La Roma sta vivendo la sua prima stagione con l'accoppiata Di Francesco-Monchi, che soprattutto in Champions League sta portando a grandi soddisfazioni. Il ds spagnolo ha affrontato e battuto una squadra che conosce molto bene come il Barcellona, avversario di tanti anni ai tempi del Siviglia. A un anno dal suo insediamento il dirigente giallorosso si è ormai integrato nella capitale: "Ancora oggi continuo a rispondere ai messaggi di persone che si sono congratulate con me martedì, è stata un'ondata di affetto in pochi minuti", racconta Monchi a El Economista. "Mi piace molto il mio lavoro, ognuno ha il suo modo di fare le cose e sono tutte rispettabili. Ho notato di essere migliorato, ma ho bisogno di continuare a imparare ogni giorno, soprattutto dalla mia famiglia".
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Monchi: “Col Barcellona fondamentale l’aspetto fisico, l’unione con i tifosi era incredibile”
Il ds giallorosso: "Non mi trattengo molto a festeggiare di solito, ma dopo il Barça sono andato a dormire tranquillo e felice"
IL METODO MONCHI - "Economicamente parlando, prima di fare qualcosa devi sapere in quale club ti trovi. Quando conosci il tuo club cominci a fare le prime operazioni, al Siviglia siamo partiti quasi da zero ma nella Roma questo passaggio era già passato. Non significa che non bisogna continuare a fare plusvalenze per continuare a crescere. E' essenziale trovare talenti che diano risultati sportivi ogni giorno e che in futuro possano generare introiti. Dopo 30 anni nel calcio realizzi che ci sono momenti difficili, ma devi sapere come superarli. Se hai la coscienza a posto al fine giornata starai bene con te stesso. Quando stai facendo bene devi tenere i piedi per terra. Quando ero bambino mi dicevano che dobbiamo essere pazienti per ottenere risultati e la vittoria col Barcellona è un ulteriore prova che non mi hanno ingannato. I nuovi ds vengono etichettati come nuovi Monchi? Non mi considero tanto importante, né è una cosa che mi disturba. Se si dice così è perché mi rispettano. Sono grato per questo, ma è esagerato..."
IMPRESA BARCELLONA - "L'esultanza di Pallotta? Non mi trattengo molto a festeggiare, ma ricordo che quando sono arrivato a casa ero molto felice e sono andato a letto tranquillo. Nelle settimane precedenti sapevamo di avere le nostre possibilità. L'aspetto fisico è stato importantissimo, tutte le palle contese erano nostre. L'atmosfera dello stadio era incredibile perché giocatori e tifosi erano uniti in uno stato di assoluta gioia che ora non saprei descrivere. Quando abbiamo battuto il Barcellona però ho dormito molto bene".
Sul Siviglia: "Mi ha dato molto come giocatore e direttore sportivo, sarò eternamente grato. Speravo che eliminasse il Bayern Monaco. Quando sono andato a dormire dopo Roma-Barcellona ho pensato 'ora tocca al Siviglia'."
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