(L'AVVELENATA - di P.Marcacci ForzaRoma stadio) Torna Ranieri, ed è già filosofia.
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L’idea e l’uomo qualunque
(L’AVVELENATA – di P.Marcacci ForzaRoma stadio) Torna Ranieri, ed è già filosofia.
O, meglio, scontro di filosofie; con una premessa: lui a proposito del suo calcio non utilizzerebbe mai questo termine culturalmente elevato.
Parlerebbe piuttosto di saggezza, buon senso, praticità e concetti similari. Torna Ranieri e la filosofia la trova dall’altra parte, dove c’è invece l’orgoglio di rivendicarlo quel termine, anzi di sacrificare ad esso tutto ciò che può scaturirne, risultati compresi, come ha di nuovo fatto presente Luis Enrique nella conferenza che ha preceduto la trasferta a Cagliari.
Torna Ranieri e due mondi vengono a confronto, con la speranza che l’Idea, cui giustamentee attribuiamo la maiuscola, quasi utopisticamente, sappia calarsi caviglie e malleoli nel fango della praticità, se no uno come Ranieri rischia di avere le caratteristiche ideali per sbaragliare presupposti filosofici e progettuali a lungo termine.
Torna uno che da queste parti ha raccolto consensi nella misura in cui la squadra glieli ha fatti poi sperperare, torna uno che s’è cibato il 4-3 di Marassi, che se l’avete dimenticato è meglio così (lui non credo l’abbia fatto), torna un allenatore, non utopista, del quale si sa sempre cosa riesce a dare e soprattutto a migliorare e se ne sanno probabilmente anche i limiti, visto che rientra nella vituperata categoria dei “normali” che poi forse un giorno qualcuno ci spiegherà esattamente cosa voglia dire. Non è né giusto nè intelligente proporre confronti con chi ha appena cominciato e qualcuno potrebbe continuare a chiedersi perché farlo cominciare proprio da queste parti, ma questa è un’altra storia.
Non è giusto perché c’è sproporzione nelle esperienze ma soprattutto perché non è istituibile il confronto fra chi aggiusta, aggiustando nel corso dell’opera anche certe sfumature delle proprie convinzioni e chi invece, sul versante opposto del punto di vista, impone sempre e comunque un prinicipio, sull’altare del quale più di una volta può essere sacrificato il risultato. Sempre se te lo concedono, questo lusso ideologico e a Luis Enrique, unico in Italia, in cinque mesi questo è stato concesso. Da questo punto di vista, anzi, rivoluzione culturale eccome. Speriamo soltanto che oggi l’Idea sappia correre veloce sul binario dei propri presupposti, se no il cittadino qualunque del pianeta calcio c’è da temere che a colpi di buon senso possa riuscire in quattro mosse a sgretolarla.
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