(Il Romanista - B.De Vecchi) - E’ sempre un’emozione. Anzi è l’emozione quando senti parlare Paulo Roberto Falcao, quando senti già solo il suo nome. E’ sempre un piacere raro, sopraffino e gentile, molto romanista come i suoi anni, come la sua Roma bellissima e colta, aristocratica e popolare, le sue sfide, le sue vittorie.
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«Roma vuole una squadra vincente»
(Il Romanista – B.De Vecchi) – E’ sempre un’emozione. Anzi è l’emozione quando senti parlare Paulo Roberto Falcao, quando senti già solo il suo nome. E’ sempre un piacere raro, sopraffino e gentile, molto romanista come i...
A tre giorni da Roma-Juventus, Falcao è d’obbligo («Il derby con la Roma non è contro la Lazio, ma quello con la Juve», disse il Divino una volta per sempre: amen!) ma Falcao è d’obbligo anche in questi giorni di passaggi societari, quando qua e là torna ad essere accostato il suo nome alla società. Falcao e la Roma è un matrimonio che per tanti romanisti s’ha da fare, prima o poi, ma necessariamente: per il carisma, il simbolo, le competenze. Lui non s’è mai proposto – non è nella natura di chi giocando a calcio inventava prospettive, schiudeva orizzonti e portava il sole nelle case della città – però la questione è una bella questione da tirare fuori. Ieri lo hanno fatto in radio, a Centro Suono Sport, dove sono intervenuti anche Bruno Conti – cioè Marazico - («Ti sono cresciuti i capelli? Un augurio per la finale Primavera») e quello che era il suo "pupillo", Ubaldo Righetti («Quando lui prendeva palla, giocava d’anticipo e partiva, gli piaceva molto andare all’attacco, partiva quando il difensore non se l’aspettava, arrivava sempre di sorpresa»). E’ proprio Righetti a dire quello che a tanti tifosi romanisti piace sentire: «Che ne penso se la nuova dirigenza chiamasse Falcao? Sarebbe una grande operazione, oltre a un grande conoscitore è molto intelligente, è un grande comunicatore, non ha mai alzato la voce». Ma che ne pensa Lui, il Divino, il Cinque, Obrigado Barilla e Obrigado per tutto: se gli americani chiamasserro accetterebbe? Ssst... «Non mi aspettavo questa domanda non ci pensavo, se ne è parlato tanti anni fa poi nulla... Seguo la Roma molto per affetto e per motivi personali, per me il feeling con la tifoseria e con la città è molto bello. Mi interesserà sempre cosa fa la Roma ecosa farà. È difficile rispondere a una domanda così, la Roma è sempre legata al Brasile. Bisogna avere molta calma e tranquillità, la Roma spero possa tornare il prossimo anno tra le grandi».
E il ruolo – eventualmente – quale sarebbe il ruolo per Falcao? «Centrocampo o mediano (ride, senza sapere di dire un’altra grande verità, ndr). Mi mettete in imbarazzo, quello che mi interessa è vedere la Roma bene, che lotta per il campionato italiano e per l’Europa, la Roma non può non essere tra le prime tre: nella sua storia ha imparato a vincere. La mentalità ora è cambiata. Roma ha capito che vincere è molto bello e non ci sta più a perdere. Roma esige una squadra che vuole vincere». E poi ecco una storia nota, ma sempre una bellissima storia da sentire: «Quando sono arrivato a Roma ero a prendere un caffè con Bruno e qualcuno mi disse: “Quando mi fai i numeri?”. Io risposi: “Ma è più importante lo scudetto o i numeri?”. Era una squadra che aveva giocatori importanti, tutti quelli che avevano giocato il primo anno, nel 1980, lì si è iniziato a costruire una Roma forte. La manifestazione per me in Roma-Juventus allo stadio del 2002 non la dimenticherò mai». Cioè il tributo della Sud e Lui che mima il lancio del cuore verso la Curva. Il paradiso più o meno. Quella Roma Anni 80 più o meno. «I successi di quegli anni sono merito di tutta la squadra, di Liedholm, di Viola e della tifoseria quando hanno cominciato a crederci andavano dappertutto anche all’estero, è stato un giocatore in più. Ora è un momento storico, la famiglia Sensi ha portato avanti la squadra in un momento economico particolare, la Roma merita di essere tra le prime tre del campionato italiano e lottare per grandi traguardi». E allora per il futuro, visto che è un’ipotesi, Paulo Roberto Falcao quale consiglio darebbe ai nuovi proprietari? «È difficile dare un consiglio, la cosa principale è prendere le decisioni giuste, capire cosa significa la tifoseria della Roma; portare avanti la squadra e anche a livello d’immagine, con giocatori forti e di personalità». Come Falcao. Per sempre obrigado
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