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Lontani da Roma

(di Alessio Nardo) Stagione che volge al termine, profumo di futuro. Progetti ed ambizioni della Roma non si fermano al campionato tuttora in corso, perso (per i motivi che sappiamo…) a favore della Juventus. L’idea è di continuare,...

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(di Alessio Nardo) Stagione che volge al termine, profumo di futuro. Progetti ed ambizioni della Roma non si fermano al campionato tuttora in corso, perso (per i motivi che sappiamo...) a favore della Juventus. L'idea è di continuare, proseguire, tracciare una strada e percorrerla sino al traguardo, che nelle intenzioni di società, dirigenti e allenatore dovrebbe far rima con vittoria.

Siamo solo a fine aprile, ma è già tempo di mercato. Nomi, idee, suggestioni più o meno intriganti. Con un desiderio che appartiene a tutti: la riconferma in blocco dell'organico che quest'anno ha saputo farci sognare. L'ossatura base, solida ed affidabile, a cui aggiungere i tre o quattro tasselli in grado di assicurare alla Roma il necessario salto di qualità in ottica Champions. Premessa: il mercato dura oltre tre mesi, ogni sorpresa è sempre dietro l'angolo. Nessuno, 365 giorni fa, avrebbe potuto pronosticare la doppia partenza di Marquinhos e Lamela, ceduti rispettivamente al PSG e al Tottenham per oltre 60 milioni di euro complessivi. Quindi, zero certezze. Solo probabilità e speranze. Poiché la Roma, per crescere, non può pensare di privarsi dei suoi migliori interpreti. Mettiamo da parte il mercato in entrata e pensiamo a quello in uscita. Ad oggi, chi è in lista per lasciare la Roma? In teoria tutti, nessuno escluso, come disse James Pallotta un po' di tempo fa ("Di incedibili non ce ne sono, tranne Totti"). Concettualmente, in caso di grande offerta, nessuno può ritenersi intoccabile. Quindi è logico auspicare che nessuno si presenti con assegni caldi e fumanti per richiedere i vari Benatia, Castan, Strootman, Pjanic e Ljajic. Ma ci sono altri protagonisti, in teoria "minori", che di fatto hanno già un piede e mezzo fuori dal progetto Roma. La valigia pronta, una lacrima sul viso ed i meravigliosi ricordi della stagione in corso (e non solo) da portare nel cuore. Per sempre.

Sono quattro gli elementi della rosa giallorossa, ora come ora, un po' più lontani. In primis, Rodrigo Taddei. Se ne è parlato e se ne riparlerà. Giusto rinnovargli il contratto? Forse sì. Il brasiliano sta bene, è in forma e a 34 anni garantisce ancora rendimento ed estrema professionalità. Per la Champions uno come lui può far più che comodo. Ma la società la pensa così? Probabilmente no. Le idee di Sabatini e Pallotta sono diverse. Ovvero, puntare sui giovani e liquidare chi non ha più molto da dare, almeno dando un'occhiata all'anagrafe. E' stato così in passato per i vari Cassetti, Heinze, Juan, Pizarro, Perrotta. Dovrebbe esser così anche per Taddei, nonostante le splendide risposte sul campo delle ultime settimane. Un barlume di speranza ancora c'è ed è legato a Garcia, che in fondo apprezza da morire Rodrigo per il gran lavoro svolto. L'ultima parola potrebbe spettare al tecnico, anche se il calciatore stesso ha sempre detto, con eccezionale umiltà, di esser disposto a farsi da parte pur di non sentirsi un peso per la società che tanto gli ha dato in nove stagioni.

Altro giro, altro brasiliano. Michel Bastos è uomo di Rudi, che lo richiese espressamente nel gennaio scorso. L'ex Lione, arrivato dagli Emirati Arabi, ha raccolto pochi minuti e, al di là di un gol al Sassuolo al 96', ha davvero mostrato poco del suo talento. Resta un elemento di esperienza, ma sembra non aver più la brillantezza dei tempi d'oro. Nelle ultimissime gare, Garcia gli ha concesso solo piccoli scampoli e contro il Milan lo ha tenuto in panchina per gli interi 90'. Chiaro segnale che forse l'avventura sta per finire. Per Bastos già si parla di Bundesliga: l'Hannover 96 vorrebbe metterlo sotto contratto. Gli altri due nomi sono il grande e il piccolo. L'anziano ed il bimbo. Il primo, l'uomo derby, il calciatore che tutti ricorderemo per il bellissimo gol sotto la Sud rifilato ai cugini laziali. Federico Balzaretti è stato uno dei protagonisti dell'iniziale striscia di dieci vittorie consecutive. Un titolare inamovibile. Dopodiché è sparito. Ultima gara contro il Sassuolo, all'Olimpico, il 10 novembre. Poi l'inizio di un calvario infinito. Una pubaglia che non lo ha lasciato mai in pace, neanche per un minuto. Stagione compromessa, mondiale sfumato, sogni infranti.

Tanta amarezza per un ragazzo di 33 anni che, con quella corsa in lacrime sotto la Sud il 22 settembre scorso, pensava forse di aver chiuso un capitolo difficile e di averne aperto un altro, ben più ricco di soddisfazioni. Ora come ora, il futuro di Federico è un punto interrogativo. Nessuno, nemmeno lui, sa quando potrà tornare in campo. Di certo non quest'anno, probabilmente il prossimo. Ma con quale maglia? La Roma lo terrà? Se dovesse rientrare al top, l'ex Palermo potrebbe anche costituire una validissima alternativa sugli esterni (visto che può giocare sia a destra che a sinistra). Ma le condizioni cliniche non convincono la società. Già si sussurra di una possibile risoluzione del contratto (attualmente in scadenza nel 2015). Infine, il baby di Zagabria. Forse l'unico vero flop del mercato estivo 2013: Tin Jedvaj. Da potenziale nuovo Marquinhos ad oggetto misterioso di Trigoria. Il centrale classe '95 ha disputato soltanto sette minuti in stagione (contro il Genoa), peraltro da terzino destro. Garcia non è rimasto folgorato dal talento del ragazzo, almeno non quanto Sabatini, che in estate lo strappò alla concorrenza del Tottenham per la consistente cifra di 5 milioni di euro. Già a gennaio Jedvaj fu ad un passo dal Verona, poi l'affare sfumò. Se ne riparlerà in estate. Per lui, così come per gli altri tre, il futuro a Roma è quasi una chimera.