiamo parlato di questo nello spogliatoio: hanno perso Lazio, Atalanta, Milan e non è normale. Di solito è più normale che nessuna perde punti. Non potevamo sprecare questa occasione. Tre punti importanti perché siamo più vicini a queste squadre”. 

A fine partita ha baciato Lukaku. Cosa c’era in quel momento? “Primo in Italia e il secondo con me. Era la Supercoppa europea con il Chelsea ma sbaglia solo chi tira. Non sono mai triste con chi sbaglia. Paulo non ha tirato perché non voleva tirare da fermo, il suo legamento soffre un po’ con la palla ferma. No calcio d'angolo, no punizione e no rigore. Romelu ha tirato e noi abbiamo grande fiducia in lui. Lui è emozionale, lo conosco meglio di tutti. È molto sensibile e quando sbaglia un rigore, dopo il suo cuore piange e la sua anima piange. Avere la possibilità di fare il gol della vittoria per me non poteva essere meglio perché ha vinto la squadra e Romelu dorme meglio. Ha un cuore grande”.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Non era facile per come si era messa. “Sì. L’ho detto già prima, era possibile solo con la connessione squadra-tifosi. Perché quando una squadra perde in casa una partita che deve vincere, ed entra all’80’ e gioca già in maniera caotica e l’avversario inizia a essere pericoloso per la prima volta, se non c’è connessione tra squadra e stadio è impossibile. È lo stadio che ti pressa. Tifosi-giocatori è una cosa incredibile, anche quando non stai giocando bene anche se non era questo il caso visto che abbiamo fatto una buona partita. Quella connessione però mi ha spinto a decidere per adottare la filosofia degli anni 50-60 negli ultimi 10 minuti. Loro hanno avuto la possibilità di fare il secondo, poi nel caos abbiamo obbligato il Lecce a entrare nel caos difensivo. C’erano Lukaku, Belotti e Azmoun, Dybala in una posizione ibrida che creava problema di posizionamento a Gallo. Il gol del pareggio ha messo una pressione estrema e siamo riusciti a vincere. Un fine settimana che non è normale, perché di solito le squadre top vincono tutte, invece stavolta hanno perso tre squadre della parte alta più Fiorentina o Juve. Ed era importantissimo vincere, ringrazio i ragazzi e i tifosi”.

Ora la Roma è a 4 punti dalla Champions: può essere la svolta? “La gente dimentica o vuole dimenticare. Se tu metti via le tre partite prima del finale del mercato dove non avevamo giocatori per giocare, senza Dybala, Pellegrini, Lukaku, Sanches e Azmoun, con 1 punto su 9, analizza la nostra stagione e guarda le partite e i punti che abbiamo fatto. A parte il disastro di Genova. E non abbiamo fatto partite negative. Anche con l’Inter era difficile, senza panchina, con il famoso alibi del signor De Siervo. Se analizzi il campionato la squadra gioca meglio rispetto all’anno scorso e i punti che abbiamo potevano essere di più ma ci lasciano in una situazione in cui possiamo lottare fino alla fine. Oggi per fortuna non ci sono stati infortuni. Pellegrini e Spinazzola sono più vicini a tornare ogni giorno che passa. Smalling lo vedo più difficile e lontano, ed è quello che ci lascia in grande difficoltà. Perché a Praga mi parli di rotazioni, ma chi gioca in difesa? Mancini, Llorente e Ndicka. Te lo dico già. Emotivamente era importante la vittoria, lo spogliatoio era molto felice. Lo meritano, sono ragazzi straordinari, una famiglia bella.

Dybala sembrava avesse un problema nel primo tempo. “Sì, alla caviglia. Io non avrei mai pensato potesse giocare 90 minuti, né io né il dipartimento medico né Paulo. Lo ha fatto emozione, per risultato, per un patto con la squadra, ma non era in condizione. Abbiamo deciso che non avrebbe calciato palle ferme, altrimenti rischiava. Lo ha fatto per il risultato. Nel primo tempo ha preso un colpo alla caviglia, ma poi è andato avanti”.

Karsdorp? “Ha fatto una buona partita, come sempre nella fase offensiva, la sua qualità più importante. Il primo tempo l’ha fatto molto bene, quando abbiamo deciso di rischiare tutto e giocare senza ali, senza Mancini, avevo bisogno di terzini freschi. Anche se Kristensen non è un grande giocatore tecnicamente, ha quella gamba”.

Che Lazio si aspetta? “Mi aspetto la Lazio di sempre. Una squadra con molta esperienza, ad esempio quella che ha fatto espellere Ibanez l’anno scorso. Squadra che sa gestire i momenti. E senza criticare la Lega, perché se lo facessi sarei un idiota, con un vantaggio di 48 ore ma stavolta la Lega non è colpevole”.

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