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Montali con le valigie in mano

(di Luca Parmigiani) È un periodo delicato per la storia della Roma; il passaggio di proprietà sta assumendo tempi biblici amplificando incertezze e voci su un futuro che invece esigerebbe un minimo di chiarezza, soprattutto per rispetto di quei...

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(di Luca Parmigiani) È un periodo delicato per la storia della Roma; il passaggio di proprietà sta assumendo tempi biblici amplificando incertezze e voci su un futuro che invece esigerebbe un minimo di chiarezza, soprattutto per rispetto di quei tifosi che vivono la Roma come una seconda pelle.

La stagione è appena finita con un bilancio fallimentare: una squadra costruita per lo scudetto si è piazzata solamente al sesto posto, evitando i preliminari di Europa League a fine luglio solo perché il Palermo ha perso la finale di Coppa Italia con l’Inter.

 

A febbraio per gli infiniti contrasti interni e il caos che regnava nello spogliatoio Ranieri si è dimesso, sostituito da Montella che ha cercato di spremere quel poco che era rimasto da un gruppo ormai demotivato.

Domani inizierà il mese di giugno e al giorno d’oggi la Roma è priva di un allenatore ed è in attesa dell’ufficializzazione del futuro assetto dirigenziale.

Baldini, attuale general manager della Nazionale inglese, ricoprirà il ruolo di direttore generale ma sarà operativo da ottobre; Sabatini ha risolto le grane relative alla sua autonomia e sarà il nuovo ds; Peruzzi e Fenucci dovrebbero completare la nuova struttura.

DiBenedetto e soci dovranno occuparsi ovviamente della vecchia dirigenza, Pradè, Conti e Montali: il primo, che ha un contratto per altri due anni, se non accetterà il ruolo di consulente di mercato(il ruolo di ds è già stato affidato a Sabatini) cercherà una sistemazione altrove, a Conti è stato proposto il ruolo di Ambasciatore della Roma nel mondo mentre permane una nuvola di dubbio su cosa farà Montali.

La figura di Montali infatti è vista da molti addetti ai lavori come incompatibile con gli incarichi di Sabatini e Baldini, una figura per certi versi troppo ingombrante.

La storia dell’attuale direttore operativo del club con l'ambiente di Trigoria, dal momento del suo arrivo è stato costellato da diversi attriti sia con i giocatori che con la futura dirigenza.

 

I CONTRASTI CON TOTTI Gian Paolo Montali, uomo di successo nella pallavolo con la Sisley Treviso( due campionati, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Italia), l’Olympiakos Pireo(scudetto nel 1998) e con la Piaggio Roma(storico scudetto del 2000) e trascinatore della Nazionale Italiana come commissario tecnico agli inizi del Duemila, entra nel mondo del calcio assumendo la carica di consigliere del Consiglio d’Amministrazione della Juventus dal 2005 al 2009.

Dopo la chiusura del rapporto con la società di corso Galileo Ferraris, il 26 ottobre 2009 Montali diventa coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane dell'Area Sportiva della Roma. Un incarico che lascia molto perplessi i tifosi della Magica perché non si capisce bene quali siano veramente le mansioni del dirigente.

L’inizio del nuovo coordinatore si apre con delle polemiche, dopo le dichiarazioni dello stesso Montali su Totti: “E’ un ragazzo d’oro ma va gestito meglio”, frase che viene interpretata come un attacco al Capitano.

Ma il rapporto con il numero 10 giallorosso vive l’apice della crisi dopo la finale di Tim Cup della stagione 2009-2010: è il 5 maggio e all’Olimpico si gioca Roma-Inter.

L’atmosfera è bollente, perché la finale arriva pochi giorni dopo la farsa di Lazio-Inter 0-2 che ha permesso ai nerazzurri di restare primi in classifica.

Totti parte in panchina ed entra nel secondo tempo per tentare di rimontare il vantaggio firmato da Milito; la partita però ha un epilogo diverso, con il calcione rifilato dal Capitano giallorosso a Balotelli negli ultimi minuti di partita.

Un gesto che in modo pazzesco scatena l’acatarsi: nei giorni seguenti tutti, dagli uomini di calcio e di sport alla politica fino ad arrivare addirittura al Presidente della Repubblica, si scatenano a criticare Totti. In questo momento in cui il capitano è attaccato dal mondo intero, nel dopo partita anche Montali attacca il suo Capitano: “Il gesto di Francesco è un gesto non da Roma”.

Le dichiarazioni dell’ottimizzatore aggiungono benzina sul fuoco e Montali è costretto a rettificare il suo pensiero qualche giorno dopo: “Sono rimasto molto male, il rapporto professionale con Francesco è ottimo, come uomo e persona è splendido. Tutte le cose buone che si dicono di Francesco sono poche. Mi ha fatto molto male questo episodio,anche perché sono una persona diretta. Ho stima di lui come professionista ma soprattutto come uomo”.

