Il lancio di Ibanez per Mayoral, quello di Zalewski per Pellegrini, quello di El Shaarawy per Dzeko. E poi, ancora, le ripartenze dello stesso Edin e di Zaniolo. La Roma che fa cinque gol al Debrecen (e due ne incassa, ma più per errori individuali e dei portieri) è una Roma che non fa le cose casualmente. Lancio dalla difesa o dalla trequarti, taglio dell’attaccante. E poi: cross dei difensori, inserimenti delle punte. E, infine, centrocampisti che tentano spesso il tiro (vedi il palo di Pellegrini). Se c’è una cosa che la Roma di Mourinho ha messo in mostra in queste prime 4 amichevoli - due visibili e due no - è che il tecnico portoghese chiede cose semplici: 4-4-2 in fase difensiva (ieri Pellegrini si metteva spesso vicino a Borja), verticalizzazioni, tagli, conclusioni. A volte il calcio può essere anche una cosa semplice se le cose semplici vengono fatte bene e con intensità. È proprio in nome di questa intensità che Mou ha scelto il programma del ritiro portoghese: un allenamento al giorno (oggi ci sarà di pomeriggio), scarico e partite. Allenarsi giocando perché l’intensità deve essere doppia.
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Modulo duttile, tagli verticali e intensità: così Mourinho sta plasmando la Roma
Nel ritiro di Faro un allenamento al giorno e tante partite per essere pronti fisicamente e mentalmente. E presto lo staff del portoghese potrebbe allargarsi
Il pressing e la testa veloce
Mourinho vuole una squadra che sia intensa in campo, fisicamente, agile (molti giocatori hanno perso un paio di chili in questi giorni, anche qualcosa in più) ma anche intensa di testa. Ecco perché le tante partite. Al momento sono 7 quelle sicure, probabile che si arrivi a 9 prima del debutto in Conference League.
Qual è il modulo della Roma di Mourinho
Questo ciclo di amichevoli servirà anche a studiare meglio i moduli. Tre: 4-2-3-1 di base, ma anche 3-5-2 in fase offensiva e 4-4-2 in quella difensiva. A Frosinone Mourinho dava lezioni di tattica ai giocatori in panchina, spiegava loro i movimenti che voleva vedere e lo stesso fa in campo con il maxi schermo sul campo di allenamento e al chiuso della sala riunioni dove lascia molto spazio anche al suo vice, Sacramento.
Nuovo innesto?
Proprio per l’importanza della tattica e del lavoro che vuole fare, Mourinho sta pensando di ampliare il suo staff di lavoro. Ha chiesto alla società una nuova figura professionale, sono stati fatti dei colloqui interni ma per ora non è stato trovato il giusto profilo. Poco male, in Portogallo Mou lavorerà con i suoi, poi si vedrà. Di certo le tre parole chiave saranno sempre verticalità, tagli e intensità.
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