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Mou, questo silenzio non è affatto Special

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Si può usare il silenzio solo alla domanda sull’arbitro, come ha fatto Thiago Motta, ma le domande senza risposta dei tifosi erano altre. Una vittoria nelle ultime 11 di campionato non la merita nessuno
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Si dice che il silenzio è d’oro, che spesso è meglio tacere che essere fraintesi, che chi ascolta vive in pace. Ieri però tutti all’Olimpico (e a casa) volevano una spiegazione. Un punto in tre partite non accadeva dal 1951, la distanza abissale anche da un punto di vista fisico col Milan non si vedeva da quando i rossoneri avevano Van Basten e Gullit, i cambi sono apparsi tardivi. Insomma tutti volevamo capire da Mourinho cosa stesse accadendo dopo averlo sentito dire: “Abbiamo lavorato molto bene quest’estate”. L’alibi del rigore (dubbio) non regge. Si può usare il silenzio solo alla domanda sull’arbitro, come ha fatto Thiago Motta. Si può rispondere senza incorrere in squalifiche. Ma insomma, le risposte che i tifosi della Roma volevano erano altre. Da Mourinho, dalla società, insomma da qualcuno che (con tutto il rispetto) non sia Cristante.

Ne proviamo a porre qualcuna: anche con Lukaku la Roma è tra il quinto e l’ottavo posto? Gli esterni sono un problema, non è meglio tornare alla difesa a 4? La coppia Paredes-Cristante ha bisogno di rodaggio come con Matic o è un obbligo tattico in questo momento? La preparazione svolta a 42 gradi a Roma può aver influito sui tanti stop muscolari? Ma soprattutto, con tutte le lacune di mercato (e di questo dovrà rispondere Pinto) è davvero questa la distanza che c’è tra il Milan arrivato quarto e la Roma arrivata sesta? Detto questo il colpo Lukaku è stato sicuramente uno choc positivo per tutti. E Romelu già ora pare di un’altra categoria. Ma il calcio non è cinema (muto in questo caso). E nemmeno improvvisazione. Il calcio è programmazione, è il saper allestire una rosa completa, con giocatori possibilmente sani e funzionali al gioco. Lo ha fatto il Napoli, lo sta facendo il Milan, nel suo piccolo forse l’ha fatto anche la Fiorentina. Almeno questo Mou lo dice da tempo. E forse era il caso di dirlo anche ieri sera. Ora ci aspetta una lunga sosta, in cui davvero il silenzio è d’oro. Ma non è il silenzio degli innocenti, perché una vittoria nelle ultime 11 partite di campionato profuma di colpa. Di tutti. 

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