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Luis, si può cambiare gioco?

(di R.Renga – RadioRadio Blog) Quattro gol a Cagliari (contro due), dieci punti tra la Roma e il terzo posto.

Redazione

(di R.Renga - RadioRadio Blog) Quattro gol a Cagliari (contro due), dieci punti tra la Roma e il terzo posto.

Che vuoi dire, che siamo contenti e andiamo in giro a festeggiare? E’ vero che vanno recuperati i ventisei minuti di Catania, ma ormai il quadro giallorosso è ben delineato e i colori non sembrano quelli giusti. La prima cosa che mi viene in mente è quella più pesante, in particolare per chi (come me) ama il calcio d’attacco: cari signori della rivoluzione culturale, si può cambiare il gioco? Ormai tutti in Italia, anche i bambini della scuola calcio, sanno ciò che farà la Roma e a quale (basso) ritmo si muoveranno i suoi giocatori.

Tra gli avversari c’è chi va a fare pressing a pressione sui difensori, chi aspetta nella propria metà campo per cercare con i lanci spazi sulla fasce e chi fa una cosa e l’altra. La verità è quella sotto gli occhi di tutti: gli allenatori italiani non sapranno proporre concetti offensivi, ma sono i più bravi nell’opporsi alle idee altrui e con Luis giocano come il gatto con il topo: vieni, vieni, che ci penso io. A Cagliari, la Roma prima di prendere il quarto gol poteva anche pareggiare. C’è stato un periodo della gara in cui è stata effettivamente in partita, ma gli avversari si sono salvati: un intervento casuale del portiere, una dormita di Lamela, un erroraccio di Rosi. Il Cagliari era sulle gambe.

E ha cambiato, passando a un centrocampo a cinque e mettendo Ibarbo solo davanti. E’ arrivato il quattro. Ballardini insomma ha fatto il suo, come Pioli, come Conte, come tutti quelli che hanno finito ringraziando Luis. E allora ripetiamo la domanda: si può fare qualcosa di meno prevedibile? Si può tornare a cercare la porta avversaria, invece che la propria? Si può dire ai difensori come si devono piazzare? Si può chiedere a un mediano che non sia l’evanescente Gago di piazzarsi tra i due centrali? Si può dire a Lamela che le partite durano novanta minuti e che vanno giocate tutte? Si può far sapere a Kjaer che non basta essere alti, biondi e tatuati per giocare nella Roma? Si può suggerire a Stekelenburg che una cosa è parare e tuffarsi e un’altra cadere? Si può fare tutto questo, visto che non si può fare ciò che veramente vorrei: cancellare tutto e ricominciare da dove c’eravamo lasciati nel maggio scorso?