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Mourinho: “Ho ancora un anno, ma i contratti non sono la cosa più importante”

Mourinho: “Ho ancora un anno, ma i contratti non sono la cosa più importante” - immagine 1
Le sue parole: "Se qualche mese fa il nostro Ceo Berardi ha detto che era sicuro che sarei rimasto era una sua interpretazione"

Redazione

José Mourinho ha parlato ai microfoni di Dazn dopo la sfida con la Sampdoria. Queste le sue parole:

MOURINHO A DAZN

Oggi era importante vincere, è soddistatto della gara? "Il primo tempo 11 contro 11 sullo 0-0 era una frustrazione. Abbiamo creato gioco e avuto opportunità chiarissime. Chiaro che nel secondo tempo, in 10, l’altra squadra è andata in difficoltà. I primi 10 minuti non abbiamo avuto l’ambizione di trovare il raddoppio e anche loro hanno preso coraggio. Dopo siamo cambiati, abbiamo messo Solbakken che ha dato intensità. Quando è Dybala è andato dentro è cambiato tutto. Il gol del 3-0 è molto significativo ed è un bel sengale per la squadra".

Wjinaldum oggi è stato un in più? Oggi direi che mi ha reso davvero soddisfatto. Ma un altro che mi ha reso fiero è stato Llorente che ha avuto una crescita costante, ha fatto una bellissima partita e mi ha colpito più la sua prestazione che quella di Wijnaldum".

Tornerai alla difesa a 3 coi giocatori a disposizione? "Dipende. Dipende dagli avversari e dai giocatori a che ho a disposizione. Io metto in campo i giocatori che reputo migliori. Quello che mi è piaciuto di Diego è che ha più palla nei piedi, anche a livello di costruzione, rispetto agli altri difensori centrali che abbiamo in rosa. Mi è piaciuta molto la sua prestazione. È stato concentrato difensivamente, ha sbagliato solo una piccola cosa con Spinazzola. Con il pallone è sempre tranquillo, mi è piaciuto molto".

Vuole dire qualcosa su Stankovic e sui cori? "Non deve ringraziare, l’ho fatto per un grande amico e grande professionista, ma l’avrei fatto per tutti. Sono stato più volte preso di mira da questi comportamenti e ho creato un muro intorno a me. Non è stato bello. I nostri tifosi sono fantatici e ho pensato di dire loro “è un mio amico e non si tocca”.

C’erano i Friedkin allo stadio sono maturi i tempi per delineare il futuro. "Loro possono venire quando vogliono, quando possono io lavoro per loro e non devo fare nessun tipo di commento. Sono contento che siano venuti, meglio ancora se si sono divertiti e se vanno a casa contenti".

Si parla di futuro? "Si parla di che? Della prossima partita? Parliamo la prossima settimana".

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Ci sono state indiscrezioni sulla sua scelta di restare alla Roma anche il prossimo anno. Venerdì poi ha detto parole molto belle sui tifosi. "Quando vai all'Università Gregoriana accanto a un cardinale puoi solo avere belle parole, non puoi dire cose brutte. Avrò sempre belle parole per questi tifosi. Anche oggi ne abbiamo parlato prima della partita, la gente merita lo sforzo, che noi aldilà dei professionisti siamo anche romanisti nel senso di capire quello che loro sentono. Si è costruito qualcosa di bello con tutti questi record di gente allo stadio, sempre sold out. Anche nei momenti in cui i risultati non erano fantastici. Oggi è arrivato dopo due ko di fila, la gente viene sempre ed è molto bello. Per quello che si scrive di me, l'unica cosa che posso dire è ripetere: del mio futuro, del mio stato di anima, parlo solo a casa. E a volte neanche a casa, mi chiudo in me stesso, non parlo con gli amici, con i compagni, con i giornalisti. Se qualche mese fa il nostro Ceo Berardi ha detto che era sicuro che sarei rimasto era una sua interpretazione. Se Zazzaroni ha detto quella cosa è interpretazione sua. Io di questo non parlo con nessuno. La mia situazione è chiara: ho ancora un anno di contratto. Il calcio è calcio, a volte i contratti non sono la cosa più importante. Ma è tutto bello, tranquillo, sempre con l'obiettivo che la prossima è la partita più importante. Con questo spirito che noi non siamo solo professionisti, ma dobbiamo avere qualcosa in più".

"Vogliamo sempre migliorare. Dopo l'1-0 non abbiamo giocato per chiudere tutto. Un po' di stanchezza, ritmo basso anche di testa, palle perse, con i giocatori a centrocampo abbiamo perso alcuni palloni. Non sentivamo grande pericolo, ma quando sei basso e giochi solo in vantaggio 1-0 la partita è aperta. Quando abbiamo cambiato abbiamo migliorato. Il secondo gol non arriva a caso, ma come conseguenza di un miglioramento. Solbakken aperto a destra su Augello, che non poteva andare alto. Sulla transizione nostra dopo palla recuperata avevamo superiorità, poi Dybala alto ci ha dato sicurezza. Poi la partita era finita anche senza il 2-0".

