Henrikh Mkhitaryan - ospite al Festival dello Sport a Trento - ha parlato del suo rapporto con José Mourinho: “Mi ha fatto crescere come persona e come uomo. Io sono una persona che non ha mai mollato e non mollerà. Mi metteva in difficoltà perché voleva vedere se riuscivo a uscirne. Gli sono grato perché mi ha fatto capire cosa significa questo mondo del calcio. Faceva giochi psicologici per vedere se fossi forte mentalmente per giocare le partite più difficili. È il suo modo di allenare e di capire se si può fidare di te oppure no“. Il centrocampista armeno ha poi parlato della sua esperienza alla Roma: "Tutto è iniziato a metà agosto nel 2019. Mi chiama Raiola e mi dice ‘Dobbiamo andare via perché non sei felice. Preferisci Milan o Roma?’. Io ho detto che volevo giocare, poi in quel periodo il Milan si era focalizzato sull’acquisto di Taison dallo Shakhtar e gli ho detto ‘Beh in questo caso meglio andare a Roma’. L’accoglienza è stata una cosa pazzesca. Ho vissuto pure quel momento e sono molto grato. La piazza è molto calda e la gente è pazza, in senso positivo. Ho ritrovato la felicità e il piacere di giocare a calcio. Dal primo giorno è andato tutto benissimo. L'addio? Tutto è iniziato dopo il mio secondo anno alla Roma, quando ho avuto quella chiamata di Ausilio in cui mi ha detto che l’Inter mi voleva. Dopo quella telefonata non ci siamo più sentiti. Poi alla terza stagione alla Roma c’era il discorso del rinnovo. Tiago Pinto sapeva che mi piaceva la città e che volevo finire la carriera là. Dopo aver giocato contro l’Inter mi ha richiamato Ausilio. Noi eravamo ancora in corsa e dovevamo giocare la finale di Conference League ma ho detto sì perché la Roma non era molto chiara con me. La Roma mi ha detto di parlare con Mourinho e di dirgli cosa volevo. Ma era tardi e avevo già dato la mia parola all’Inter”.
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forzaroma news as roma Mkhitaryan: “Sarei rimasto a vita a Roma, ma il club è stato poco chiaro con me”
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