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Marquinhos, la scelta giusta di Sabatini

(di Alessio Nardo) Per fare affari, sul mercato, servono intelligenza, scaltrezza, competenza ed un pizzico di fortuna.

Redazione

(di Alessio Nardo) Per fare affari, sul mercato, servono intelligenza, scaltrezza, competenza ed un pizzico di fortuna. Avr? fatto i suoi errori, le sue scelte sbagliate, a volte sbagliatissime. Ma Walter Sabatini resta un numero uno. Un vero signore del mercato. Lo si ? capito negli anni, con le scoperte illustri dei vari Kolarov, Lichtsteiner, Muslera, Radu, Pastore, Ilicic, Lamela. Tanta gente portata in Italia, spesso a prezzi contenuti, rivenduta o rivalutata a quotazioni da fantascienza. Le ultime perle risalgono alla scorsa estate. Un periodo di lenta e dolorosa "rifondazione bis" per la Roma, fresca di naufragio luisenriquiano. Nuove, deliziose chicche del feroce ds umbro. Un tipo che naviga con la fantasia, studia, osserva e affonda quando ? il momento di farlo. Questa la differenza tra il semplice operatore di mercato e l'esperto con la E maiuscola. Sabatini, sfidando lo scetticismo di molti, ha portato a Roma Dod? e Cast?n. Il primo, guai fisici a parte, sembra possedere tutto per far strada. Il secondo, roccioso e carismatico, si ? imposto come uno dei migliori centrali difensivi del campionato.

Il capolavoro assoluto ? stato l'ultimo, in ordine cronologico. O meglio, il penultimo, considerato l'arrivo di Goicoechea il 31 agosto. Marcos Aoas Correa, maggiorenne da appena tre mesi. Per molti, uno scherzo. Ma s?, dopo Marquinho anche Marquinhos. E via alle filastrocche. Tanti i delusi di turno, tra chi sognava Garay, chi Rhodolfo e chi Bruno Uvini, classe 1991, chiacchieratissimo ex capitano della Sele?ao Under 20, finito in extremis al Napoli di Mazzarri. Quasi nessuno osava fidarsi di un terzo centrale cos? giovane e inesperto, con sei misere apparizioni nel Brasilerao. Per giunta, messo alle spalle dell'incognita Cast?n e del malconcio Burdisso. A Zeman, maestro di giovani, ? bastato un mese per intuire le maestose qualit? del bimbo prodigio di San Paolo. Tutti noi, qausi increduli, abbiamo ammirato la rapida evoluzione di un talento destinato ad una super carriera. Veloce, tecnico, intelligente. Impeccabile nelle chiusure, bravo nell'impostare, straordinariamente a suo agio nel coordinare e comandare la difesa. Marquinhos ha solo 18 anni e l? dietro ? gi? il padrone. Un predestinato con le stimmate del leader.

Domenica, a Napoli, non ci sar?. L'espulsione folle rimediata durante Roma-Milan lo ha tolto dall'affascinante confronto con i fenomeni di Mazzarri. Cavani, Hamsik e Insigne si troveranno di fronte gli altri due, Nicolas e Leandro, col buon Marcos costretto a pazientare in tribuna. Il tutto mentre in casa Napoli neanche la squalifica per sei mesi di Paolo Cannavaro ? servita ad aprire le porte della prima squadra a Bruno Uvini Bortolan?a. Di lui si ? parlato per due estati di fila, proprio come si fa per i gioielli pi? pregiati. Accostato a quasi mezza Europa, finito prima al Tottenham e poi in Italia, con il brillante bottino (scusateci l'ironia) di zero presenze zero. Anzi, solo una, in azzurro, nell'inutile gara d'Europa League contro il PSV Eindhoven, peraltro persa per 3-1. Questo il differente destino di due giovani difensori brasiliani. Il primo, Marcos, ignorato dal mondo. Il secondo, Uvini, sbattuto sulle prime pagine di quotidiani e siti sportivi per mesi. La dimostrazione pi? pratica che il mercato non si fa seguendo la pedina chiacchierata, ma quella scovata e studiata da vicino. Walter Sabatini, in tal senso, ? stato ed ? un fuoriclasse. Per Marquinhos e non solo, il popolo giallorosso dovr? dirgli grazie per un bel po'.