Oliver Neuville è un ex attaccante svizzero naturalizzato tedesco, ora membro dello staff di Marco Rose al Borussia Monchengladbach. Nella sua carriera ha militato in diversi campionati, tra cui quello tedesco e spagnolo. In Bundesliga ha vestito la maglia del Bayer Leverkusen, con la quale ha giocato una finale di Champions League. Nato da padre tedesco e madre calabrese, originaria di Filadelfia, è stato vicino a vestire una maglia importante di Serie A. Lo racconta in un'intervista rilasciata a 'Tuttomercatoweb.com',dove parla anche della sfida in Europa League di questa sera contro la Roma allo Stadio Olimpico. Queste le sue parole:
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L’ex Gladbach Neuville: “Con tre punti Roma quasi qualificata. In pochi come Dzeko”
L'ex attaccante, ora membro dello staff tecnico della squadra tedesca, ha risposto ad alcune domande in vista della sfida contro i giallorossi
Il Borussia Monchengladbach ha iniziato zoppicando in Europa League, cosa significa la partita di domani contro la Roma?
In effetti non abbiamo iniziato col piede giusto, abbiamo preso una batosta in casa contro il Wolfsberger e in trasferta non siamo andati oltre al pareggio contro il Basaksehir. In quell'occasione però, nonostante il nostro gol sia arrivato al 90', il pareggio era più che meritato e dovremo ripartire da lì. Siamo sotto pressione perché sappiamo che in caso di sconfitta, la qualificazione ai sedicesimi sarebbe quasi impossibile.
La Roma viene da un pareggio in campionato contro la Sampdoria ultima in classifica e ha anche molti infortunati, quanto temete la squadra di Fonseca?
Hanno pareggiato contro la Sampdoria che non sta facendo un grande campionato ma penso che si stiano comportando bene dall'inizio della stagione. In Europa League poi hanno già 4 punti e dunque sono già un passo avanti. Sappiamo benissimo che anche per loro è importante questo match: con una vittoria, la loro qualificazione sarebbe davvero a un passo.
Lei ha giocato tutta la vita da attaccante, quanto teme la presenza di Dzeko in campo?
Dzeko è noto come uno dei migliori in Europa ormai da anni e non lo potremo sottovalutare neanche per un secondo. Può fare gol in ogni momento e in ogni modo. E' un attaccante molto completo, la nostra difesa dovrà stare molto attenta. Ci sono pochi attaccanti come lui al giorno d'oggi.
In Bundesliga il Borussia si trova al primo posto in classifica, non c'è il rischio che la squadra pensi più al campionato che all'Europa League?
Era qualche anno che non andavamo in Europa e per i giocatori era molto importante tornare a giocarci. L'anno scorso abbiamo terminato il campionato con grande rammarico visto che dopo 20 partite avevamo 12 punti di vantaggio sulla quinta ed eravamo sulla strada giusta per andare in Champions. Questo risultato è stato solo colpa nostra. In ogni caso l'Europa per noi vale come il campionato, non la sottovaluterà nessuno.
Il Borussia ha cambiato allenatore come la Roma, a che punto è l'insediamento di Marco Rose?
E' un allenatore molto bravo e sta provando a inculcare le proprie idee nella testa dei vecchi e dei nuovi giocatori. La cosa più importante comunque, è che arrivino i risultati, anche se all'inizio non rispecchiano a pieno l'idea dell'allenatore. Se arrivano i risultati è anche più facile lavorare per avvicinarsi a un'idea precisa.
Non è che vi state mettendo in testa di provare a vincere il campionato e trasformarvi nel Leicester di Germania?
Il nostro obiettivo è quello di confermare la qualificazione alla prossima Europa League ma se arriva qualcosa in più, come la Champions, è sempre meglio. Stiamo facendo bene ma non dobbiamo scordarci che dal primo al nono posto ci sono solo due punti.
Monchengladbach vive di calcio, che clima si respira in città?
