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Monchi, testa o cuore: a Siviglia mangiallenatori ma con Di Francesco…

LaPresse

In Spagna i suoi tecnici hanno avuto una permanenza media di un anno e sette mesi. Come quella dell'ex Sassuolo con la Roma. Ma lui lo difende: "Io sto con Eusebio"

Mirko Porcari

"Chiedete a Monchi se Di Francesco resta". James Pallotta passa la palla al direttore sportivo, un messaggio dal presidente al plenipotenziario spagnolo per decidere il futuro del tecnico. Dentro o fuori, un bivio davanti al quale Monchi si è trovato diverse volte in passato, quando anche al Siviglia aveva potere decisionale in fatto di allenatori: nove in sedici anni (da Joaquín Caparrós a Jorge Sampaoli), un bilancio che certifica come l'ex portiere non abbia paura di usare la testa e affrontare in solitaria le scelte sul destino della guida tecnica. Una permanenza media sulla panchina di un anno e sette mesi, praticamente lo stesso lasso di tempo concesso a Di Francesco, tornato a Trigoria dal giugno del 2017.

I dati sembrano indirizzare verso un cambio imminente, ma le parole e il cuore suggeriscono scenari diversi: "Io sto con Eusebio". Il leitmotiv che accompagna le settimane giallorosse dall'inizio dell'anno, con lo spagnolo a fare da scudo all'allenatore nonostante i malumori della piazza e di parte della dirigenza. L'epilogo della gara contro il Cagliari rischia di rappresentare un punto di non ritorno nel rapporto tra spogliatoio e area tecnica: dopo il triplice fischio, nel cuore della Sardegna Arena ci sono stati dei confronti tra tecnico e giocatori, con Monchi pronto a difendere l'operato di Di Francesco e a sottolineare la delusione per i limiti caratteriali mostrati dalla squadra per gran parte del secondo tempo.

Di fondo c'è la consapevolezza di due destini legati tra loro:"Se cercate un responsabile eccolo, sono io. Sono fiducioso e confido al cento per cento in Di Francesco, perché è un grandissimo allenatore", parole lontane poco meno di tre mesi che però tornano costantemente d'attualità, giusto per far capire che in caso di allontanamento del tecnico, l'addio potrebbe essere doppio.

Il sogno, nemmeno troppo nascosto, è di ripetere i successi ottenuti al Siviglia con Unai Emery: tre Europa League a coronamento di una scelta fatta dopo cinque anni trascorsi tra le incertezze di altrettanti esoneri, una tranquillità raggiunta lavorando fianco a fianco per la crescita del club. Il percorso con Di Francesco era cominciato con la stessa voglia di riprendere in mano il destino di una Roma scossa dall'addio di Totti e dai veleni di Spalletti: la cavalcata in Champions e l'amore ritrovato dei tifosi avevano suggellato un tandem capace di mescolare la passione andalusa al carattere abruzzese. Dopo poco più di un anno e mezzo, però, le certezze si sono trasformate in dubbi e adesso Monchi si trova di fronte a una scelta che passa dalla testa ma mette alla prova il cuore.