A gennaio Henrikh Mkhitaryan compirà 33 anni, consapevole di essere entrato nell'ultimo capitolo della sua carriera. Il giocatore armeno della Roma, a cui è legato fino a giugno del 2022, in una lunga intervista a 'Sport1' ha parlato anche del suo ritiro e del possibile ritorno al Borussia Dortmund, oltre ai temi della nazionale, i suoi trascorsi in Germania, le scelte, Raiola e tanto altro. "Spero di continuare a giocare il più a lungo possibile, ma dipende da molti fattori. A questa età non è più così facile prendersi cura del proprio corpo. La mia testa mi dice che potrei giocare tranquillamente altri cinque o sei anni, spero che anche il mio corpo ci riesca", le parole del numero 77 giallorosso che ha cominciato questa stagione in maniera poco brillante. Non solo, perché Mkhitaryan ha parlato anche del forte legame col Borussia Dortmund:"Mi ha reso il calciatore che sono oggi. Una cosa è certa: tornerò a Dortmund ad un certo punto. Non so se da giocatore, ma sicuramente da spettatore!"
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Mkhitaryan: “Spero di giocare altri sei anni. E prima o poi tornerò al Dortmund”
Il giocatore armeno della Roma ha rilasciato una lunga intervista: "Spero che il fisico mi supporti. Da giocatore o da spettatore, ma voglio tornare a Dortmund"
L'intervista completa di Mkhitaryan:
Pochi giorni fa l'Armenia ha perso 5-0 contro la Macedonia del Nordo: come è nata questa disfatta? Semplicemente non abbiamo giocato bene. Abbiamo iniziato male la partita e siamo stati severamente puniti per i nostri errori. È davvero amaro, perché avevamo grandi progetti. Avevamo una grande speranza che ci saremmo qualificati per un torneo importante per la prima volta proprio quest'anno. Purtroppo non ci siamo riusciti. Abbiamo lasciato dei punti contro Liechtenstein e Islanda.
Quali sono le tue aspettative per l'ultima partita di qualificazione ai Mondiali contro la Germania (in programma oggi, ndc)? Vogliamo dare tutto contro la Germania. Per molti dei nostri giocatori è la partita della vita. Vogliamo regalare ai nostri tifosi una bella conclusione.
Cosa avrebbe significato per te la partecipazione al Mondiale con l'Armenia? Certo, sarebbe stato un grande sogno diventato realtà. Abbiamo avuto la possibilità, ma l'abbiamo rovinata. Abbiamo tanti bravi giocatori giovani e spero che un giorno possano realizzare questo nostro grande sogno e rendere orgogliosa la gente del nostro Paese.
Per la terza volta giochi contro la Germania, finora hai perso 6-0 e 6-1: è ancora una partita speciale per te? È assolutamente speciale per me. In Germania sono diventato il calciatore che sono oggi. Ci vogliamo misurare con avversari del genere. Queste partite ci aiutano a progredire come squadra. I tedeschi ti mostrano in maniera molto dura dove devi fare meglio. Abbiamo perso tutte le ultime quattro partite contro la Germania, ma vogliamo rendere possibile l'impossibile, nonostante tutto.
Secondo te la Germania continua ad essere tra le migliori al mondo? Sicuramente! La Germania è ancora una delle più forti d'Europa. Ci abbiamo giocato due mesi fa e la qualità della squadra è semplicemente incredibile, anche nelle riserve. Secondo me è una delle favorite per il Mondiale in Qatar. Conosco ancora molti calciatori con cui ho giocato al Borussia Dortmund: Hummels, Gundogan, Reus e Ginter. La squadra è fantastica. Hanno anche molti giovani semplicemente fantastici.
Quali di questi giovani ti piacciono di più? Ho visto giocare Musiala, è già ai massimi livelli. Mi piace molto anche Wirtz, sono fantastici e hanno grandi carriere davanti a loro. Ma non sono sorpreso che questi talenti continuino a emergere. I tedeschi hanno sempre avuto un buon settore giovanile.
Hai giocato per il Borussia Dortmund tra il 2013 e il 2016... Ho ancora contatti in Germania, non dimenticherò mai il tempo che ho passato lì. Quello è stato il momento migliore per me come calciatore.
Ti eri trasferito dallo Shakhtar Donetsk. È stato un grande passo per me. Sono ancora grato a Jurgen Klopp, al club e ai miei ex compagni di squadra per avermi supportato. Mi hanno reso il calciatore che sono oggi, sono stati tre anni speciali. Una cosa è certa: tornerò a Dortmund ad un certo punto, non so se da giocatore, ma sicuramente da spettatore.
Hai giocato la finale della coppa tedesca nel 2014, 2015 e 2016, ma hai perso sia contro il Bayern che contro il Wolfsburg. Quanto ti ha fatto male? È un peccato. Andavamo in finale ogni anno e l'abbiamo sempre persa. È stata una cosa incredibilmente amara. Ma da un lato sono grato per aver raggiunto quell'obiettivo, ma mi dà fastidio non aver mai vinto quel titolo.
