(Ansa) - Dopo l'addio di Guardiola, e l'annuncio che il suo successore sarà il vice Vilanova, l'unica certezza riguardante il futuro di Luis Enrique è che il prossimo anno non siederà sulla panchina del Barcellona.
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Luis Enrique: “Mai pentito di Roma. Il futuro si vedrà”
(Ansa) – Dopo l’addio di Guardiola, e l’annuncio che il suo successore sarà il vice Vilanova, l’unica certezza riguardante il futuro di Luis Enrique è che il prossimo anno non siederà sulla panchina del Barcellona.
Per il resto, tutto è possibile. L'asturiano potrebbe decidere di rispettare il contratto con la Roma e continuare ad allenare nella Capitale, oppure rassegnare le dimissioni al termine della stagione come è sembrato voler fare con alcune dichiarazioni rilasciate dopo le ultime sconfitte con Juventus e Fiorentina. «Il mio futuro? È il momento giusto per stare con la squadra, con i ragazzi, con la società - ha dichiarato alla viglia della gara dell'Olimpico col Napoli - Arrivati a questo punto la cosa migliore è pensare a quello che succederà domani. Poi, alla fine del campionato, parleremo con la società, guarderemo i problemi, cercheremo delle soluzioni, e vedremo cosa succederà. Sarà ancora la Roma di Luis Enrique? Sarà la Roma dei romanisti, dei tifosi».
Insomma, appuntamento rimandato almeno al 13 maggio, giorno in cui a Cesena calerà il sipario sulla prima annata della Roma di Luis Enrique caratterizzata, come ammesso dallo stesso tecnico, «da alti e bassi, mancanza di regolarità, che hanno allontanato la squadra da obiettivi più alti». «Ma non mi sono mai pentito di essere venuto - ha aggiunto l'ex Barcellona - Senza dubbio quest'anno è stato diverso per la Roma, non solo perchè hanno preso un allenatore nuovo, ma anche perchè la società ha iniziato con una nuova proprietà. È stato un anno diverso, non è stato normale». Eppure, ha sottolineato Luis Enrique, «la società, l'allenatore e pure i calciatori hanno dato inizio a quello che dovrebbe essere un progetto. E sono sicuro che la Roma nel futuro vincerà». Anche perchè, ha aggiunto, «potevamo essere a due soli punti dal terzo posto battendo la Fiorentina, non lontani da una grande soddisfazione. Poi un'altra cosa è se la squadra lo merita o meno...».
Per la prima volta, quindi, Luis Enrique tira in ballo non solo sulle proprie colpe, ma anche quelle dei giocatori. Un pò come fatto dai tifosi attraverso due striscioni esposti fuori da Trigoria che il dg Baldini non ha voluto far rimuovere e che recavano scritte contro tecnico ('Luis regresa en tu casa!') e squadra ('Toglietevi la nostra maglia indegnì). «Non so come dirlo senza ferire la sensibilità di nessuno, ma ci sono dei difetti in questa rosa, in questi calciatori, non in tutti - ha confessato lo spagnolo - ma è mancata personalità in qualche momento, si è visto che è mancata. Purtroppo non si compra al supermercato e non si acquisisce perchè c'è un mental coach, che peraltro non è per la squadra ma per lo staff».
E ancora, per essere più chiaro: «La responsabilità di quello che sta succedendo me la prendo io per primo. Ma i calciatori devono migliorare tantissimo. Tutti. E portare questa maglia con più orgoglio. Tutti devono dare di più per essere all'altezza di questo tifo, di questa squadra, di questa società perchè per quello che vogliamo fare. È questo il consiglio per i miei ragazzi». L'altro consiglio è quello di non mollare nelle ultime quatto partite ancora da giocare. A cominciare da quella col Napoli. «Non sono scaramantico, ma che questa sia stata una stagione sfortunata per la Roma è chiarissimo, è una sicurezza. Ma non mi sono mai messo a piangere - ha spiegato Luis Enrique -, la fortuna uno se la deve andare a cercare e penso che la situazione si possa ancora ribaltare. E la formula è solo una: vincere la partita di domani e lottare per uno degli obiettivi di questa stagione. Fino a quando ci sarà l'opportunità devo lavorare per prenderla e l'obiettivo è lottare ancora per l'Europa League». Senza però poter contare contro il Napoli sul portiere Stekelenburg (ancora alle prese col lavoro differenziato nella rifinitura di Trigoria per un problema alla spalla sinistra) e sugli squalificati De Rossi, Osvaldo e Lamela.
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