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Mourinho: “Sono concentrato sulla finale. Dybala non può giocare titolare”

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Il tecnico portoghese si è espresso sul match contro il Siviglia durante il Media Day di Trigoria
Redazione

Il tecnico portoghese è intervenuto in conferenza stampa durante il Media Day organizzato a Trigoria. Queste le sue parole:

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Si sente l’artefice del percorso che ha fatto la Roma in questi due anni? Zalewski?

"No. Loro ringraziano me e io ringrazio loro. Siamo sempre stati insieme nel bene e nel male. Per Nicola è emozionate perché stava con la Primavera e poi ha giocato una finale, è andato al Mondiale in Polonia e ora gioca un’altra finale"

Qual'è l'aspetto più complicato da gestire e quello più facile in avvicinamento alla finale? "Il più difficile è la partita di sabato. Devo lasciare giocatori fuori che hanno dei piccoli problemi, non si può rischiare. Andare solo con una squadra fatta solo di bambini è un rischio esagerato e non è anche positivo anche perchè la Fiorentina è una squadra che ha 25 giocatori dello stesso livello e, quelli che non hanno giocato ieri, saranno freschi e motivati. La soluzione migliore sarebbe non giocarla, preparando, già da oggi, la finale. La cosa più facile è che vogliamo giocare tanto questa finale. Quando domenica mattina arriviamo qua è molto facile avere la gente motivata, felice".

Ci sono tante speculazioni sul futuro, vincere questo trofeo avrà un peso?"No, il mio unico focus è la finale. Un pochino la preparazione per la Fiorentina. Il mio focus è quello, non sono preoccupato ne del mio futuro ne di niente. Tutto è diventato secondario quando tu giochi una finale. Non c'è motivo di pessimismo, ne di ottimismo. Tutti noi vogliamo questa finale, vogliamo giocare. Abbiamo fatto tanto per stare in questa finale e vogliamo giocare. Sarà facilissimo prepararla e non c'è neanche quella cosa di se vinciamo facciamo la Champions, non voglio sapere di classifica, di Champions. Siamo arrivati a Ludogoretz, a Betis, siamo andati a Salisburgo che veniva dalla Champions, con il Real Sociedad che continua a fare una stagione top in Spagna, abbiamo perso tanti giocatori, li abbiamo fatti giocare in posizioni diverse dal solito. Abbiamo fatto giocare Bove in semifinale, abbiamo trovato il Leverkusen. Siamo la e vogliamo giocare, vogliamo i romanisti come noi, super felici di stare li, di giocare quella finale. Spero e mi fido che i tifosi di Siviglia e Roma possano godersi un bel giorno a Budapest. Quando Taylor fischia vogliamo giocare e dopo si vedrà".

L'affetto dei tifosi della Roma, quando lascia un club lo fa di solito vincendo e lascia una parte di sè?"Spero che le mie parole non vengono interpretate male dai tifosi del Tottenham, ma l'unico club per la quale non sento un legame stretto è con loro. Probabilmente per lo stadio vuoto durante il Covid, per l'impossibilità di giocare una finale che avevo conquistato. Con tutte le altre  squadre che ho allenato l'affetto è smisurato. In giro per il mondo, in Italia, la gente capisce che do tutto. Non è solo una questione di vincere titoli o no. A Roma è questo, il tifoso percepisce che lavoro e lotto per loro. Qualcuno potrà sorridere se dico che sono madridista, interista, o romanista perchè non si può tifare per tutte, però per me è cosi perchè questo tipo d'affetto è sempre stato ricambiato e reciproco. Anche con la Roma anche qualora dovesse arrivare il giorno dell'addio sarà molto difficile ma ci sarà un feeling continuo".

È indispensabile avere un rapporto così con gli arbitri? è diverso relazionarsi con gli arbitri italiani o stranieri? "È una bella domanda ma preferisco non rispondere".

Quanto è cambiato dalla prima finale europea con il Porto?"Sono diventato un allenatore migliore, una persona migliore ma lo stesso Dna, la motivazione, la felicità e la voglia di vincere questi trofei. Sono tutti valori che cerco di trasmettere ai miei giocatori, non voglio pressioni, ma semplicemente il piacere di giocare questa finale, ricordandosi il percorso che si è fatto per arrivare fin qui. Il lavoro dell'allenatore è diverso da quello dei giocatori perchè l'allenatore migliora con il passare del tempo e dell'esperienza. I giocatori hanno bisogno del proprio corpo che non risponde allo stesso modo a 30 o 40 anni. L'allenatore invece il suo cervello diventa sempre più acuto e affilato, acquisendo nuove conoscenze. Quando si perdono motivazioni bisogna fermarsi e smettere di fare l'allenatore ma non è il caso mio perchè le motivazioni crescono con il tempo".

