(repubblica.it - M.Pinci) La quattordicesima sconfitta stagionale della Roma finisce con la prima, vera contestazione a Luis Enrique e alla sua squadra.
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Luis, siamo ai saluti? “Non starò qui in eterno…”
(repubblica.it – M.Pinci) La quattordicesima sconfitta stagionale della Roma finisce con la prima, vera contestazione a Luis Enrique e alla sua squadra.
Se la curva sud aveva aperto la sfida alla Fiorentina con un fiducioso "Adelante Luis", a fine partita i cori contro l'allenatore asturiano provenienti dal cuore del tifo romanista erano rumorosi e unanimi: "Vieni fuori Luis". A calmare gli animi hanno provato, a fine partita, Baldini, Sabatini e Fenucci, stretti per una ventina di minuti in un fitto colloquio con alcuni tifosi che chiedevano "MANCA UN GIORNO IN MENO A QUANDO ME NE ANDRO'" - "Me ne andrò se non avrò più la fiducia dei tifosi", aveva detto alla vigilia l'allenatore di Gijon. Anche per questo, forse, nel dopopartita il suo umore è più che nero, e i suoi dubbi sul futuro sono certamente più densi rispetto a ventiquattro ore prima: "A fine stagione mi prenderò le mie responsabilità". Luis Enrique ha lo sguardo nervoso di chi sa di non aver più alibi, eppure si mostra orgogliosamente combattivo, soprattutto davanti ai microfoni: "So che non vi piaccio, ma tanto non starò qui in eterno. Me ne andrò quando lo dirò io, però, non quando volete voi. Perché questo è il momento di stare vicino alla squadra, non di scappare". Non oggi almeno, domani chissà. Ascoltando lo sfogo quasi violento dell'asturiano in sala stampa sembra di respirare il prologo di un addio a fine stagione: "Oggi manca un giorno in meno a quando me ne andrò, ora penso solo a queste quattro partite che mancano alla fine". Un countdown a tutti gli effetti quello di Luis Enrique, nonostante - forse schiavo di quella continua voglia di stupire - provi a poi a non anticipare nessun colpo di scena: "Non ho ancora deciso niente del mio futuro". Eppure, di indizi ne semina non pochi, nel corso del pomeriggio. "Questa è una società diversa da tutte le altre, le auguro i migliori esiti". Esito, stavolta, sembra davvero la parola giusta. BALDINI: "FINCHE' DECIDERO' IO LUIS RESTERA'" - Neanche Baldini, in fondo, sembra davvero certo della sua permanenza: "Finché potrò decidere io l'allenatore sarà Luis Enrique anche l'anno prossimo, non ho dei dubbi su di lui ma su me stesso". Parole che sembrano aprire addirittura interrogativi sul futuro del direttore generale, che alcuni mesi fa si sbilanciò al punto di confidare: "Il mio destino è indissolubilmente legato a quello di Luis Enrique". Quasi un "Salti tu-salto io", come nei giochi dei bambini. Tutt'altro che un gioco però la situazione della Roma a questo punto dell'anno. Abbastanza da alimentare la delusione del tecnico, condivisa da Baldini: "Evidentemente in lui c'è l'amarezza e la delusione di un uomo di sport che credeva di giocarsi le carte per la Champions. Questo però non vuol dire che abbia deciso qualcosa", spiega. Anche perché la società aveva messo in conto anche le brutte figure: "Ci aspettavamo un anno così, con queste difficoltà. Non siamo molto lontani da dove pensavamo di poter essere a questo punto della stagione. Abbiamo avuto diverse chance di fare il salto di qualità, ogni volta che le abbiamo mancate il pensiero del fallimento è venuto ma le soluzioni sono frutto di discussione interna e non le dirò ai microfoni di una tv". DE ROSSI: "LUIS BRAVO MA SFORTUNATO" - Una soluzione, per la verità infruttuosa, è quella che la squadra aveva provato a inseguire da qualche mese, come spiega Daniele De Rossi: "C'è stato qualche piccolo correttivo nel gioco, giocare bene ci portava a subire molti contropiede, abbiamo perso così tante partite contro squadre di minor qualità". Il regista però non si rimangia le parole di apprezzamento espresse in passato nei confronti dell'allenatore asturiano: "Penso che sia uno dei più bravi allenatori, e a me hanno allenato Capello e Spalletti, non pizza e fichi. Forse non sarà il più bravo ma nemmeno il più fortunato". Sfortuna, maledetta sfortuna. Eppure la sorte non basta a spiegare una stagione con 16 sconfitte e 50 punti appena, solo 4 in più del Catania. CONTESTAZIONE E CONFRONTO - Abbastanza per accendere la protesta di 200 tifosi che hanno atteso invano il pullman della squadra per contestarla. "Il progetto dove sta?" e "vieni fuori Luis" i più originali, oltre ai classici "Mercenari" e "Tifate solo la maglia". Ma se il veicolo che trasportava i tifosi fuori dallo Stadio è riuscito ad evitare la protesta improvvisata nel piazzale dell'Olimpico, ha dovuto subire quella di una trentina di tifosi che l'hanno atteso davanti ai cancelli del centro sportivo di Trigoria. Insulti, i soliti, per allenatore e giocatore. Nulla di più. E mentre qualche idiota deluso dal non aver potuto confrontarsi con la squadra ha tentato di inseguire due giornalisti, altri hanno chiesto e ottenuto un incontro con la dirigenza. A Baldini, Sabatini e Fenucci, una cinquantina di supporters ha chiesto conto delle sconfitte in serie, imputando le responsabilità soprattutto all'allenatore. Chissà che, a fine stagione, i loro desideri di vederlo lontano da Roma non vengano esauditi.
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