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Mario Rui e i portoghesi della Roma: un percorso da invertire

Ednilson, Abel Xavier e Antunes: nessuno dei tre lusitani ha lasciato un ricordo tangibile in maglia giallorossa

Alessio Nardo

Sono giorni importanti ed emozionanti per il Portogallo del calcio. La nazionale di Fernando Santos e Cristiano Ronaldo ha appena ottenuto l'inaspettato (ma alla fine meritato, perché il campo ha quasi sempre ragione) accesso alla finalissima di Euro 2016, che disputerà a Saint-Denis contro la vincente di Francia-Germania. Un traguardo eccezionale, raggiunto una sola volta dai lusitani nell'ormai lontano 2004, nell'Europeo di casa, per giunta con una squadra sulla carta molto più forte di quella attuale.

Non fa parte della rosa portoghese un calciatore che avrebbe probabilmente meritato maggior considerazione. Quel Mario Rui reduce da tre stagioni super sotto il profilo del rendimento ad Empoli. Chiuso da Eliseu del Benfica e dal nuovo talento Raphael Guerreiro, appena acquistato a suon di milioni dal Borussia Dortmund. In Toscana, d'altronde, Mario Rui non ha potuto godere di una grandissima vetrina a livello internazionale, ma ora vuol cambiar rotta: a 25 anni (li ha compiuti poco più di un mese fa, il 27 maggio) ha intenzione di aprire una pagina nuova della sua carriera, mettendo nel mirino grandi obiettivi con la Roma e magari, chissà, il mondiale 2018 in Russia. La storia dei giocatori portoghesi che hanno vestito la maglia della Roma è tutt'altro che felice. Sono soltanto tre nella storia. Il bilancio, misero e malinconico, non va oltre le quindici presenze complessive in gare ufficiali.

Il primo calciatore lusitano della Roma è una di quelle meteore che solo i malati di calcio e di storia giallorossa possono ricordare. Pedro Rocha Andrade Mendes, meglio conosciuto come Ednilson, nato a Bissau il 25 settembre 1982. Centrocampista centrale non dotatissimo fisicamente, guineense di nascita ma naturalizzato portoghese (giocò anche 28 gare con la nazionale Under 21, segnando 2 gol), si mise in mostra nella Primavera romanista sul finire degli anni 90, riuscendo a rimediare una fugace apparizione in prima squadra agli ordini di Fabio Capello: giocò infatti gli ultimissimi minuti di Roma-Fiorentina (19 febbraio 2000, vittoria per 4-0) prendendo il posto di Hidetoshi Nakata. Dopodiché un lungo girovagare tra Portogallo, Grecia, Serbia, Georgia, Cipro e Ungheria. Ha chiuso la carriera in largo anticipo senza raccogliere grandissime soddisfazioni, se non la vittoria del campionato serbo nel 2008.

Portoghese fu anche l'ultimo "colpo" da direttore sportivo di Franco Baldini, nel gennaio 2005, pochi mesi prima di dire addio alla Roma. O meglio, arrivederci. Da svincolato approdò in giallorosso Abel Xavier, allora 32enne, reduce da una carriera tutto sommato brillante con tante maglie indossate (Benfica, Bari, PSV Eindhoven, Everton, Liverpool, Galatasaray, Hannover 96) e da una lunga ed onorata militanza in nazionale. Ahinoi giunse nella Capitale non in grandissima forma, al di là del look sempre originale, venendo utilizzato col contagocce da Luigi Delneri prima e Bruno Conti poi. Altro giro, altro terzino. Nell'estate 2007 venne prelevato un giovane mancino di belle speranze, pilastro dell'allora Under 21 lusitana: Vitorino Gabriel Pacheco, in arte Antunes. Un flop. Solo 11 presenze complessive ma un discreto proseguo di carriera soprattutto con le casacche di Malaga e Dinamo Kiev. Per caratteristiche Mario Rui lo ricorda parecchio. Ci auguriamo che il responso del campo sia ben diverso.