Come sta Dybala?"Non penso possa giocare a Budapest, però anche onestamente ho la speranza che una panchina possa farla. Pensando che è l'ultima partita della stagione, oltre allo Spezia che può essere una partita importante in Serie A. Per Paulo sarà l'ultima partita della stagione. Con il Feyenoord eravamo fuori dalla competizione e partendo dalla panchina ci ha portato ai tempi supplementari. Se parte dalla panchina e ci può dare 20 minuti del suo sforzo sono già contento. La verità è che c'è un gruppo che sta lavorando e un altro che faceva un lavoro a parte, come Spinazzola e Karsdorp. Non c'era Paulo, non è un segreto. Quando tu pensi ad una finale pensi alla preparazione di questa, ho sempre pensato che contro la Salernitana poteva giocare un tempo, così come a Bologna qualche minuto. A Leverkusen la partita è andata in una direzione dove Paulo non ha giocato e questo abbiamo pensato potesse aiutarlo a migliorare ma non è stato così. Stiamo cercando di fare tutto il possibile, sabato non ci sarà. Pellegrini non ci sarà sabato però è sicuro che è recuperato per mercoledì. Per Paulo sarebbe stato importante giocare sabato. Non può giocare".

In caso di vittoria della coppa, l'esperienza alla Roma sarà la più importante della sua carriera?"Dobbiamo ancora giocare, non mi piace parlare prima. Mi piace giocare, è un peccato che non si può giocare una finale ogni settimana però non sto pensando a me stesso. Sto pensando ai giocatori e ai tifosi. Mi piacerebbe tanto aiutare i giocatori a prendere questa gioia che sarebbe infinita, cosi come ai tifosi. Questa è la mia idea. Io cerco di aiutare i giocatori e loro cercano di prendere quello che i tifosi si aspettano da noi. Si deve parlare poco e ripetere che vogliamo giocare. Mercoledì saremo lì".

MOURINHO A SKY SPORT

Un anno Mourinho insieme alla squadra alzava al cielo la Conference. Cosa ha rappresentato quella finale?“Quella di Tirana è storia ed è finita. Memoria per tanti e speriamo che tra tanti anni i bambini ricorderanno la finale con i figli. La prossima la dobbiamo giocare, peccato che non sia domani però mercoledì arriverà velocemente. Saremo li e vogliamo giocare".

Che squadra è il Siviglia?“Una squadra che vince sempre l’Europa League. Una squadra che viene dalla Champions. E si è qualificata per la Champions l’anno scorso. Sono molto forti e non possiamo nasconderlo. Abbiamo le nostre qualità e i nostri problemi che cerchiamo di nascondere e andiamo là. Poi vediamo dopo la partita”.

Quali sono le certezze?“La certezza è che saremo a Budapest. Non andremo in vacanza, è una città bella, lo stadio è bello ci ho giocato, ma non andiamo in vacanza”.

Come stanno gli infortunati? “Lorenzo potrà essere recuperato però sarà fuori a Firenze. Ha un piccolo problema, ma sarebbe un rischio giocare sabato. Fino a sabato sarà fuori per precauzione. Domenica tornerà in gruppo. Da puolo non mi aspetto nulla, se può andare in panchina e può aiutarci come col Feyenoord sarà positivo. Spinazzola è in dubbio, spero di recuperarlo non per sabato ma per la finale. Ha giocati spesso non come Dybala che nn gioca da tempo. S martedì non da segnali positivi sarà impossibile”.

Sulla possibile doppietta europea. “Al momento non c’è doppietta. C’è un Europa League da vincere. Non mi piace parlare di doppietta. Il lavoro che i ragazzi fanno dal primo giorno  e tutto quello che abbiamo costruito è una cosa che mi fa un grande piacere perché non sarà la rosa più forte con il quale ho lavorato per qualità ma a livello umano che con gli anni capisci che è quello che rimane per sempre, è una squadra che va nei top della mia carriera”.