La stagione agonistica termina con molti rimpianti per lo scudetto sfiorato fino all’ultima giornata: il rapporto con Totti però non sembra decollare neanche la stagione successiva, quando al di là di un inizio incerto e altalenante, iniziano a rincorrersi le voci sul cambio di proprietà, dopo che la Roma è stata messa ufficialmente in vendita nel luglio 2010.

Il 6 ottobre 2010, nella sua consueta rubrica sul Corriere dello Sport, Totti firma un articolo parlando del suo particolare momento e della situazione societaria: “Mi sono solo comportato da capitano e probabilmente qualche volta sono dovuto intervenire per difen­dere la Roma perchè altri non lo hanno fatto, forse per non esporsi perchè sono vittime di compromessi e sono già pron­ti a ricollocarsi in futuri assetti societa­ri”.

La “stoccata” di Totti a tutti sembra riferita allo stesso Montali; in quel periodo a Roma si parla di russi, cinesi, arabi, imprenditori italiani pronti a rilevare la maggioranza del club. La regia dell’operazione è di Banca Unicredit che sceglierà il 31 gennaio tra le 5 offerte vincolanti quella formulata dagli americani capitanati da Thomas DiBenedetto.

 

I CONTRASTI CON LA FUTURA PROPRIETA’ Nel momento di massimo caos a Trigoria, con Rosella Sensi ormai quasi delegittimata e Ranieri che lascia la nave dopo la sconcertante sconfitta contro il Genoa( da 0-3 a 4-3), Unicredit decide di promuovere Montali a direttore operativo del club giallorosso.

L’ex coordinatore diventa sempre di più l’uomo della Banca e l’uomo di transizione dalla vecchia società alla nuova società a stelle e strisce.

Nel frattempo DiBenedetto fa il suo primo assaggio di Roma, con un viaggio di tre giorni dove vengono messi a punto i dettagli del contratto che sarà firmato a Boston il 15 aprile.

DiBenedetto affida la sua comunicazione alla società Open Gate Italia, società specializzata in attività di public affairs, regolamentazione e comunicazione strategica gestita da Tullio Camiglieri, ex Direttore Comunicazione e Relazioni Estere SKY Italia.

Il tycoon americano rilascia le prime interviste alla Rai e  a Mediaset e sulla carta stampata alla Gazzetta dello Sport e dopo Roma-Juventus 0-2 del 3 aprile, DiBenedetto lancia un messaggio appena finita la partita: Bisogna dimenticare immediatamente questa partita e gurda­re subito avantiSono convinto che giocando come sanno, i ragazzi sa­ranno in grado di recuperare i 6 punti che mancano per la Champions, nostro tra­guardo fondamentale”.

Le continue uscite di scena del gruppo americano fanno però agitare Montali che risponde piccato con un comunicato il 22 aprile:"Non c'è una comunicazione As Roma che non sia quella nostra ufficiale. Io mi sono preoccupato di vedere se ci fosse un altro canale che si occupasse della nostra comunicazione. Mi è stato riferito che nessuna persona con nessun titolo e nessuna delega può parlare a nome di chi lavora per la Roma, e neanche per il nuovo presidente. Quindi per quanto riguarda la nostra comunicazione, il punto di riferimento è il nostro ufficio stampa. Chiunque parli anche a nome del nostro presidente non è una fonte ufficiale. Non c'è un secondo canale parallelo a quello ufficiale".

È senza dubbio anomala la situazione che si viene creando con i due maggiori soci, Unicredit e americani, in contrasto tra loro sulle strategie da impostare per il futuro.

Ma non è finita qua: il 13 maggio Montali lancia un avvertimento ai nuovi proprietari, acuendo ancora di più la vicenda:"Quando arriverà la nuova proprietà dovrà essere molto chiara con i nostri tifosi, perché il nostro pubblico capisce tutto e merita rispetto".

Molti gli interrogativi che lasciano sospetti l’ambiente, in rapporto al ruolo che ricopre Montali in quel momento, forse desideroso di sapere quale sarà il suo incarico nel prossimo futuro.

Il resto è cronaca di questi giorni: Sabatini pretende maggiore chiarezza negli incarichi da ricoprire( lo stesso Montali non avalla la scelta di presentare Sabatini a Trigoria a fine aprile: “Se Sabatini verrà a Trigoria la prossima settimana potrà nascere un problema: noi un direttore sportivo ce l’abbiamo già…”) per iniziare a impostare la squadra del futuro e scegliere il nuovo allenatore.

Non c’è più tempo da perdere e le liti interne hanno solo l’effetto di ritardare l’inizio del nuovo progetto che ancora deve cominciare. La Roma non può più aspettare.