Tre partite alla fine della stagione della Roma. Anzi, una più altre due di 'contorno'. Parole di José Mourinho, che evidenzia - qualora ce ne fosse stato bisogno - come l'unica partita che conti veramente è quella di Budapest col Siviglia. Lo ha detto, ma anche dimostrato tra il match col Bologna e quello di ieri con la Salernitana. Che è servito soprattutto a concedere riposo a qualche big e minuti di rodaggio ai rientranti dai rispettivi infortuni. Così è stato per El Shaarawy, Smalling e Diego Llorente, l'ultimo recuperato. Ieri ha giocato un tempo entrando al posto di Ibanez nell'intervallo ed è stato probabilmente il migliore in difesa, pur con qualche responsabilità - in compartecipazione - sul gol di Dia. Ma ancora una volta ha dato buoni segnali e Dio solo sa quanto ne hanno bisogno in questo momento Mourinho e la Roma. Lo spagnolo ha a disposizione una settimana di lavoro per arrivare a Budapest in condizioni ottimali, con l'allenamento serio - come lo ha definito l'allenatore portoghese - di sabato con la Fiorentina. La partita del 'Franchi' sarà fondamentale per gestire le energie e aumentare la benzina, dopo che ha saltato sei partite per l'infortunio al bicipite femorale. Ma con un Ibanez non proprio perfetto, diventa proprio Llorente il candidato numero uno per una maglia da titolare nella finale di EuropaLeague con Mancini e Smalling. Contro un Siviglia che per lui rappresenta una sorta di tabù: in nove precedenti in campionato due sole vittorie (l'ultima nel 2017) a fronte di due pareggi e quattro sconfitte. Il classe '93 ha incontrato gli andalusi con tre maglie diverse tra il 2015 e il 2020: Rayo Vallecano, Malaga e Real Sociedad.
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Llorente punta il tabù Siviglia e sogna di restare. Ma la conferma è complicata
Llorente sogna di restare, ma con queste cifre è impossibile
Il centrale di proprietà del Leeds a Roma ha offerto garanzie tecniche e tattiche quando è stato chiamato in causa. Non a caso con lui in campo la Roma ha preso cinque gol in otto partite, di cui tre a Bergamo con l'Atalanta. Prima dello stop muscolare era diventato lui il titolare, con un pensiero sempre fisso al riscatto o comunque alla conferma. Stava guadagnando metri in quella direzione, per questo fermarsi proprio ora gli è pesato particolarmente. Ad il suo futuro è il rientro al Leeds, anche perché i 18 milioni fissati per il diritto di riscatto sono completamente fuori discussione per la Roma. Non è escluso però che Pinto torni a discuterne con gli inglesi dopo il 30 giugno, più avanti nel mercato. Soprattutto in virtù del fatto che l'anno prossimo - con buona probabilità - il Leeds giocherà in Championship. Un aspetto che può cambiare le dinamiche economiche sull'affare, pur considerando che anche in serie B da quelle parti problemi di soldi non ne hanno. Ma il desiderio di Llorente è chiaro, si è trovato benissimo a Roma e si è integrato al meglio con i compagni. I giallorossi preferiscono ingaggi a parametro zero e i vari Aouar, Tielemans e Ndicka - centrale in scadenza con l'Eintracht - ne sono una dimostrazione lampante. Ma in caso di vittoria dell'Europa League, con Llorente protagonista, e conseguente maxi-incasso Champions i Friedkin potrebbero anche pensare di completare il reparto con un giocatore che sarebbe pronto da subito. A patto che il Leeds venga (parecchio) incontro a entrambi. Ad ora una conferma resta praticamente impossibile.
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