Periodo tanto decisivo quanto complicato per la Roma, che ieri sera è incappata nella terza sconfitta consecutiva e non accadeva dal 2014. I giallorossi hanno la chance immediata per interrompere questa serie negativa affrontando il Palermo al Barbera e arrivare al meglio al ritorno con il Lione giovedì prossimo. Fabrizio Miccoli, ex gloria rosanera ha parlato della sfida di domenica attraverso le pagine del match program, ecco le sue dichiarazioni.
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Miccoli: “Io per il Palermo come Totti per la Roma. Mi sarebbe piaciuto giocare nella capitale”
L'ex attaccante rosanero: "In passato ho dato qualche dispiacere ai giallorossi. Domenica una partitaccia per i rosanero"
Fabrizio Miccoli è stato un incubo ricorrente nelle sfide tra Roma e Palermo. Segnava tanto e lui stesso lo riconosce a distanza di qualche anno: “È vero, vi ho dato qualche dispiacere in passato…”. Oggi quel pericolo non c’è più perché l’ex numero dieci rosanero ha concluso la carriera da calciatore e ora gestisce una scuola calcio nel Salento (a San Donato) che porta il suo nome ed è sotto l’egida di AS Roma Academy. Lo scorso giovedì 9 marzo lui e i suoi ragazzi sono stati ospiti a Trigoria per una visita e una partita amichevole: “Portare lo stemma giallorosso sulle nostre maglie è per noi motivo di grande onore. Siamo contenti di questa collaborazione, abbiamo un ottimo rapporto con Bruno Conti”, racconta Miccoli oggi all’età di trentotto anni.
Una sensazione della giornata che ha vissuto in questa settimana al “Fulvio Bernardini” con la sua squadra di San Donato?
“È stata una bella esperienza. Eravamo già venuti in visita in passato e speriamo di replicare tra qualche tempo. Questa volta abbiamo portato i giovani nati nel 2002 e nel 2003. Per loro vedere una struttura così organizzata è importante tanto quanto una lezione di calcio sul campo. La Roma è una grande squadra e una grande società”.
Da calciatore sfiorò mai la maglia giallorossa?
“Tanti anni fa ci fu qualche chiacchiera, ma nulla di più. Non mi sarebbe dispiaciuto giocare nella Roma, ho sempre detto che è una delle piazze più affascinanti d’Italia per la città e il calore dei tifosi”.
Cosa ha rappresentato per lei il Palermo?
“Palermo per me è stato tutto. Tutto davvero. Una seconda casa. Gioia e dolori. Qualificazioni per le coppe europee e amare retrocessioni. Tutto quello che ho fatto per questa società l’ho fatto con il cuore, sono orgoglioso di aver difeso i colori rosanero a lungo e di aver segnato molti gol importanti”.
Alla Roma, ad esempio, ne segnò sei in cinque partite diverse.
“Andò male, è vero, ma non rinnego nulla. Arrivai a Torino che ero molto giovane dopo un bella stagione con il Perugia di Cosmi. Ebbi la fortuna di imparare tante cose al fianco di grandi campioni, poi loro decisero di fare altre scelte e di mandarmi a giocare alla Fiorentina e al Benfica. È stata comunque una parentesi che ha contribuito alla mia crescita di calciatore. Non fu positiva, però ci sta che possa andare male qualche esperienza in un lungo percorso”.
Lei è soddisfatto di quanto fatto in carriera?
“Avrei potuto fare di più con i mezzi tecnici che avevo. Ma io ho un carattere particolare. Ho preferito fare la storia del Palermo piuttosto che accettare offerte più vantaggiose dal punto di vista economico. Ma non mi pento assolutamente, come ho già detto sono orgoglioso di quello che ho fatto per il Palermo diventando il capitano. Un po’ come Totti nella Roma, ma la storia di Francesco è straordinaria e anche più bella della mia”.
Nel Palermo ha giocato al fianco di talenti diventati oggi dei top player del panorama europeo: Cavani, Pastore e Dybala. Se dovesse fare un podio di questi tre?
“Beh, per età e prospettiva metto al primo posto Paulo Dybala. È un grande campione ed è ancora molto giovane essendo del 1993. Subito dopo gli altri due giocatori del PSG. Cavani è diventato un grande bomber, Pastore non gioca sempre però la sua classe non si discute. Certo, non saranno contentissimi in questi giorni dopo la rimonta subita nella partita di Champions League con il Barcellona…”.
È cronaca: nel 2013 non si lasciò in buoni rapporti con il presidente Zamparini. Da pochi giorni il Palermo ha cambiato padrone passando nelle mani di Paul Baccaglini. Si è fatto un’idea di questo cambio di proprietà?
“Non voglio giudicare perché non ho elementi per farlo e non voglio parlare di Zamparini che non ho più sentito. Spero soltanto che la città di Palermo – dove vado spesso – torni ad avere una squadra all’altezza della sua gente. Lo meritano i palermitani”.
Palermo-Roma di domenica sera che partità sarà?
“Una partitaccia per il Palermo, nessuno dubbio. Con l’arrivo in settimana della nuova proprietà non so se i giocatori avranno stimoli in più per mettersi in mostra, ma la Roma viene da tre sconfitte consecutive tra Coppa Italia, campionato e Europa League, dunque sarà arrabbiata e vorrà tornare a fare risultato. Non mi sbilancio in un pronostico, ma vedrò la partita molto volentieri”.
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