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Lino Banfi a Trigoria: “Mi sono ricreduto sui Friedkin”. Poi la scenetta con Gasperini
La scorsa settimana Lino Banfi è stato accolto dalla Roma a Trigoria in una visita fatta di scenette e risate. L'attore pugliese - romano e romanista d'azione - ha raccontato il tutto ai microfoni di Soccermagazine. Queste le sue parole:
Negli ultimi giorni la Roma ha accolto la Sua richiesta di conoscere la squadra attuale: cosa L’ha colpita di più durante la visita a Trigoria? "Beh, Trigoria me la ricordavo, ci sono stato tante volte. Prima mancavano alcune cose che hanno fatto oggi, molto belle, tipo le piscine per svolgere alcuni tipi di ginnastica e terapie. Si è ingrandita un po’, voglio dire. Poi io e mio figlio siamo rimasti a mangiare pure qualcosa, c’è un cuoco bravissimo. Io ero quasi emozionato. Mourinho aveva espresso il desiderio di conoscermi e quindi mi aveva invitato ad andare lì, ma io ero impegnato proprio in quei giorni. Poi si cambiò tutto, Mourinho non c’era più e io non andai, ma desideravo andarci. Mi hanno colpito lo stupore e la devozione di tutti i giocatori nei miei riguardi. Non solo gli italiani, anche gli stranieri. Dybala poi è stato carinissimo, perché mi aveva già mandato una maglietta sua."
La scenetta con Gasperini. "D’accordo con Gasperini abbiamo preparato una scenetta. Lui mi ha detto: “Mentre io sto dicendo delle cose ai giocatori, tu vieni dietro di me all’improvviso e inc**zati pure con me, così questi ridono”. E allora mi sono messo a gridare: “Ma che c**zo state facendo, porca p**tena!”. Ci sono rimasti un attimo, poi si sono messi a ridere e hanno capito che era organizzata la cosa. Devo dire che nell’organizzazione delle pubbliche relazioni sono bravissimi tutti, capeggiati dalla nipote del presidente Viola, molto brava. Addirittura, tra i regali che mi hanno fatto c’è un cappelletto piccolo per la mia pronipote appena nata, ovviamente con lo stemma della Roma. E già gliel’ho messo in testa a quella creatura, che ha un anno!"
Sabato si è giocata una sfida cruciale con la Juventus, che però sta attraversando delle annate poco brillanti. In passato ha detto che Spalletti ricorda Oronzo Canà per i suoi voli pindarici. È l’uomo che teme di più tra i bianconeri? "Ho scherzato molte volte con Aurelio De Laurentiis, che mi faceva capire che al Napoli voleva me al posto suo, mentre io rispondevo che ero impegnato. Però a me lui non piaceva per il comportamento di quando c’era Totti, perché non lo faceva giocare e tutte quelle storie là… Devo dire che è un grande allenatore, è uno che sa fare il suo lavoro, ma forse non ha il titolo di presentarsi con le simpatie che deve avere invece un allenatore della Roma. Ognuno ha un carattere diverso, però io preferisco quelli che hanno il sorriso subito, che fanno molto spogliatoio."
Da tifoso d’annata, cosa pensa delle proprietà straniere nel calcio di oggi? "Io avevo detto in molte occasioni che i presidenti stranieri non mi piacevano perché non sono né romanisti né romani. Invece mi devo ricredere su questi americani, che in genere sono dei produttori cinematografici che se ne fottono del calcio, però questi della Roma lo fanno con professionismo e professionalità. Sanno fare bene il loro lavoro. Però adesso devono accontentare il nostro mister e me, che sono un affilieto, sono un ex mister anch’io di Covercieno, e trovare due attaccanti con i controche*zi, come si dice!"
Nella corsa per lo Scudetto, invece, quale squadra La preoccupa maggiormente? "A me ha sempre preoccupato l’Inter. La Juve sta attraversando un brutto periodo come dicevamo prima, ma non di alti e bassi come la Roma che comunque ha vinto molte partite di seguito. Alla fine sono tutte lì vicino, distanziate di pochi punti in classifica. Per ora però è il Napoli ad essere sempre più organizzato e ad avere tutte le cose al posto giusto e al momento giusto."
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