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Le due anime della Roma

(di Mirko Porcari) – “Non guardo mai al singolo giocatore ma a tutta la squadra.”

Redazione

(di Mirko Porcari) - “Non guardo mai al singolo giocatore ma a tutta la squadra.”

Giusto, certo. Il Luis Enrique pensiero è quello che nasce dalla filosofia del Barcellona, in cui tutti sono utili ma nessuno indispensabile: ovvio pensare a cosa sarebbe la squadra blaugrana senza un Messi in più, oppure come si muoverebbe senza le geometrie e il dinamismo di Xavi e Iniesta, gente che fa la differenza in ogni occasione e da cui, non ce ne voglia il tecnico asturiano, difficilmente si può prescindere.

La Roma, in questo senso, ha dato prova di non aver del tutto assimilato il concetto di collettività voluto da Luis: abbiamo visto in che modo la squadra si sia persa senza Francesco Totti e stiamo crudamente osservando quanto sia fondamentale la figura di Daniele De Rossi. Due giocatori fanno una squadra? Nel Barcellona non lo sappiamo e, a questo punto, saranno pure fatti loro, nella Roma questo assunto calcistico appare sempre più come una lampante verità: nel suo intimo, c’è da esserne certi, anche lo spagnolo ha capito che senza i migliori interpreti si va poco lontano, soprattutto se le assenze vengono registrate in zone nevralgiche del campo.

Prima il capitano, degradato in modo informale per poi essere ripescato con un pizzico di rimpianto: è lui che ha dato equilibrio alla fase offensiva della Roma, ricoprendo un ruolo giovanile che (in mezzo tra la necessità e la sfida) ha fatto di nuovo suo mostrando grinta, classe e abnegazione. Gol ritrovati e divertimento sulle ali dell’entusiasmo, un’alchimia sapiente condita dalle speranze per la nuova Roma.

Sul binario parallelo, il viaggio dell’altro simbolo: con tutto il peso di un rinnovo contrattuale al limite della rottura, Daniele De Rossi ha tirato dritto, portando con sé il solito affetto e i consensi per un rendimento di altissimo livello. E’ lui che, al pari del numero dieci, ha portato stabilità, piazzandosi tra centrocampo e retroguardia e dispensando sicurezze alle dinamiche difensive della squadra: oltre le polemiche, al di là dei rumors e delle indiscrezioni, Capitan Futuro ha mostrato più nei fatti che nelle parole di voler (dover) essere il centro di qualsiasi discorso riguardante progetti futuri. Mancato lui, si è spenta la luce. Il tutto o niente della proposta di Luis Enrique si è tramutato in una disfatta progressiva che ha acceso più di un campanello d’allarme: domani c’è l’Inter e, forse, la Roma potrebbe ritrovare in un colpo solo le due anime che la compongono, alla ricerca di un equilibrio che, questa volta sì, possa essere per sempre.