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Monchi: “Con lo stadio saremo più potenti. Si vende perché ci sono norme da rispettare”

Le parole del d.s. spagnolo: "Prima di acquistare un giocatore ci informiamo anche sulla sua famiglia. Mercato? Tutte le società generano plusvalenze per creare un organico di alto livello"

Redazione

Monchi a tutto tondo. Il d.s. spagnolo ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Fox Sports, che verrà trasmessa venerdì alle 19.30. Ecco un'altra anticipazione delle sue parole.

Sulla filosofia nella scelta di un calciatore.

Io sempre mantengo una teoria che non so se sia giusta o sbagliata. Non possiamo dimenticarci che un calciatore è un calciatore e una persona. Il giocatore difficilmente dimentica di giocare a calcio, se ha qualità quella rimane. Alcune volte dimentichiamo che il rendimento del giocatore non ha nulla a che vedere con il giocatore, ma con la persona che sta dietro al giocatore. Pertanto dobbiamo provare a conoscere, più rapidamente possibile, questa persona per approfondirla sotto tutti i punti di vista, informandoci direttamente sul giocatore e su quello che gli sta intorno, come la famiglia. Perché se arriviamo alla persona e siamo capaci di porla in uno stato di felicità, il giocatore giocherà meglio. La virtù della società e della squadra deve essere quella di accorciare i tempi di inserimento e adattamento. Fortunato quando Rakitic trovò una fidanzata andalusa? Questo rientra nel fattore fortuna che anch'esso esiste.

Sullo stadio.

La capacità di generare incassi che un nuovo stadio evidentemente presuppone, farà in modo che vengano reinvestiti per diventare una società più moderna e soprattutto più potente.

Sulla permanenza dei giocatori forti alla Roma.

Questo è il nostro pane quotidiano, come si dice in Spagna, l'eterna discussione se si vende tanto o meno. La Roma vende, quasi tutte le squadre del mondo vendono. L'ho già detto tante volte, non si vende perché si vuole vendere ma perché ci sono delle norme da rispettare che ti obbligano a far quadrare il bilancio e generare una plusvalenza per poter avere un organico di alto livello. È lo stesso discorso che facevo a Siviglia e lo conoscete a memoria.

Tre persone che non conosce per andare a cena. Chi sceglie?

Difficile. Andrei possibilmente con Gesù Cristo, con un politico importante e con uno storico. A me piace molto la storia, la politica e sono molto cattolico, per questo scelgo queste tre persone.