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McCarthy: “Mourinho voleva che festeggiassi, altrimenti non avrei più giocato”

McCarthy: “Mourinho voleva che festeggiassi, altrimenti non avrei più giocato” - immagine 1
Lex giocatore del Porto vincitore della Champions nel 2004 racconta un aneddoto dopo la sfida col Manchester, per cui il sudafricano non era troppo felice dato il suo affetto per i Red Devils

Redazione

Benni McCarthy apre il cassetto dei ricordi tornando alla cavalcata trionfale del Porto di Mourinho della Champions League 2003/04. In quel percorso il sudafricano segnò due gol nella sfida al Manchester United, anche se dopo il match ha confessato di non essere troppo felice dal momento che i Red Devils erano la squadra per cui faceva il tifo e sognava di giocare: “Il mio sogno era segnare una volta all'Old Trafford, non eliminare lo United- racconta a 'FourFourTwo' -. Mourinho mi ha bastonato dopo la partita perché non ero molto felice. Mi ha detto che se non mi fossi tirato su di morale non avrei più giocato nella sua squadra”.

McCarthy prosegue con il racconto e rivela come lo Special One ha caricato il Porto prima di quel match: "Ha detto di mantenerci compatti e impedirgli di segnare, altrimenti saremmo stati fregati. Ma se ci avessero segnato allora avremmo attaccato e giocato come all'andata. Altrimenti lo 0-0 ci sarebbe andato bene". Alla fine il Porto ha vinto la Champions League: "È stato il momento più bello della nostra carriera, ma i festeggiamenti sono stati strani perché Mourinho non c'era. Sapeva che sarebbe andato via per il Chelsea; lo sapeva anche il club. Fondamentalmente, anche i tifosi lo sapevano, il che poteva significare anche qualche minaccia per lui. Pensavo che avrebbe festeggiato, ma credo che Jose fosse preoccupato per la sicurezza della sua famiglia. Ha lanciato la sua medaglia tra la folla ed è semplicemente venuto da noi uno a uno, ci ha detto che era stato un piacere e ci ha salutato".