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Liberateci dal vostro imbarazzo

Oggi la Roma non sembra più una società di calcio, e come azienda francamente non va nemmeno troppo bene. E se il presente è buio, la giornata del domani è avvolta nel mistero

Francesco Balzani

L’Associazione Sportiva Roma è un patrimonio dell’umanità. Esageriamo? No. L’Associazione Sportiva Roma non è un giocattolo, non è un affare rischioso, non è una scommessa perenne. L’Associazione Sportiva Roma ha una storia fatta di pochi successi, ma poche vergogne. Di tante partite maledette, di tanti episodi sfigati, di errori più o meno perdonati. Ma è sempre stata Magica, e lo è anche ora nonostante il maleficio che avvolge Trigoria e nonostante quell’ambiente che è sempre l’alibi di tutti i mali ma che non ha impedito alle rose fatte di fenomeni di vincere scudetti e sfiorare coppe di campioni. Perché oggi la Roma non sembra più una società di calcio, e come azienda francamente non va nemmeno troppo bene. Ormai si deglutisce amarosenza che nessuno ti chieda scusa per l’offesa: dal 7-1 di Firenze allo 0-2 di stasera passando per il 26 maggio, l’addio forzato di Totti e De Rossi, la mancanza di trofei da 10 anni, i rossi di bilancio, le cessioni dolorose, le plusvalenze da esaltare.

Schiaffi in faccia senza la possibilità di replicare perché altrimenti passi da “nemico”, da “maleducato”, quasi da scemo o idiota. Schiaffi senza una carezza prima di andare a dormire. Perché se il presente è buio, la giornata del domani è avvolta nel mistero. La Roma sarà venduta? A chi? La Roma venderà Zaniolo? A quanto? Di certezze non si vive mai nella vita, ma qui si esagera. L’unica certezza è che la Roma il prossimo anno non lotterà per lo scudetto, e non lo farà nemmeno se quest’anno il campionato dovessero vincerlo quelli la. Perché non c’è più romanismo se non tra i tifosi, perché a pochi interessa della Roma come entità cittadina, sentimentale, ancestrale. Conta trovare l’alibi, il nemico di turno che a volte è la stampa, a volte è un dirigente, a volte è l’allenatore stesso. James Pallotta definisce “imbarazzante” la partita con l’Udinese. Siamo d’accordo, ma come definirebbe la gestione di questo club? Noi siamo più gentili, e chiediamo solo di mollare la Roma che fino a 11 anni fa per il bostoniano era territorio sconosciuto. Perché l’Associazione Sportiva Roma è il patrimonio di tutti, e non una scommessa per pochi.