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Fonseca: “Smalling il giocatore giusto per noi. Nel derby Florenzi può giocare in attacco” – AUDIO – VIDEO – FOTO

LaPresse

Il tecnico giallorosso presenta la sua prima stracittadina della Capitale: "Lazio favorita? Bisogna dimostrarlo sul campo. Jesus sta bene, i miei giocatori devono saper reagire alle avversità"

Redazione

Sicuramente avvertirà un'emozione speciale: per Paulo Fonseca quello di domani alle 18 sarà il primo derby della carriera ma soprattutto sarà il primo dal suo arrivo a Roma. Dopo la rifinitura, alle 13 il tecnico - che studia qualche novità di formazione rispetto al pareggio contro il Genoa della prima giornata - presenta la sfida in conferenza dalla sala stampa di Trigoria.

Cosa vuol dire il derby per lei?

Ho vissuto già vari derby del corso della mia carriera. E' una partita speciale per i tifosi e la città, lo si percepisce anche quando vai in giro per la città e i tifosi te lo fanno capire chiaramente. Vale tre punti, ma ha un maggiore coinvolgimento emotivo. Spero sarà il primo di tanti derby e non vedo l'ora di giocarlo.

Cosa può dare Smalling?


Cercavamo un giocatore esperto e lui vanta più di 200 partite con il Manchester United, ha le caratteristiche giuste che ben si adattano alla nostra squadra. E’ rapido, aggressivo, può aggiungere qualità alla nostra rosa.

Zappacosta e Mancini sono pronti per giocare? E Smalling?

Mancini e Zappacosta sono pronti, potrebbero giocare ma non ve lo dirò ora. Smalling è tra i convocati.

Florenzi alto a sinistra è un'ipotesi che sta considerando per domani?

Sì, ci abbiamo lavorato in allenamento durante la settimana e vedremo se domani opterò per questa possibilità.

Che lavoro chiede ai suoi terzini e ai suoi esterni?


E’ una questione tattica, una domanda legittima ma non voglio rivelare come ci comporteremo domani in campo. Abbiamo analizzato profondamente la partita con il Genoa, abbiamo preparato la partita per ogni situazione e domani vedrete come ci comporteremo.

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Smalling, così come altri giocatori, ha detto che è rimasto molto colpito dalla telefonata con lei: cosa gli ha detto?

A quanto sembra gli piace la mia voce, la trovano attraente o suadente (ride, ndc). In realtà questi colloqui passano attraverso la spiegazione del nostro modo di giocare, in che modo intendiamo inserirli in squadra e perché riteniamo che possano essere importanti. Si tratta solo di trasmettergli perché abbiamo puntato su di lui.

Veretout può partire dal primo minuto?


Potrebbe, domani lo scoprirete. E’ pronto come tutti gli altri ad eccezione di Spinazzola e Perotti.

Il fatto che la Lazio sia favorita come lo vive? E’ uno stimolo?


Vale quello che vale, sono solo parole e conta solo il campo. Su una cosa non ho dubbi, che la Lazio in questo momento è fortissima e ha grandi calciatori. Ha un allenatore che è lì da tanto, ma il pronostico per noi non è importante. Conta il campo e come affrontiamo la partita per sorprendere l’avversario e contrastarlo nei suoi punti di forza. Capisco questa cosa per voi, ma per noi non è importante. Chi è favorito lo deve dimostrare in campo.

Veretout lo vede più in coppia con Cristante o con Pellegrini?

Tutti i nostri centrocampisti possono giocare con gli altri. Sono tutti calciatori intercambiabili in questo sistema.

Su Schick e le voci di mercato: come l’ha visto? Sarà convocato?

Come ho già detto, Schick è qui. Domani sarà convocato e pronto per giocare, non parlo di situazioni ipotetiche.

Lei pensa che la squadra debba creare un’identità di gioco affrontando tutti gli avversari alla stessa maniera, anche a costo di perdere qualche punto, oppure non vuole essere dogmatico?

Non sono un allenatore dogmatico e l’ho già dimostrato. Detto questo, credo fermamente nella nostra idea di gioco, in un’identità di squadra che possa prevalere sull’avversario. L’obiettivo è sempre quello di vincere le partite, per cui non ho una visione chiusa del gioco. Spesso va anche in base al risultato, se per vincere è necessario togliere un attaccante per mettere un difensore io lo faccio. Non ho una visione dogmatica di come intendo il calcio e la partita. Molte volte sono le circostanze della partita a determinare le scelte.

Jesus ha chiuso gli account social dopo le critiche post-Genoa: come l’ha visto? Cosa ne pensa dell'utilizzo dei social da parte dei calciatori?


E’ una situazione regolamentata dal club. Tutto ciò che attiene alla vita della squadra è regolamentata dal club, il calciatore non può postare quello che riguarda la squadra mentre sulla vita personale può fare quello che ritiene opportuno. Siamo in democrazia, quindi ci mancherebbe. Ma quello che riguarda la vita del club è regolamentato. Jesus sta bene, non potrebbe essere diversamente. Nel calcio nessuno è esente da errori, il calcio è uno sport per gente forte, in grado di reagire alle avversità e non c’è spazio per chi non ha questa forza. I miei calciatori hanno il dovere di reagire alle difficoltà. Per me non esistono errori individuali, dei singoli, ma sono sempre errori di squadra. E il massimo responsabile degli errori della squadra sono io, l’allenatore. I calciatori sono perfettamente consapevoli di questo. Rispetto all’esterno, sono io il massimo responsabile. Non mi sentirete mai fare ragionamenti pubblici che puntano il dito contro un singolo, pertanto il calciatore deve essere mentalmente forte. Poi all’interno facciamo le nostre analisi e io parlo con i miei calciatori. Esistono errori di squadra, non individuali. E nella partita con il Genoa il problema è stato collettivo, ha riguardato la squadra nel complesso e non nei singoli.

Su Kluivert: quanto manca alla sua maturazione?

In lui riponiamo grandi speranze, è giovane e deve crescere e sono sicuro che lo farà. Tutti crediamo molto in lui e siamo sicuri che il suo rendimento crescerà nella stagione. Già contro il Genoa la sua partita è stata positiva e si è notata una crescita nel modo di stare in campo. Spero che questa crescita aumenterà durante la stagione.

Ha pensato a come arginare Luis Alberto?


Sappiamo tutti che Luis Alberto ha grandi qualità e ha grande influenza sulla propria squadra, ma non ci preoccuperemo di un solo giocatore nello specifico perché non fa parte della nostra identità e del nostro modo di difendere. E’ un giocatore che in determinati momenti può essere più decisivo e noi cercheremo di contrastarlo da un punto di vista collettivo e non con una marcatura specifica.

Infine, un’aggiunta di Paulo Fonseca, che ha voluto riservare un pensiero speciale a Luis Enrique.

Voglio spendere una parola per un allenatore che è stato anche qui e che merita grande ammirazione in un momento così difficile. Mi riferisco ovviamente a Luis Enrique. Ci tenevo a mandargli un abbraccio da parte mia, del club e di tutto il gruppo di lavoro.