L'atmosfera è fantastica nonostante la sconfitta subita contro il Dortmund. Tutti sono contenti di come abbiamo giocato perché la squadra ha comunque crato tante occasioni. Siamo stati sfortunati e per fortuna il pubblico è sempre rimasto assolutamente dalla nostra parte. Anche perché c'era un rigore netto per noi che l'arbitro non ha ravvisato. Non so come abbiano fatto nella sala centrale del VAR a Colonia a non averlo visto. Se non fischiano questi episodi, non so veramente a cosa possa servire avere a disposizione la tecnologia.
Nel 2002 lei ha giocato la finale di Champions League contro il Real Madrid, pensa che ci sia una squadra italiana che può arrivare in fondo a questa edizione?
La Juventus penso che sia una squadra che ogni anno può lottare per arrivare in fondo. Ha Ronaldo, che è un giocatore che potenzialmente può segnare anche 50 gol a stagione. Ha anche grande qualità a centrocampo, una squadra costruita davvero bene.
La Juventus a centrocampo ha un giocatore come Emre Can che potrebbe lasciare i bianconeri a gennaio. Si dice che potrebbe tornare in Germania, lo prendereste al Borussia Monchengladbach?
E' un giocatore talmente forte che potrebbe fare comodo a qualsiasi squadra in Germania. Anche al Borussia Monchengladbach ovviamente anche visto che abbiamo diversi infortuni in quel settore del campo. Purtroppo c'è un problema di soldi. Non abbiamo a disposizione abbastanza milioni per puntare a un campione come lui, ci fosse la possibilità farebbe molto comodo, ma penso che sia impossibile per le nostre finanze acquistarlo dalla Juventus.
Negli scorsi giorni è stata svelata la lista dei 30 finalisti per il Pallone d'Oro. C'è solo un tedesco, Ter Stegen, e un solo giocatore che disputa la Bundesliga, Lewandowski. Cosa significa questo per il calcio tedesco?
Ci sono tanti giocatori bravissimi, anche molto giovani. Quest'anno però le nostre squadre non sono andate bene in Champions e questo è determinante per avere giocatori in lizza per il Pallone d'Oro. Anche il Bayern, che solitamente arriva fino alle semifinali, è uscito agli ottavi. Hanno avuto la sfortuna di incrociare il Liverpool, non è stata certo una sconfitta disonorevole.
Sua madre è italianissima, nata in Calabria, ha mai avuto la possibilità o l'ambizione di giocare in Serie A?
Quando giocavo nel Servette in Svizzera, all'inizio degli anni '90, avevo 19 anni e l'Inter mi aveva contattato. Il problema è che in quel periodo c'era ancora la legge Bosman e io non avevo ancora la cittadinanza italiana nonostante mi madre fosse italianissima. I nerazzurri mi chiesero di prendere la cittadinanza e io effettivamente successivamente l'ho presa, ma i nerazzurri furono solo un sogno di inizio carriera. Ho avuto anche una piccola occasione di andare in tournée con la Juventus in America, ma ero molto giovane e poi non se n'è fatto di nulla. Mi sarebbe piaciuto molto giocare nel paese di mia madre, ma sono comunque più che soddisfatto di quanto sono riuscito a fare nella mia carriera e sono anche molto contento di ciò che faccio adesso...
Ecco, prima di salutarla, ci racconta qual è il suo ruolo all'interno del 'Gladbach?
Dopo 7 anni passati ad allenare come vice l'U19, ho avuto la possibilità di entrare nello staff dell'allenatore. Aiuto il tecnico a tradurre dal tedesco al francese per i tanti giocatori stranieri in rosa e poi metto a servizio la mia esperienza ogni giorno sul campo di allenamento. E' bellissimmo potermi confrontare con l'allenatore e con i giocatori ogni giorno, in più è veramente emozionante poter vivere le partite dalla panchina. E' una grande soddisfazione che spero porti me e la squadra il più lontano possibile.
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