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forzaroma news as roma Mancini si racconta: “La Conference un orgoglio. Con Gattuso rapporto puro e vero”

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Mancini si racconta: “La Conference un orgoglio. Con Gattuso rapporto puro e vero”

Redazione
Il difensore giallorosso si apre al canale ufficiale della Nazionale: "Quando oggi entro in campo con l'Italia la prima cosa che mi viene mente sono quegli inni cantati con gli amici"

Gianluca Mancini si racconta. Il difensore della Roma, tra i leader dello spogliatoio e soprattutto in campo con una stagione di altissimo livello, ha rilasciato un'intervista a 'Vivo Azzurro TV', canale della Nazionale Italiana, nell'ultimo raduno azzurro ma pubblicata solo oggi. “Mio nonno aveva costruito un campetto da calcio intorno alla sua terra. Era il nostro piccolo centro sportivo. C’erano il calcio, la scuola e tanti sogni che si sono poi realizzati. A sette anni ho iniziato a giocare nella squadra del Paese. Mio padre mi ha sempre fatto vivere il calcio in maniera serena, felice. Lo prendevo come un gioco e con tanta spensieratezza, magari questa cosa mi ha fatto arrivare nel calcio dei grandi”, racconta. Poi la Fiorentina, il Perugia e l'esordio in B: “Lì ho capito che il calcio era diventato un lavoro”. Quindi Atalanta e Roma, dove ha ritrovato Gian Piero Gasperini. Nel frattempo, però, è cresciuto anche e soprattutto come uomo: “I momenti più importanti della mia vita sono stati la nascita delle mie bimbe, il matrimonio, l’esordio in Serie A e quello in Nazionale. E poi la vittoria della Conference League: vedere tutte quelle persone a Roma mi ha riempito d’orgoglio”.

Mancini spiega poi anche il suo legame con Marco Materazzi, tra il tatuaggio e il numero di maglia:La passione per Materazzi nasce principalmente nel Mondiale del 2006. Avevo dieci anni e lui fu protagonista assoluto. Vedendolo giocare l’ho sempre apprezzato per la personalità, la grinta, per il fatto che nel bene e nel male ci metteva sempre la faccia. A Perugia poi ho avuto la possibilità di conoscerlo, da lì è nata la nostra amicizia”. Eppure Gattuso qualche settimana fa lo ha paragonato, in maniera provocatoria, a Cafu:“È stata una battuta che mi ha fatto piacere, certo che accostarmi a un mostro sacro come Cafù… Il mio rapporto con Gattuso è bello, puro, vero. È una persona che ha saputo creare in poco tempo quello che va creato all’interno di una squadra”. Ora Mancini sta diventando importantissimo anche per l'Italia: “La Nazionale ha rappresentato sempre tanto. Le estati le passavo con gli amici al bar o a casa a vedere le partite dell’Italia, mi mettevo la mano sul petto e cantavo l’inno. Quando oggi entro in campo con la Nazionale la prima cosa che mi viene mente sono quegli inni cantati con gli amici. La voglia di andare ai Mondiali è tanta. Siamo concentrati su quello che dobbiamo fare, bisogna prepararci al meglio e arrivarci con una consapevolezza forte”.