"Mandato via da chi non sa di calcio". L'ultima frase, anzi l'ultima profezia. Perché oggi le parole di José Mourinho spalmate in questi ultimi anni rimbombano nella testa dei tifosi e non possono essere condivise anche dai detrattori più sfrenati. Vista la situazione attuale, e la ritrovata consapevolezza dei Friedkin sulla squadra, non si può per esempio non ripensare alla sfuriata riportata dal Corriere dello Sport dopo la sconfitta con l'Inter. "Voglio sapere perché, giocando faccia a faccia con l’Inter, nei primi dieci minuti vi siete cagati sotto! Voglio sapere perché da due anni vi mostrate piccoli contro le grandi. Se siamo piccoli gli arbitri ci trattano da piccoli! Trattano la Roma da piccola. L’Inter è una super squadra, voi l’avevate di fronte e invece di trova re le giuste motivazioni vi siete cagati sotto! . Il difetto più grande di un uomo è la mancanza di palle, di personalità. Avete paura di partite del genere? E allora andate a giocare in serie C dove non troverete mai squadre con i campioni, stadi top, le pressioni del grande calcio. Siete gente senza palle. La cosa peggiore per un uomo!".
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Le profezie di Mourinho: dalla torta della nonna ai giocatori senza attributi
Ma andiamo avanti e passiamo al mal di trasferta. La Roma non vince fuori casa dal 25 aprile scorso. "Con qualche squadra mi piaceva più giocare in trasferta che in casa - disse Mourinho -. Qualche gang di banditi godeva del giocare fuori casa. Noi come squadra non lo facciamo però, c'è gente alla quale piace il conforto di casa perché gli manca la mamma o la nonna che gli fa il dolce. Abbiamo un pochino questo problema qua. Ho avuto squadre che provocavano la gente fuori da dentro il pullman perché volevamo qualcosa, non c'era casino. Volevamo qualcosa per esaltarci di più". Per non parlare del mercato e soprattutto del vuoto dirigenziale. Dopo Budapest il tecnico portoghese aveva invocato l'arrivo di un personaggio forte in grado di aiutarlo anche mediaticamente e aveva denunciato "nessuno mi è stato vicino dopo l'arbitraggio di Taylor". Ci hanno messo un anno e mezzo i Friedkin per far parlare Ghisolfi sugli arbitraggi, forse nel momento meno adatto.
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