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Ranieri: “Importante non perdere. Non diventerò dirigente ma consigliere di Friedkin”

Redazione
Le parole del mister dopo il match dell'Olimpico: "Sono anni che giro il mondo ma non conosco il mondo. Prima di morire voglio vedere che cosa c'è oltre il calcio, penso che sia doveroso. E' giusto che io dica stop"

Claudio Ranieri parla ai microfoni di Dazn dopo la partita contro la Juventus. La Roma ha pareggiato 1-1 trovando il sedicesimo risultato utile di fila, ma viene sorpassata dalla Lazio che ha vinto a Bergamo.

RANIERI A DAZN 

Dando per scontato che ama la Roma come pochi altri, perché deve fare un passo indietro se i risultati che ottiene sono questi e se ha la convinzione l'anno prossimo di poterli ripetere? "Io già avevo smesso l'anno scorso. C'erano state delle squadre che mi avevano chiesto di tornare, ho detto che sarei tornato solo per Roma e Cagliari. Pregavo Dio di non tornare, sarebbe significato che le due squadre stavano attraversando brutti momenti. Quando è andato via De Rossi ho detto 'menomale hanno preso Juric, sto tranquillo'. Sono più di 35 anni che giro il mondo ma non conosco il mondo. Prima di morire voglio vedere che cosa c'è oltre il calcio, penso che sia doveroso. E' giusto che io dica stop. Big Ben ha detto stop".

Vi aspettavate una Juventus così nei primi venti minuti? "Ce lo aspettavamo, sapevamo che Tudor avrebbe portato la sua mentalità, determinazione e grinta, che avrebbero giocato sempre in avanti e in verticale. Non ci hanno sorpreso, sono stati bravi. La Juventus è una grande squadra e lotterà per il quarto posto. Se dovessi scommettere, e non ho mai scommesso, ci sarebbe da scommettere che la Juventus arriverà tra le prime quattro. Il calcio è così. Nel momento in cui ci siamo messi bene, nel nostro momento migliore, hanno fatto gol loro. C'era stata la parata di Svilar su Nico Gonzalez, poi il tiro a botta sicura di Cristante. E' stato bello pareggiare subito a inizio secondo tempo. Quando capisci che non puoi vincere l'importante è non perdere".

Quanto è importante continuare questa striscia positiva anche in partite così complicate? "E' importantissimo, l'ho detto ai ragazzi. Inizia il rettilineo finale, ci poteva stare una falsa partenza cioè una sconfitta o un lancio bellissimo cioè una vittoria. Siamo partiti, non a rilento, contro una grande squadra. Sappiamo che il derby è una partita bellissima, immensa, che si commenta solo dopo sperando che si faccia bene, che tutti i tifosi si possano divertire e che ci sia tanta tecnica in campo".

RANIERI IN CONFERENZA STAMPA

Una buona Roma, magari un po' timidi all'inizio: soddisfatto? "Sì, perchè questa è una grande Juve, ha valori assoluti, ha carattere, determinazione, ci aspettavamo questa partita. Co hanno schiacciato, volevamo rispondere colpo su colpo, per i primi 20 minuti non ci siamo riusciti e poi abbiam oavuto 20 minuti buoni noi e loro hanno fatto gol. Avevamo avuto occasioni, poi c'è stato quel gol dal limite, peccato. Bene che siamo riusciti a pareggiare subito a inizio ripresa, la partita si è incanalata su binari che volevamo vincere ma con grande attenzione a non perdere. Sono contento della voglia dei miei giocatori".

Shomurodov e Dovbyk: è una formula riproponibile? "Ci devo pensare bene, se devo sostituirne uno non ho nessuno. Mi piacerebbe, ma se uno si stanca e ha i crampi chi ci metto? Poi mai dire mai, però ci penso ogni volta. Levo un peso a Dovbyk, Shomurodov merita di giocare sempre ma anche quando entra fa sempre la sua partita e per me è un motivo di soddisfazione, come fanno tutti. A ogni allenatore fa piacere".

Stasera Koné altissimo livello. "Sì, è un ragazzo d'oro, è molto forte, deve eliminare alcune cosettine, ci parlo sempre ma lo stimo tantissimo".

Sui cambi modulo. "Non era una difesa a quattro ma a tre con Soulé tutta fascia. Poi Celik lo accompagnava quando attaccava, in difesa doveva scalare. Poi Kelly spingeva troppo e mettendo Shomurodov la situazione si è equilibrata. Poi col palleggio di Paredes abbiamo gestito meglio il possesso".

I quattro pareggi con lei sono arrivati contro le big. Questo è un motivo di riflessione? C'è ancora un gap di qualità? "Noi abbiamo una grossa voglia di far bene, cerchiamo con la grande determinazione di questi ragazzi di sopperire al gap che c'è. Però sono contento di questi ragazz, perchè danno tutto e quando è così è la cosa più bella che possa chiedere un allenatore. Chi entra entra vuole dare il suo apposto, è un gruppo stupendo e noi lotteremo, ci saranno partite che perderemo e altre che vinceremo. C'era anche il rischio di restare sui blocchi di partenza sul rettilineo finale, abbiamo fatto una buona partenza".

Ha mai pensato a una figura dirigenziale a cui possa ispirarsi? "Non credo che sarò un dirigente, scarò un consigliere del presidente, cambiano le prospettive e la visione. Mi auguro che il presidente possa avere fiducia cieca su di me, io voglio solo il bene della Roma, per cui anche quello di Friedkin. Sarò solo un consigliere".

Su Dovbyk. "C'è un rapporto bellissimo con tutti i giocatori, perché parlo chiaramente in faccia a tutti. Sa che deve tenere palla in determinate situazioni, lì è una lotta greco-romana, tanto che a volte gli arbitri danno un fallo o non lo danno, lasciano giocare. Pure per loro è difficile capire, chi ha messo le mani prina, chi voleva strozzare l'altro, è difficilissimo per gli arbitri ma deve sapere che c'è da fare la lotta, lui deve sapere che in alcuni momenti deve fare la lotta. Deve migliorare in questo, quando è entrato Shomurodov magari si sente meno solo, ha ragione, ma dobbiamo fare di necessità virtù".