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Lucchesi: “Montella è un uomo preparato, ma allenare a Roma non è facile. Totti? Ha molto da dare”

Con il probabile ritorno di Montella sulla panchina della Roma, Fabrizio Lucchesi, proprio colui che lo portò nella Capitale, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sui RadioIes, per parlare dell’Aeroplanino e non solo. Ecco...

Redazione

Con il probabile ritorno di Montella sulla panchina della Roma, Fabrizio Lucchesi, proprio colui che lo portò nella Capitale, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sui RadioIes, per parlare dell’Aeroplanino e non solo. Ecco le sue parole:

Un commento sulla situazione?“E’ una fase fluida. Le dimissioni di Luis Enrique erano abbastanza nell’aria. E’ stata una stagione sofferta, lui ci ha messo del suo, ma le colpe non erano tutte sue. Da uomo responsabile ha trovato il modo di tirarsi fuori. Ora c’è il bisogno di sostituirlo e di farlo bene, perché in una stagione in cui è stato contestato l’allenatore, non ci si può permettere di sbagliare una scelta, per quanto sia quella più difficile. I candidati non è che erano moltissimi. Allenare la Roma non è facile, è una grande città, piazza e vetrina. Ci vuole la persona giusta. Montella conosce l’ambiente, ha fatto benissimo, è stato compagno dei leader. Certo poi tutto dipenderà dai calciatori che gli verranno messi a disposizione”.

Perché nonostante l’appoggio di società e giocatori, Luis Enrique non sia riuscito a decollare? “Io credo che sia giustissimo che la società difenda le proprie scelte. Non per ottusità, ma perché se crede in un programma di lavoro, lo si difende fino alla fine. E’ stata una scelta difficile, anche perché la Roma è stata rifondata in toto. Luis Enrique veniva da un mondo calcisticamente diverso e trovandosi in una dimensione così importante, non era facile. Tutto questo messo insieme si trasforma in risultato e quasto è un mondo in cui se vinci hai ragione, se perdi non ce l’hai mai”.

Riporterebbe Montella a Roma?“Si, lo riporterei, ma non lo dico perché lo conosco da quando aveva 14 anni e io ero responsabile del settore giovanile dell’Empoli, ma perché è un uomo preparato, ha grande equilibrio, è una persona per bene che ha fatto benissimo quest’anno dimostrando grandi attitudini. Se uno vuole un allenatore giovane, è sicuramente una scelta eccellette, altrimenti bisognerebbe andare su un allenatore più navigato che ti da in esperienza, ma non da niente sul piano dell’innovazione e del gioco”.

Caratteristiche di un allenatore per poter vincere a Roma?“Roma è una piazza difficile. Io sono stato fortunato e mi sono accorto di due cose: i romani vivono per questa bellissima società, ma non vogliono essere presi in giro e sentirsi raccontare storie. In questo momento credo non sia giusto buttare via tutto, ma è il momento di dare continuità ad alcune caratteristiche che ha portato Luis Enrique”.

Un giudizio sul lavoro di Baldini e Sabatini?“Sono grandi attori protagonisti nel bene e nel male. Sono due persone molto preparate ed eccellenti. Ultimamente li ho visti preparati, ma questa non è stata una stagione facile. Ora il lavoro va completato e ci sarà da sbagliare poco”. J.Angel? “Non ha fatto una stagione buone, non è quello che è stato visto e la Roma avrebbe bisogno di qualcosa di più. Purtroppo quando si fanno le squadre ci sta che qualche giocatore dia di più e qualcuno di meno. Quando si rinnova tanto bisogna metterlo in conto”.

Van Der Wiel?“Sono situazioni che succedono spessissimo e che qualche volta diventano di pubblico dominio. Nel mercato ce ne sono tanti di momenti in cui le trattative sembrano sfumate e poi vengono rimesse in piedi. Ci sono due voltontà: quella del giocatore e della società, oppure ci sono altre scelte di carattere sportivo. La Roma quest’anno ha meno appeal, ma rimane una grande squadra e società”.

Su Totti e gli addii celebri. “Purtroppo con l’anagrafica non ci si può litigare. Non si parla di buoni giocatori ma di campioni. Hanno dato e rimarranno nella storia. Francesco non credo che sia in questa fase, ma ha molto da dare. E’ stata una stagione difficile, ma si è comportato da persona intelligente e che vive per la Roma. Lui non ha mai creato problemi e ha accettato di stare in panchina o giocare poco. Cose che solo un campione accetta”.