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Le Fée: ”La prima volta all’Olimpico avevo i brividi. Ranieri è un grande uomo”

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Il centrocampista giallorosso si è soffermato anche sul rapporto con il padre: ''Il suo sogno era quello di diventare un calciatore professionista, ha fatto di tutto per farmi entrare in quel mondo''
Redazione

Enzo Le Fée ha rilasciato un'intervista a Free Foot in cui ha parlato di alcuni aspetti personali della sua vita, soffermandosi in particolare sul rapporto con suo padre, scomparso nell'aprile del 2021. Il centrocampista francese ha parlato anche del suo arrivo alla Roma, sottolineando il ruolo cruciale che l'ex mister Daniele De Rossi ha avuto nel facilitare il suo approdo in giallorosso. Di seguito le sue dichiarazioni:

Sul trasferimento alla Roma: ''Quest'estate non avevo intenzione di trasferirmi, mi sentivo bene a Rennes anche se ho avuto un po' di difficoltà nel sentirmi a casa. La prima volta che ho parlato con De Rossi, abbiamo fatto una video chiamata, si è percepita subito la sua umanità. Per me è davvero un punto essenziale, prima di parlarmi sul campo devi parlarmi a livello umano perché ho bisogno di avere quella connessione. Avevo anche altre offerte, potevo andare al Torino. I risultati al momento non sono all’altezza e ora c’è un altro allenatore. Ranieri è un grande allenatore e un grande uomo. Ha allenato anche in Francia e non ho barriere linguistiche con lui. Ma è un allenatore non fa favori a nessuno. Mette in campo chi merita quindi devo lavorare duro. Mi sento un numero 8''

Sul rapporto con il padre: ''Il suo sogno era quello di diventare un calciatore professionista. Sfortunatamente, questo è deragliato un po’ presto e poi sono venuto al mondo. Penso che mi abbia regalato una maglia appena nato. Ha fatto di tutto per farmi entrare in quel mondo. Penso che non abbia avuto difficoltà a farmi entrare perché era anche qualcosa di innato in me. E ricordo, abbastanza giovane comunque, di aver avuto la maturità per dirglielo che ‘dove per lui il treno deragliava, per me continuava’ e alla fine sono riuscito a fare la scalata per poter entrare nel mondo professionale e nel potere fiorire in questo mondo. Ogni volta che arrivavo al colloquio in carcere c’erano due o tre suoi amici che passavano dietro dicendo ‘il futuro, il futuro’. Quindi sapevo già che dentro parlava molto di me. E poi sono riuscito ad arrivare nel mondo dei professionisti così lui ha potuto vedere le partite dal vivo''

Sul rapporto con Koné:''Quando ho letto che poteva venire alla Roma gli ho mandato un messaggio, ma non ho ricevuto risposte. Poi ho visto l’annuncio ufficiale sul profilo Twitter del club e l’ho chiamato. Sono contento di essere in una squadra con tanti centrocampisti. Non vedo concorrenza con lui ma penso che la Roma potrebbe avere un centrocampo tutto francese. A me ci vorrà più tempo per abituarmi. Lui è una persona che si adatta più velocemente. È molto simpatico e un rompiscatole. Abitiamo a due minuti e con Ndicka abbiamo formato un trio''

Sull'esordio all'Olimpico:''La prima volta allo stadio Olimpico sfortunatamente non sono partito titolare. Appena siamo entrati in campo e siamo passati davanti ai tifosi ho avuto i brividi, hai l'impressione di entrare dentro ad un'arena. Poi sono entrato in campo, ho giocato 15 minuti e mi sono fatto male".