Nel 2016 non hai tirato il rigore contro il Bayern in finale... Oggi lo tirerei al 100%! In quel momento ero estremamente esausto e non ero abbastanza sicuro di me. Ho rifiutato e ho dato la possibilità a un compagno che si sentiva meglio, volevo aiutare la squadra. Col senno di poi, potrebbe essere stato un errore.
Ripensi ai tanti gol davanti al Muro Giallo (così è famosa la curva dei tifosi del Borussia Dortmund, ndc)? È un sogno per ogni calciatore giocare a Dortmund. Il Muro Giallo è pazzesco. Me lo sono goduto settimana dopo settimana. Fino ad oggi, i miei compagni di squadra all'Armenia e alla Roma mi hanno sempre chiesto com'è giocare davanti a 81.000 persone. Sono molto orgoglioso di far parte della storia del Borussia Dortmund.
Il Borussia ha convinto Haaland a firmare anche con un video del Muro Giallo. È stato così anche per te? Anche per me è stato cruciale. Nel 2012 ho giocato con lo Shakhtar Donetsk in Champions League a Dortmund. Dopo la partita ero completamente rapito e ho detto subito a Mino Raiola che avrei voluto giocare lì un giorno! Dopo alcuni mesi ho ricevuto l'offerta, era pazzesca. Il Muro Giallo è stato un fattore decisivo nella mia scelta.
Dopo tre anni hai lasciato il Dortmund e sei andato a Manchester, restando anche al centro di alcune discussioni visto che sei stato accusato di essere andato via solo per i soldi. In quel periodo sono state dette molte sciocchezze. La decisione è stata presa da me e dal club, insieme. Ma ovviamente c'è qualcosa che non è andato bene e che voglio tenere per me. Però non voglio parlare di questo. Quando ho sentito che il Manchester United era interessato a me, volevo andarci. Era il mio grande sogno giocare in Inghilterra. La gente ha detto che l'ho fatto solo per soldi, ma è una sciocchezza! Non ho mai giocato a calcio per soldi, altrimenti sarei andato in Russia o altrove. Ero felice a Dortmund, ma a volte bisogna prendere decisioni difficili, che possono capitare solo una volta nella vita, e devi ascoltare il tuo cuore.
Sei passato al Manchester United per 42 milioni di euro, Watzke ti ha criticato per questo. E c'è stata anche una discussione con il tuo agente Mino Raiola, perché si diceva che ti avesse forzato a trasferirti. Va tutto bene tra me e il signor Watzke. Ci siamo anche incontrati una volta, successivamente, e abbiamo anche parlato al telefono. Non dirò niente di male su di lui. Ha fatto un ottimo lavoro per il Borussia Dortmund, il club era quasi in bancarotta e ora è uno dei più grandi d'Europa. Ha fatto un lavoro incredibile. Il Borussia tira fuori sempre dal cilindro grandi talenti, auguro a lui e al club tutto il meglio.
Haaland o Lewandowski: chi è l'attaccante meglio? Sono giocatori diversi. È difficile fare un confronto. Ho giocato con Lewandowski per un anno, ma mai con Haaland. Robert è fantastico, le sue ultime due stagioni sono state semplicemente da 'Wow'! Ma il futuro appartiene ad Haaland. Sono entrambi grandi e meritano di essere i migliori attaccanti del mondo.
Uno di loro vincerà il Pallone d'Oro? Entrambi sono tra i candidati. Robert se lo meritava, ma sono sicuro che Haaland vincerà questo premio un giorno. Ha tutto per diventare il miglior attaccante del mondo.
Com'è davvero Mino Raiola? È sempre onesto. Ti dice quello che pensa in faccia. Lo conosco da nove anni ormai. È il mio agente, ma anche il mio migliore amico, posso sempre chiamarlo. Mi elogia dopo le belle partite, ma molto più importante è che se gioco male lui mi chiama e mi dice: "Henrikh, che razza di stro**ate hai fatto?" È davvero fantastico. È il miglior agente del mondo. Per lui è importante che i giocatori siano felici. Se non è così, ti prende e ti porta da qualche altra parte.
Hai lavorato con Tuchel, Klopp, Wenger, Emery, Mourinho. Chi è il migliore? Non c'è risposta a questa domanda, ho imparato molto da ogni allenatore. Ho avuto i miei anni di maggior successo con Tuchel. Era un allenatore brillante e una grande persona. È sicuramente uno dei migliori, ma ho preso qualcosa da tutti.
Le differenze tra Klopp e Tuchel? Sono molto diversi. Tuchel presta più attenzione alla tattica, Klopp è più uno psicologo, ti aiuta mentalmente e a volte ti abbraccia. Entrambi hanno molto successo e sicuramente sono i migliori allenatori del mondo, giustamente.
Hai 32 anni e il tuo contratto con la Roma scade nel 2022. Per quanto tempo sarai un calciatore professionista? Il più a lungo possibile, se posso. Ma dipende da molti fattori. A quest'età non è più così facile prendersi cura del proprio corpo. La mia testa mi dice: puoi gestire facilmente cinque o sei anni. E spero che anche il mio corpo possa farlo, ma so che non mi resta molto tempo. Quindi mi godo ogni secondo e assorbo tutto. Ad un certo punto, purtroppo, finirà. Chissà quando.
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