Potrà riproporre ancora la difesa a quattro? "I giocatori che abbiamo sono questi. Cristante è ovviamente un'altra soluzione per giocare in questo sistema a centrocampo. Mancini, Kumbulla, Ibanez, Smalling e Llorente, di cinque ne giocano due e agli altri sono in panchina. La costruzione della difesa a tre è stata una necessità, di nascondere i problemi e di utilizzare i giocatori più bravi in quel momento. E la squadra è cresciuta così. Mi è piaciuta la coppia Smalling-Llorente, perché Diego ha un'altra cultura col pallone, gioca meglio tra le linee, gioca meglio lungo. Zalewski non è un terzino di una difesa a quattro. Sono pochi gli allenatori che possono giocare sempre come vogliono e possono prendere i giocatori perfetti per come gli piace di più giocare. Ci sono altri allenatori come me che si devono adattare a quello che abbiamo. Oggi era più importante di tutto vincere perché venivamo da due sconfitte di fila".

C'è stato qualche fischio per Abraham: è in crisi psicologica? "I fischi a volte sono dubbi, non so se fossero per lui o per me per il cambio. Magari c'era una percentuale di gente che fischiava lui e altri me. Alcuni magari pensavano che lui non avesse giocato bene e altri pensavano che potesse fare gol e che lo stupido allenatore lo avesse cambiato. Gli attaccanti, anche se noi diciamo sempre che non è solo una questione di gol, vivono per il gol ed è molto importante per la loro autostima. E lui non li sta facendo. Magari soffre per questo, ma vinciamo insieme e perdiamo insieme. Ha fatto il suo, dopo è entrato Belotti fresco senza il pericolo del secondo giallo come Abraham. In un pomeriggio di difficoltà senza quattro giocatori squalificati, si è visto oggi l'Udinese che ha giocato con 3-4 giocatori squalificati (ha perso 3-0 a Bologna, ndc). È dura per squadre come noi e l'Udinese quando hai infortunati. In questo caso siamo riusciti a prendere punti".

MOURINHO A RADIO RAI

Lei all’Università Pontificia aveva definito quella di Roma “una grande comunità”. Dopo l’espulsione di Murillo, oggi sono partiti dei cori. Per rispetto anche di quella comunità, lei dice alla Curva “smettiamola”. “La Curva mi ha guardato con rispetto. Perché qualche volta sono delle manifestazioni dei tifosi, qualche volta sono delle cose che fanno parte di un circo, che è la partita. Qualche volta non è il riflesso vero di quello che la gente pensa, di quello che la gente sente. Io sono stato insultato mille volte da stadi pieni, ho avuto questo tipo di situazioni, ho dovuto costruire intorno a me un muro di protezione, diciamo così. Deki (Stankovic, ndr), che è un grande uomo, avrà fatto sicuramente lo stesso. Però, a casa ci sono famiglie, figli, amici, e non è una cosa bella. Però, i tifosi della Roma hanno subito capito che nella nostra casa non c’è spazio per questo tipo di manifestazioni e li ringrazio per aver fatto uscire la Roma da questa partita come una grande società

MOURINHO A ROMA TV+

Che gara è stata?

"Partita difficile. Nel primo tempo abbiamo avuto varie opportunità, ma la gara era aperta. Con l'1-0 e l'uomo in più, non abbiamo chiuso la partita: per 10/15 minuti abbiamo dato a loro la possibilità di entrare in gioco e sperare nel pareggio. Non sono mai andati vicini a farlo, comunque. Abbiamo pensato di cambiare, mettendo gente più fresca e con più gamba. Solbakken è entrato bene, Belotti ha dato buona dinamica. Con il 2-0 la partita è finita. Sono tre punti importanti, dopo due sconfitte di fila non poteva esserci la terza".

Llorente?

"Sono molto contento per Diego, perché ha vissuto queste settimane con professionalità. Non è mai facile arrivere a gennaio e nell'ultimo giorno di mercato. Ha sempre lavorato ad alti livelli, comunicando con i compagni, capendo il modo di giocare. Contro la Real Sociedad si è visto un primo tempo di livello, purtroppo si è infortunato in quella occasione. Oggi era il momento della verità: con la squadra in difficoltà, senza tre difensori centrali, ha giocato molto bene. Anche in fase di costruzione con palla ha mostrato grande tranquillità, mi è piaciuto veramente".