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«Ho visto quello che chiedevo»

(Il Romanista – D.Galli) Bojan entra e cambia il volto della partita. Ergo, Krkic come Montella e Luis Enrique come Capello.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) Bojan entra e cambia il volto della partita. Ergo, Krkic come Montella e Luis Enrique come Capello.

Corsi e ricorsi storici? Macché. «Pura statistica. È sempre meglio per un calciatore giocare novanta minuti». Un caso. Almeno, così la pensa Luis Enrique, che ha mandato in campo la dodicesima formazione diversa.

Taddei a sinistra e Cassetti centrale, ma soprattutto De Rossi intermedio e non più interditore, dove si piazza Gago. Salvo poi ricambiare: Daniele giù, Gago su, fuori Greco, dentro l’alieno Bojan, palombella di Pjanic, Krkic al volo. E gooooooooo’! Fichissimo. Bojan ha avuto un impatto decisivo sulla partita. Anzi, devastante. «Non credo - spiega Luis - che gli piaccia entrare in campo non da titolare. Credo che sia sempre meglio per un calciatore giocare novanta minuti, ma è quello che si devono guadagnare tutti i giocatori». Però l’impatto devastante è indiscutibile. O no? «Dopo il suo ingresso cercavamo di trovare un uomo in più in area. Abbiamo retrocesso Lamela e Pjanic per cercare la vittoria. Ma il lavoro di Greco nella prima parte è da elogiare, così come quello di Taddei. Sono contento per i ragazzi e per i tifosi».

La Roma è andata meglio nella ripresa: «Per quanto riguarda il primo tempo, era più difficile perché l’avversario pressava meglio. Nel secondo tempo il Novara era più stanco e non riusciva a fare la stessa cosa. Il nostro possesso di palla non è fine a se stesso, serve a guadagnare campo e fare gol». Dopo il vantaggio, la Roma è stata più incisiva in zona gol: «Questa è una situazione particolare, su cui dobbiamo lavorare ancora molto. Cioè, quando il risultato ci è favorevole cambiamo il modo di interpretare la partita. Nell’intervallo ho chiesto di giocare allo stesso modo dal primo al novantesimo minuto».

De Rossi intermedio. È stata la prima volta. «Daniele può giocare sia da terz... (un lapsus indicativo, ndr), sia da interno che da regista. Oggi (ieri, ndr) pensavo che la sua capacità di inserirsi e calciare fosse da sfruttare. Nel secondo tempo l’ho cambiato con Gago. Mi piacciono questi tipi di calciatori. Lui poi in Nazionale gioca da intermedio». Vero. In conferenza, a Trigoria, Lucho aveva chiesto più cattiveria alla squadra. «Cosa intendevo? Quello che ho visto sulla giocata del primo gol. Appena recuperiamo palla, le due punte vanno dentro per suggerire il passaggio. Sia Bojan sia Osvaldo si smarcano e vanno dentro. Ho visto quello che chiedevo». In realtà, Luis Enrique non è entusiasta della Roma. Non ancora. «Abbiamo dominato ma è stata una partita difficile. Dobbiamo correggere alcune cose. Mi sono piaciuti l’atteggiamento e la voglia di vincere. Mentre quello che non mi è piaciuto lo voglio dire in privato ai miei giocatori. Manca ancora tanto per vedere la Roma che ho in mente».

Questione Cassetti. Perché l’ha schierato centrale preferendolo a Heinze? «Cassetti - spiega il tecnico - ha per me tutte le qualità di un buon difensore centrale. È una scelta tecnica». Quando gli viene fatto notare che la Roma continua a segnare poco in relazione al calcio prodotto, Luis dà i numeri. Letteralmente. «Siamo la seconda squadra con il maggior possesso palla, dopo il Milan campione d’Italia. È chiaro che se riusciamo a creare delle occasioni, facciamo anche gol perché i bomber ce li abbiamo». La parata di Stekelenburg su Meggiorini è stata maestosa. Lucho lo esalta: «Sì, grazie a lui non abbiamo subito il gol. Ha dimostrato di essere un portiere di livello mondiale». Vero. Straver